evasione fiscale

GONG! LA CORTE DEI CONTI BATTE UN COLPO: 800 MILIARDI LE TASSE NON PAGATE, MA SE DICE BENE (TRA FALLIMENTI, MORTI E NULLATENENTI) SE NE POSSONO INCASSARE SOLO 27 - DALL’UFFICIO IVA DI NAPOLI UN BUCO DI 56 MILIARDI - PADOAN SI ASPETTA 4 MILIARDI DALLA ROTTAMAZIONE DELLE CARTELLE EQUITALIA

 

Paolo Baroni per “La Stampa"

 

TASSETASSE

Se Pier Carlo Padoan avesse la bacchetta magica e potesse di colpo incassare tutte le tasse rimaste in sospeso nel corso degli anni ridurrebbe di un terzo il debito pubblico. Secondo l' ultimo rendiconto generale dello Stato redatto dalla Corte dei Conti, infatti, ancora l' anno scorso nel bilancio dello Stato erano iscritti ben 795 miliardi di residui da riscossione relativi ai ruoli emessi dall' Agenzia delle entrate.

 

In realtà nella loro relazione i magistrati contabili gelano subito ogni aspettativa, perché il valore di presunto realizzo supera di poco i 27 miliardi di euro, appena il 4,8% del totale.

 

Che fine hanno fatto gli altri 768 miliardi? La spiegazione sta nelle cosiddette rettifiche. La sola Agenzia delle Entrate negli anni ha chiesto di abbattere 534,2 miliardi di residui. Poi ci sono le cosiddette «informazioni contabili ritardatarie» ed in questo caso la Corte cita un caso clamoroso, quello dell' ex Ufficio Iva di Napoli, che da solo, tra vecchi condoni e accertamenti infondati e/o inesigibili, ha prodotto un «buco» di 56,14 miliardi. In pratica due volte la manovra che il governo ha appena varato.

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Tutti questi residui sono calcolati al lordo, ma anche al netto l' importo è da paura: 552,6 miliardi. Peccato però che di questi ben 117,6 siano a carico di soggetti falliti e altri 65,3 riguardino persone decedute oppure ditte che hanno cessato l' attività. Tant' è che da questi contribuenti si pensa di ricavare poco o nulla, appena il 2,5% dell' arretrato. Se va bene 4,5 miliardi in tutto.

 

Poi ci sono 242,8 miliardi legati a procedure esecutive e cautelari che a loro volta non produrranno un euro di incasso ed altri 75,9 miliardi di cartelle intestate a soggetti che in base ai dati dell' anagrafe tributaria risultano… nullatenenti. Per cui anche da loro non ci si aspetta più nulla. Per fare cassa restano i creditori solvibili (8 miliardi recuperabili su 50,9 di debito netto) e gli importi già rateizzati (altri 14,48 miliardi).

Evasione FiscaleEvasione Fiscale

 

Se si guarda ai conti di Equitalia si ritrova ovviamente la stessa situazione, aggravata però da interessi legali, sanzioni amministrative, aggi e interessi di mora, per cui alla fine il conto totale lievita all' incredibile cifra di 1.058 miliardi. A tanto ammonta infatti il totale dei crediti non riscossi affidati alla società mista Agenzia Entrate-Inps. Anche questo dato però va ripulito: togliendo i crediti annullati dagli stessi enti che avevano emesso le cartelle esattoriali, tolte le somme difficilmente recuperabili, quelle sospese in seguito a sentenze e forme di autotutela si scende a 506 miliardi.

 

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Poi, se si sottraggono anche le posizioni già oggetto di azioni esecutive di recupero non andate a buon fine (60% del totale), gli importi già riscossi (81 miliardi) e quelli rateizzati (24,5), ad Equitalia restano appena 85 miliardi. O meglio 51 miliardi, 55 secondo altre stime, che sono le cartelle effettivamente «lavorabili». Che è esattamente il tesoretto finito nel mirino dell' operazione-rottamazione. Se si applicasse l' aliquota del 4,8 indicata dalla Corte dei Conti per il totale del residuo, il Tesoro dovrebbe incassare tra 2,4/2,6 miliardi di euro. Padoan, invece, rottamando le cartelle punta a racimolare 4 miliardi.

 

Il decreto che cancella sanzioni e more, sia per i vecchi ruoli sia per quello che resta ancora da rateizzare per chi sta invece già pagando, è quasi pronto. La novità dell' ultima è rappresentata da una norma anti-furbetti che punta a scoraggiare eventuali «comportamenti opportunistici». Chi ha in corso la rateizzazioni potrà infatti accedere alla rottamazione a patto che «risultino adempiuti tutti i versamenti con scadenza dall' 1 ottobre al 31 dicembre 2016». E lo stesso vale per chi ha sospeso i pagamenti. Anche in questo caso la decadenza dal piano di rateizzazione deve essere intervenuta prima dell' 1 ottobre. La norma-Equitalia entrerà infatti in vigore col 2017, non prima.

 

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