LA FINE DI SCAJOLA-BANK - BERNESCHI A PEZZI: BANKITALIA DECAPITA IL VERTICE DI CARIGE, SETTIMA BANCA ITALIANA

Teodoro Chiarelli per "La Stampa"

Un atto d'accusa, molto severo, in cinque punti. Banca d'Italia interviene, ancora una volta, sulla gestione di Banca Carige e lo fa con la relazione del suo servizio Vigilanza che lo scorso 26 luglio ha terminato un'accurata ispezione nell'istituto di credito genovese.

Gli ispettori guidati da Carmelo Lattuca, che ieri hanno incontrato il cda della banca, chiedono una radicale revisione della governance di Banca Carige e una discontinuità ai vertici. Tradotto, come confermano autorevoli fonti vicine al dossier, significa un nuovo presidente al posto di Giovanni Berneschi (da 25 anni "padre-padrone" dell'istituto di credito e attualmente anche vicepresidente dell'Abi) e un nuovo presidente del collegio sindacale al posto di Andrea Traverso.

Bankitalia chiede inoltre un ampio rinnovamento dell'intero consiglio di amministrazione che dovrà essere nominato dall'assemblea convocata per il 30 settembre prossimo. Via Nazionale insiste affinché in cda entrino più consiglieri indipendenti, caratterizzati da forte impermeabilità ai condizionamenti politico-economici della regione e che sia evitato il passaggio in banca di esponenti di vertice della Fondazione che con il 47% delle azioni esprime 7 dei 15 consiglieri.

Indicazioni che tagliano le gambe, ad esempio, alle ambizioni del vicepresidente della Fondazione Pier Luigi Vinai, già candidato sindaco Pdl contro Marco Doria. Perfino superfluo sottolineare che per il dopo-Berneschi venga invocata una figura di standing elevato e di comprovata autonomia.

Figura che il presidente della Fondazione, Flavio Repetto, avrebbe individuato di Pier Giorgio Alberti, avvocato e docente di diritto amministrativo, già consigliere di amministrazione di Finmeccanica e Parmalat su indicazione di Mediobanca.

Secondo alcune fonti, Bankitalia avrebbe anche caldeggiato l'istituzione della figura, oggi assente, di amministratore delegato. Il compito di individuarlo, in ogni caso, spetterà al nuovo consiglio di amministrazione. Sembrerebbe esclusa la "promozione" dell'attuale direttore generale, Ennio La Monica, coinvolto nei pesanti rilievi sollevati da Via nazionale nei confronti di Berneschi e del vecchio cda.

Gli ispettori della Vigilanza hanno ribadito la necessità di un rafforzamento patrimoniale, già valutato in 800 milioni di euro, e chiesto la ridefinizione del piano industriale per migliorare i profili di redditività della Carige. Infine, punti quattro e cinque, un potenziamento dei controlli interni e un consistente rafforzamento del processo del credito.

Secondo altre indiscrezioni, la relazione di Bankitalia avrebbe chiesto l'uscita dal comparto assicurativo (Carige Assicurazioni e Carige Vita), foriero di pesanti perdite in passato, e sarebbe ritornata sulla questione delle rettifiche dei crediti: proprio su imput di Bankitalia, Carige ha predisposto un piano di rafforzamento patrimoniale mentre, in seguito alle ispezioni di del 2012 e di quest'anno, l'istituto ha rettificato il portafoglio crediti per 396 milioni lo scorso anno e per 240 milioni nel 1° semestre 2013.

Evidentemente la battaglia scatenata da Repetto non nasceva da ragioni personali, ma dall'esigenza, una volta compreso che la gestione faceva acqua da più parti, di dare una svolta alla governance di Carige.

Cresce intanto a Genova l'attesa per la presentazione delle liste che dovrà avvenire entro giovedì prossimo. La Fondazione, cui spetta indicare presidente e vice, darà le sue indicazioni domani. Si sa che verranno indicate due donne: Evelina Christillin ed Elena Vasco i nomi più accreditati.

Quattro consiglieri ciascuno esprimeranno i francesi della banca Bpce (hanno il 9,9% delle azioni) e i "pattisti" privati (Gavio, Bonsignore, Coop, famiglia Berneschi e altri per poco più del 6%) che proprio ieri si sono riuniti per fare il punto della situazione. Fra l'altro dalle loro liste dovrà uscire l'indicazione di altre due donne.

 

BANCA CARIGE visco ignazio Ignazio Visco GIOVANNI BERNESCHI FOTO INFOPHOTOBERNESCHI CLAUDIO SCAJOLA MARCO DORIA FLAVIO REPETTO

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO