trump draghi merkel

IL BAZOOKINO NON PIACE A TUTTI: BANCHIERI DEL NORD EUROPA CONTRO DRAGHI, E LUI RISPONDE PER LE RIME - IL CAPO DI DEUTSCHE BANK: I TASSI NEGATIVI SARANNO ''LA ROVINA DEL SISTEMA BANCARIO''. SUPERMARIO: ''I COSTI DEGLI ISTITUTI EUROPEI SONO SBALLATI. ADATTARE I LORO MODELLI ALLA DIGITALIZZAZIONE È MOLTO PIÙ URGENTE DELL'ESSERE ARRABBIATI PER I TASSI'' CHE FINORA SONO COSTATI 23 MILIARDI ALLE BANCHE - TRUMP FURIOSO CON DRAGHI E SOPRATTUTTO CON LA FED, ''STA SEDUTA!''

 

mario draghi

  1. DRAGHI RISPONDE PER LE RIME AL CAPO DI DEUTSCHE BANK

DAGONOTA -  Secondo Bloomberg, Draghi nel suo discorso di ieri ha risposto ai commenti del CEO di Deutsche Bank, Christian Sewing, che si era lamentato dei tassi negativi (''saranno la rovina del sistema bancario''). Draghi ha detto ai giornalisti riuniti a Francoforte che i costi delle banche europee sono ''completamente sballati'', e che la necessità di adattare il modello di business alla digitalizzazione ''è molto più urgente dell'essere arrabbiati per i tassi negativi''.

 

 

 

  1. BANCHE DEL NORD EUROPA CONTRO DRAGHI

Dall'articolo di Domenico Conti per l'Ansa

 

Nel frattempo, però gli ostacoli sulla via del nuovo 'bazooka' di Draghi sono aumentati. Vuoi perché Draghi è agli sgoccioli del mandato (termina il 31 ottobre), dunque un po' indebolito. Vuoi perché in molti vorrebbero mettere i puntini sulle 'i' con Christine Lagarde, la francese che gli succederà nel segno della continuità con la linea interventista dell'italiano.

 

christian sewing ceo deutsche bank

E una delle ragioni che circolano in ambienti tedeschi è che Draghi avrebbe forzato un po' la mano legando le mani al consiglio direttivo, facendo assaporare ai mercati una mossa dopo la quale un dietrofront provocherebbe uno scossone. Non c'è solo l'opposizione al Qe espressa da settimane dai governatori 'falchi' di Paesi come Germania, Austria, Finlandia Olanda e dalla consigliera esecutiva (tedesca) Sabine Lautenschlaeger.

 

C'è anche la posizione prudente di Francois Volleroy de Galhau (Banca di Francia) (…) E i problemi non si limitano al Qe: un tasso sui depositi che scende ancor più sotto zero comprime i margini d'interesse bancari.

 

draghi

I colossi europei, a partire da Deutsche Bank, gridano l'allarme da anni. Anche l'Abi, in una lettera inviata dal Presidente Antonio Patuelli e dal dg Giovanni Sabatini a Draghi e al governatore di Bankitalia Ignazio Visco, fa presente "la necessità che la prosecuzione di una politica monetaria altamente accomodante sia accompagnata da misure che ne mitighino gli effetti negativi sulla redditività delle banche, quali, ad esempio, un sistema a più livelli per la remunerazione delle riserve". Goldman Sachs, in un report, stima che dal 2014 a oggi le banche europee ci hanno rimesso qualcosa come 24 miliardi.

 

Così tanti soldi, per un'industria già in ginocchio, da rendere "fondamentale che un tiering accompagni ulteriori tagli dei tassi". Funzionerebbe così: una porzione dei depositi a un giorno di liquidità che le banche fanno alla Bce sarebbe esentata dal dover versare alla Bce un tasso pari a 0,5 o 0,6% (questa è la conseguenza dei tassi negativi). E per addolcire la pillola è in arrivo il nuovo Tltro. Draghi, insomma, dove essere assai creativo: perché a molti appare ormai chiaro che i tassi negativi rischiano di spingere le banche a dare meno prestiti, disfando così ogni giorno la tela costruita dal presidente della Bce per stimolare l'economia europea.

 

  1. BANCHE, I TASSI NEGATIVI SONO COSTATI 23 MILIARDI PRESSING PER LO SCONTO

draghi merkel

Dall'articolo di Alessandro Graziani per ''Il Sole 24 Ore'' del 10 settembre 2019

 

Dal 2014 a fine 2018 la politica dei tassi negativi sui depositi praticata da Bce ha generato perdite per oltre 23 miliardi nei conti delle banche europee. Solo nel 2018 si calcola che il danno economico sia stato di 7,5 miliardi. (…) In particolare - secondo una recente analisi di Goldman Sachs - tra le banche tedesche, francesi e del Benelux che, avendo circa l' 80% della liquidità parcheggiata in Bce, sarebbero le più danneggiate dall' ulteriore ribasso dei tassi negativi Secondo le analisi dell' agenzia Scope Ratings, «ogni ulteriore taglio di 10 punti base dei tassi sui depositi costerebbe almeno 1,7 miliardi alle banche europee».

 

 

  1. TRUMP DURO: «COSÌ SVALUTATE L'EURO LA FED SEDUTA, SIAMO STATI ANTICIPATI»

Flavio Pompetti per ''Il Messaggero''

 

«E la Fed è ferma. Seduta! Seduta! Seduta!». Donald Trump, furioso dopo l'annuncio del taglio dei tassi sull'euro da parte di Mario Draghi, torna a prendersela con il suo bersaglio preferito: il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell. «La Bce con una mossa repentina taglia dieci punti base - twitta il presidente - Lavorano con successo a deprezzare l'euro nei confronti del dollaro forte, e questo danneggia le nostre esportazioni. Loro guadagnano ogni volta che emettono debito, mentre noi dobbiamo pagare gli interessi!».

 

Christian Sewing Deutsche Bank

Questa semplificazione - semplificazione oggettivamente eccessiva - della strategia monetaria delle due banche centrali nasconde il vero nocciolo del problema per l'amministrazione Usa. Lo sforamento della spesa pubblica e la crescita precipitosa del debito sovrano stanno gravando sulle casse del Tesoro al ritmo approssimativo di 1,6 miliardi di dollari al giorno. E la generosa regalia concessa con la riforma fiscale alle imprese non ha portato l'effetto sperato di una spinta agli investimenti produttivi, e il Pil è depresso, grazie anche alla aggressiva politica commerciale voluta dal presidente.

 

In questo quadro complesso di concause che frenano l'economia nazionale, Trump vorrebbe che Powell lo sollevasse da ogni problema con i tagli al costo del dollaro o con una combinazione di Quantitative easing che equivarrebbe all'immissione di valuta nel sistema finanziario, anche a costo di alimentare l'inflazione, che ad agosto ha fatto segnare l'impennata più significativa di tutto il 2019.

CHRISTINE LAGARDE

 

LA RISPOSTA

Powell ripete all'infinito che non si piegherà alle pressioni politiche, ma l'iniziativa della Bce di fatto lo mette di fronte a una strada obbligata: il prossimo mercoledì il direttivo della Fed non potrà che ridurre di un altro quarto di punto (da 2,25% a 2%) gli interessi sull'overnight bancario, i fondi che le banche negli Usa prendono in prestito dalla Fed dopo la chiusura quotidiana, per soddisfare i parametri di liquidità richiesti dai regolamenti. La squadra degli economisti di Trump sta esplorando ogni possibile alternativa per attenuare la pressione fiscale della montagna del debito pubblico di 22.000 miliardi di dollari.

 

Il tesoriere Mnuchin ha confermato ieri che sta studiano seriamente l'ipotesi di emettere obbligazioni federali di corso cinquantennale, nella speranza di piazzarle ad almeno un punto percentuale sotto quelle già circolanti con trenta anni di scadenza. E ne avrebbe già parlato con gli investitori e presto estenderà la discussione ai rappresentanti dei governi alleati.

DONALD TRUMP JEROME POWELL

 

Sul piano internazionale la preoccupazione resta il rallentamento della crescita globale; una frenata che l'Ocse ha denunciato essere arrivata al punto più alto degli ultimi sei anni per i venti Paesi a maggior sviluppo industriale. Il fenomeno è influenzato dai tanti elementi di instabilità, ma la guerra commerciale in atto tra Usa e Cina è il più grave.

 

Dalle due capitali ieri sono arrivati per l'ennesima volta modesti segnali di disgelo: la Cina è tornata a promettere la riapertura degli acquisti di carni e di prodotti agricoli made in Usa, e una maggiore apertura del suo mercato interno alle aziende statunitensi. Da Washington è giunta la decisione di rinviare l'entrata in vigore del rincaro dei dazi di ultima generazione, quelli che sarebbero dovuti partire il primo di ottobre su 250 miliardi di dollari di valore in importazioni. Segnali di buona volontà, in attesa degli incontri di vertice a New York a fine mese, durante l'apertura dei lavori dell'Onu, e della ripresa delle trattative tra le delegazioni commerciali dei due paesi all'inizio di ottobre a Washington.

JEROME POWELL

 

Ultimi Dagoreport

giulio berruti maria elena boschi

L’INIZIO DELLA STORIA TRA L’ONOREVOLE MARIA ELENA BOSCHI E GIULIO BERRUTI, DENTISTA-ATTORE, È STATO FELICE, ALLIETATO DI SGUARDI ADORANTI SOTTO I FLASH DI “CHI”. L’INTRECCIO È CONTINUATO PER CINQUE ANNI TRA QUADRETTI FAMILIARI LIALESCHI PIENI DI BUONA VOLONTÀ MA SEMPRE PIÙ CARICHI DI TENSIONI. SAPPIAMO CHE NON C'È PIÙ GRANDE DOLORE, A PARTE I CALCOLI RENALI, DI UN AMORE FALLITO. QUINDI, ANNUNCIAMO COL DOVUTO RISPETTO, CHE È SCESO DEFINITIVAMENTE IL SIPARIO SULLA COPPIA BOSCHI E BERRUTI. BUONA FORTUNA A TUTTI...

conte appendino taverna bettini fassino roberto fico lorusso

INVECE DI COMPORTARSI DA "LADY MACBETH DEI MURAZZI", QUALCHE ANIMA PIA RICORDI A CHIARA APPENDINO CHE DIVENTÒ SINDACA DI TORINO GRAZIE NON SOLO AI GRILLONZI MA SOPRATTUTTO ANCHE AI TANTI VOTI DEL CENTRODESTRA CHE, DETESTANDO FASSINO, VOTARONO LA SPILUNGONA - QUELLA MIRACOLATA DELLA APPENDINO SI DEVE SCIACQUARE LA BOCCA PRIMA DI PARLARE DI GOFFREDO BETTINI COME “IL MALE DEL M5S” PERCHÉ, COME DICE CONTE, MERITEREBBE “UN MONUMENTO”– LO SCAZZO CON LA TAVERNA CHE LE HA RICORDATO COME SE FOSSERO STATE IN VIGORE LE REGOLE DI GRILLO “LEI NON AVREBBE AVUTO CARICHE…”

cdp cassa depositi e prestiti giovanbattista fazzolari fabio barchiesi giorgia meloni giancarlo giorgetti dario scannapieco francesco soro

DAGOREPORT - QUALCOSA DEVE ESSERE SUCCESSO IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE. CHE VIRUS HA COLPITO PALAZZO CHIGI PER PASSARE DA AMATO E LETTA A TALE GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI, UN TIPINO CHE FINO AL 2018, RICOPRIVA IL RUOLO DI DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA ALLA REGIONE LAZIO? - CHE È SUCCESSO A CASSA DEPOSITI E PRESTITI (CDP), HOLDING PUBBLICA CHE GESTISCE I 300 MILIARDI DI RISPARMIO POSTALE DEGLI ITALIANI, PER RITROVARCI VICEDIRETTORE GENERALE, CON AMPIE DELEGHE, DAL PERSONALE E GLI INVESTIMENTI ALLA COMUNICAZIONE, IL 43ENNE FABIO BARCHIESI, CHE ORA ASSUME ANCHE LA CARICA DI AD DI CDP EQUITY, LA PIÙ IMPORTANTE SOCIETÀ DEL GRUPPO? - COME SI FA A RICOPRIRE DI RUOLI NEVRALGICI DI POTERE L’EX FISIOTERAPISTA DI MALAGO' CHE NON HA MAI RICOPERTO IL RUOLO DI AMMINISTRATORE NEMMENO NEL SUO CONDOMINIO, CHE BALBETTA UN INGLESE APPENA SCOLASTICO E HA ALLE SPALLE UNA LAUREA IN ECONOMIA OTTENUTA, PRESSO LA SELETTIVA UNIVERSITÀ TELEMATICA UNICUSANO, A CUI SI AGGIUNGE UNA CATTEDRA, A CONTRATTO, ALLA LINK, L’ILLUSTRISSIMA UNIVERSITÀ DI VINCENZO SCOTTI? - ALL’ANNUNCIO DELLA NUOVA CARICA DI BARCHIESI, LO SCONCERTO (EUFEMISMO) È PIOMBATO NELLE STANZE DEL MEF, PRIMO AZIONISTA DI CDP, MENTRE PER LE FONDAZIONI BANCARIE L’ULTIMA PRESA DI POTERE DEL DUPLEX FAZZO-BARCHIESI, IN SOLDONI, E' “IL PIÙ GROSSO SCANDALO POLITICO-FINANZIARIO MAI VISTO NEL BELPAESE...”

maurizio landini giorgia meloni

IL SESSISMO È NELLA CONVENIENZA DI CHI GUARDA – LA SINISTRA DIFENDE LANDINI CHE HA DEFINITO “CORTIGIANA” GIORGIA MELONI: PENSATE COSA SAREBBE SUCCESSO NEL "CAMPO LARGO" E NEI GIORNALI D'AREA SE L’AVESSE DETTO SALVINI DI UNA BOLDRINI QUALSIASI. AVREMMO AVUTO PAGINATE SUL SESSISMO DEL BIFOLCO PADANO. MA IL SEGRETARIO DELLA CGIL È "UN COMPAGNO CHE SBAGLIA", E ALLORA VA DIFESO: “È SOLO UN EQUIVOCO” – NON CHE LA DESTRA DIFETTI DI IPOCRISIA: GIORGIA MELONI SI INDIGNA PER "CORTIGIANA" EPPURE E' LA MIGLIORE ALLEATA DI TRUMP, UNO CHE SI VANTAVA DI "AFFERRARE TUTTE LE DONNE PER LA FICA”

flavio cattaneo ignazio la russa giorgia meloni carlo calenda matteo salvini

DAGOREPORT - IL CONTESTO IN CUI È ESPLOSO LO SCONTRO-CON-SCAZZO TRA CARLO CALENDA, E L’AD DI ENEL, FLAVIO CATTANEO, HA COLPITO GLI HABITUÉ DEI PALAZZI ROMANI - IL DURO SCAMBIO NON È AVVENUTO IN UN TALK DE LA7, BENSÌ A UN GALLONATISSIMO CONVEGNO DI COLDIRETTI, LA FILO-GOVERNATIVA ASSOCIAZIONE CHE RAGGRUPPA 1,6 MILIONI DI IMPRENDITORI AGRICOLI (LA PRIMA USCITA PUBBLICA DI MELONI PREMIER FU A UN CONVEGNO COLDIRETTI) - L’INVITO AL CALENDA FURIOSO, DA MESI SMANIOSO DI ROMPERE LE OSSA A CATTANEO, È STATO “LETTO” NEI PALAZZI ROMANI COME UN SEGNO DI “DISTACCO” TRA LA STATISTA DELLA SGARBATELLA E L’AD DI ENEL, IL CUI MANDATO SCADE LA PROSSIMA PRIMAVERA DEL 2026 – E QUANDO IN UN SUCCESSIVO TWEET CALENDA COINVOLGE I GRAN MENTORI DELL'INARRESTABILE CARRIERA DI CATTANEO, LA RUSSA E SALVINI, SI ENTRA IN QUEL LUNGO E SOTTERRANEO CONFLITTO DI POTERE CHE FECE SBOTTARE ‘GNAZIO: “GIORGIA VUOLE CONTROLLARE TUTTO: PALAZZO CHIGI, IL SUO PARTITO, QUELLI DEGLI ALTRI, MA È IMPOSSIBILE’’ -  ORA IL DESTINO CINICO E BARO VUOLE CHE SUL CAPOCCIONE DI CATTANEO, OLTRE ALLA MANGANELLATA DI CALENDA, SIA ARRIVATO UNO SGRADITO OSPITE, UN NON IDENTIFICATO SPYWARE CHE L’HA SPIATO NOTTE E DÌ... - VIDEO - LA VIGNETTA ANTI-CALENDA DI "OSHO": "A PROPOSITO DE UTILI, VOLEMO PARLA' DELL'UTILITÀ DI AZIONE?"

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...