BORSA IN CALO (-0,24%) CON DATI USA E TRIMESTRALI ITALIANE INFERIORI ALLE ATTESE - I BTP SUPERANO INDENNI LA SETTIMANA DEL BANANA CONDANNATO


1. BORSA: -0,24% FTSE MIB IN CHIUSURA, PESANO TRIMESTRALI E DATI USA
Radiocor - Chiusura senza scossoni per le principali piazze europee al termine di una seduta vissuta nell'attesa dei dati americani sull'andamento dell'occupazione in luglio che tuttavia non hanno portato le indicazioni sperate. Piazza Affari ha risentito poi dei conti inferiori alle attese riportate da alcune aziende di primo piano. Al termine della giornata, il Ftse Mib ha cosi' ceduto lo 0,24%.

Da segnalare il ribasso dell'1,96% accusato da Mediaset all'indomani della sentenza definitiva emessa dalla Cassazione contro Silvio Berlusconi per i diritti tv e della presentazione dei risultati relativi al primo semestre che hanno visto l'utile calare del 30% su ricavi in discesa del 13%, sostanzialmente in linea con le attese degli analisti. Ha chiuso invece in forte ribasso il titolo Telecom Italia che ha ceduto il 4,23% dopo aver chiuso il semestre con un rosso di 1,4 miliardi e aver rivisto al ribasso i target di ebitda per il 2013.

Non sono valse ad attenuare le reazioni del mercato le parole del presidente Franco Bernabe' che in conference call ha negato che ci sia bisogno di un aumento di capitale. Male anche Fia t (-2,61%) dopo il calo del 5,5% delle immatricolazioni a luglio e Intesa Sanpaolo che ha perso il 2,4% dopo la pubblicazione dei risultati per il secondo trimestre che hanno visto l'utile netto (116 mln) calare piu' delle attese degli analisti che puntavano su una cifra di circa 178 mln. Sul mercato valutario un euro tratta a 1,3290 dollari (da 1,3208) e 131,33 yen (da 131,45). Il dollaro si indebolisce anche sulla moneta giapponese a 98,80 yen (da 99,52). Petrolio in calo dell'1,19% a 106,61 dollari al barile.


2. LE BORSE EUROPEE CHIUDONO PIATTE, INDICAZIONI CONTRASTANTI DAGLI USA
Finanza.com -Chiusura di ottava in parità per le borse del Vecchio continente. A Londra il Ftse100 ha evidenziato un rosso di mezzo punto percentuale (-0,51%) fermandosi a 6.647,87 mentre Dax e Cac40 hanno terminato in sostanziale parità (-0,05 e -0,07 per cento) a 8.406,94 e a 4.045,65 punti. Segno più per l'indice spagnolo, l'Ibex, cresciuto dello 0,4% a 8.574.

Indicazioni contrastanti quelle arrivate nel corso della seconda parte dal mercato del lavoro a stelle e strisce: il tasso di disoccupazione è sceso più delle attese al 7,4%, il livello minimo da fine 2008, mentre la crescita delle buste paga ha rallentato la sua corsa fornendo un saldo positivo di 162 mila unità, oltre 20 mila in meno rispetto alle stime.

3. BTP SUPERANO INDENNI SENTENZA BERLUSCONI MA MERCATO RESTA ALLERTA
(Reuters) - Chiusura positiva per i Btp, che superano indenni una settimana scandita da una serie di eventi chiave, su tutti la sentenza che ha condannato definitivamente ieri sera Silvio Berlusconi per frode fiscale.

La tenuta dei titoli di Stato italiani è sintomo di come al momento gli operatori finanziari scontino la tenuta del governo guidato da Enrico Letta e non ritengano la decisione della Suprema Corte un fattore immediatamente destabilizzante per l'esecutivo, di cui il Cavaliere è azionista di peso.
"Certamente valutiamo lo scenario politico quando scegliamo gli investimenti, ma non siamo particolarmente preoccupati della situazione in Italia, perché riteniamo siano ben poche le alternative a questo governo", commenta Giordano Lombardo, responsabile investimenti di Pioneer.

"Il governo - prosegue Lombardo - sta lavorando bene e sta beneficiando delle riforme introdotte dall'esecutivo precedente, che sono state abbastanza efficaci... i saldi di bilancio verranno rispettati, forse con un diverso mix".
Il tasso del decennale italiano ha terminato la seduta a 4,27% da 4,369% di ieri sera, tenendosi poco sotto il punto medio del range in cui si è mosso quest'anno, ma lontano dal picco del 4,9% segnato a fine febbraio, quando le elezioni non conferirono a nessuno schieramento i numeri parlamentari sufficienti a formare un governo aprendo la strada, due mesi dopo, all'accordo tra Pd, Pdl e Scelta Civica.

Alla resilienza del mercato obbligazionario italiano hanno contribuito i messaggi accomodanti, arrivati sempre questa settimana, dai meeting di politica monetaria della Banca centrale europea e soprattutto della Federal Reserve, che non ha fatto cenno ai tempi di una riduzione dello stimolo all'economia, mantenendo appetibili i tassi italiani.

I dati positivi ma non brillantissimi sugli occupati Usa di luglio, arrivati nel primo pomeriggio, hanno ulteriormente raffreddato l'aspettativa di una riduzione dello stimolo a breve.
E ancora, con i collocamenti dei giorni scorsi, il Tesoro italiano ha completato il 70% del programma di emissioni previsto per quest'anno.
Fino alla del mese, poi, non ci saranno nuove aste a medio lungo, e dunque potenziali pressioni dal lato dell'offerta, visto che è stata come di consueto annullata la tornata di collocamenti di metà agosto.

Sono intanto arrivati segnali di risveglio dell'economia, alla prese con la recessione più lunga dal Dopoguerra, che collimano con le aspettative del governo di un ritorno alla crescita nell'ultima parte dell'anno.
In termini di spread nei confronti dell'analoga scadenza tedesca, l'Italia paga in chiusura di seduta un premio di rendimento di 263 punti base. Il differenziale, che ieri aveva chiuso a 270 punti base, in mattinata si è stretto fino a 262 punti base, minimo dall'inizio di giugno.
"Continuiamo a muoverci sui livelli visti negli ultimi due mesi. Dal punto di vista politico, non ci sono state reazioni scomposte alla conferma della condanna, e questo sembra essere un messaggio che al momento nulla cambia per il governo", commenta il dealer di una banca italiana specialista.

RISCHIO POLITICO RESTA ALTO MA PER ORA SULLO SFONDO
D'altra parte, la condanna di Berlusconi rende ancora più tortuoso il percorso del governo Letta e lo espone al rischio di fibrillazioni ancora più intense di quelle già vissute nei primi tre mesi di vita. Stamane è arrivato l'avvertimento di Stefano Fassina, viceministro all'Economia del Pd: se nell'agenda di governo, a cominciare dall'Imu nelle prossime settimane, il Pdl scaricasse le tensioni giudiziarie di Berlusconi, il Partito democratico potrebbe decidersi a porre fine all'esecutivo.

E lo stesso Letta, nel corso della conferenza stampa post Consiglio dei Ministri, ha dichiarato di non avere intenzione di andare avanti a tutti i costi.
"Io lavoro perché prevalga l'interesse dell'Italia che non è il logoramento. Non considero che il continuare a tutti i costi faccia parte dell'interesse del Paese. L'interesse del Paese è lavorare bene come noi stiamo facendo e come sono convinto continueremo a fare".
La delicatezza della fase politica impone agli investitori di mantenere un livello di allerta elevato.

"Possiamo aspettarci qualche turbolenza nel governo nelle prossime settimane, quindi sono abbastanza preoccupato per quel che riguarda la mia esposizione ai Btp", dice Mario Pavan, senior porfolio mangager di Anima Sgr, che gestisce un fondo da 765 milioni di euro. Pavan spiega che manterrà l'attuale livello di esposizione per il momento, riducendolo solo se dalla decisione del Senato, chiamato al voto sulla decadenza di Berlusconi dalla carica di senatore, derivasse la caduta del governo.

In quel caso, "taglierò di sicuro una buona porzione della parte più lunga della curva e probabilmente manterrò l'esposizione a breve", aggiunge il gestore, che definisce sicure le scadenze più brevi grazie al piano di acquisto bond predisposto circa un anno fa dalla Bce.


4. INTESA SANPAOLO: CUCCHIANI, PAGAMENTO DIVIDENDO È CHIARA PRIORITÀ DEL MANAGEMENT
Finanza.com - "Il pagamento dei dividendi è una chiara priorità del management e i nostri coefficienti patrimoniali sono allineati a questa priorità". A dirlo Enrico Cucchiani, Ceo di Intesa Sanpaolo, durante la conference call di presentazione dei conti di Ca'de Sass.

Per l'Ad la revisione della qualità degli attivi e i prossimi stress test potrebbero mettere sotto pressione i bilanci delle banche europee e per questo saranno possibili nuovi aumenti di capitale, che non saranno indolori. Cucchiani però ha voluto puntualizzare che il riferimento è al settore e non a Intesa Sanpaolo, che invece gode di una posizione molto forte: "Siamo una delle banche più capitalizzate a livello europeo".

5. INTESA SP: CUCCHIANI, NESSUN DESIDERIO A PARTECIPARE A SALVATAGGI
(ASCA) - ''Non abbiamo desiderio a partecipare ad alcun salvataggio'', cosi' Enrico Cucchiani, ammministratore delegato di Intesa SanPaolo, rispondendo, nel corso della conference call, a una domanda di un analista che chiedeva se Intesa San Paolo fosse interessata a partecipare al salvataggio di qualche player bancario nazionale.

''Non siamo interessati a consolidamenti sul mercato domestico. In Italia abbiamo gia' una presenza significativa, siamo la maggiore banca. Discorso diverso se dovesse iniziare un processo di consolidamento a livello pan-europeo, dove occorre farsi trovare preparati, indipendentemente dalle propensioni personali. Cosi' Enrico Cucchiani, amministratore delegato di Intesa SanPaolo, rispondendo nel corso della conference call con gli analisti a una domanda sugli scenari nazionali ed europei del settore bancario europeo.

6. FIAT: ZANONATO, MARCHIONNE VUOLE INVESTIRE IN ITALIA
(ASCA) - Le dichiarazioni di Marchionne sull'Alfa Romeo? ''Marchionne ha detto che vuole avere condizioni tranquille e sicure per poter investire in Italia. Io penso che Marchionne abbia voglia di investire in Italia. Bisogna lavorare insieme perche' si parlino sindacato e azienda e alla fine si costruisca, anche con la collaborazione del Governo, un tavolo per valotizzare Fiat e contemporaneamente valorizzare i lavoratori e loro diritti''. Cosi' il ministro dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato, a margine della firma di un accordo nella sede del Dicastero.

7. FIAT, LANDINI: NON RISPETTERÀ SENTENZA CONSULTA. AZIENDA: FALSO
(Reuters) - L'incontro odierno tra Fiom e Fiat si è risolto in un muro contro muro, con il segretario generale del sindacato dei metalmeccanici Cgil, Maurizio Landini, che ha accusato l'azienda di non voler rispettare una sentenza della Corte Costituzionale e la Fiat che invece afferma che lo farà.

"L'incontro è andato male, la Fiat non vuole applicare la sentenza (della Consulta) e ci ha chiesto un riconoscimento preventivo del contratto di gruppo firmato dalle altre sigle", ha detto Landini al termine del confronto di circa due ore col responsabile delle Relazioni industriali del gruppo torinese, Pietro de Biasi.

Il rappresentante dell'azienda, ha aggiunto Landini, "non è stato disponibile a fissare nessun altro incontro".
"Come spesso gli succede, il segretario della Fiom... strumentalizza a suo piacimento quanto è stato detto nel corso dell'incontro tra l'Azienda e la sua organizzazione sindacale", ha detto la Fiat in un comunicato seguito alle dichiarazioni del sindacalista.
"La Fiat nella riunione di oggi ha chiaramente detto che rispetterà la sentenza della Corte Costituzionale la cui applicazione non può che essere di competenza dei giudici di merito, non certamente di Landini".

Le altre sigle sindacali - Fim, Fismic, Ugl, Uilm e i rappresentanti dei quadri - ricevute nella mattinata Da Fiat hanno ottenuto per settembre un nuovo incontro per avviare la trattativa sul rinnovo del contratto e ottenere il rispetto degli impegni sugli investimenti da parte della casa di Torino.
Giuseppe Farina, della Fim, e Rocco Palombella al termine dell'incontro hanno detto che l'azienda ha dato rassicurazioni "sulla politica degli investimenti, ma che non ha voluto fare date vista la situazione di mercato".

A inizio luglio la Corte Costituzionale ha stabilito che l'esclusione dei sindacati che non sottoscrivono gli accordi aziendali dalla rappresentanza e dai benefici previsti dallo Statuto dei lavoratori, viola alcuni articoli della Costituzione. E ha sentenziato che per ottenere i benefici previsti dalla legge 300 del 1970 sia sufficiente che un sindacato partecipi alle trattative per la firma di un contratto anche senza sottoscriverlo.

La sentenza ha provocato una dura reazione da parte di Fiat anche perchè la Consulta ha compiuto un cambio di interpretazione rispetto a precedenti decisioni sulla materia.
Landini ha detto che adesso c'è bisogno "di un intervento del governo che spinga l'azienda a far applicare la sentenza: non è un problema di Fiom, ma di democrazia".
Il capo della Fiom ha detto inoltre che "da parte di Fiat non è venuto un invito a firmare l'accordo che ci ha tolto i diritti, ma che l'azienda ha chiesto una semplice disponibilità a riconoscerlo, che secondo noi è anche peggio".

"Le dichiarazioni del segretario della Fiom di oggi sono la testimonianza che è impossibile tenere rapporti normali con la sua organizzazione che peraltro non tiene alcun conto della posizione degli altri sindacati che rappresentano la maggioranza dei lavoratori della Fiat", ha ribattuto l'azienda.


8. FIAT-RCS: ANTITRUST APRE FASCICOLO IN SCIA AD ESPOSTO CODACONS
Finanza.com -"L'Antitrust ha reso noto di aver aperto un fascicolo per verificare la regolarità della partecipazione Fiat in Rcs, in seguito all'esposto presentato dal Codacons". E' quanto riporta una nota dell'associazione che nei giorni scorsi si era rivolta all'Autorità per la concorrenza. Per il Codacons, "il controllo del gruppo editoriale Rcs ha un'enorme rilevanza nell'assetto e nel bilanciamento degli interessi economici e sociali del nostro paese.

Di conseguenza, eventuali abusi rischierebbero di compromettere seriamente i diritti costituzionalmente garantiti del pluralismo informativo e della libertà economica". "Per questo il Codacons ha presentato un esposto a tutela degli utenti dei servizi di informazione grazie al quale l'Antitrust verificherà ora il rispetto delle norme di legge a garanzia della concorrenza e della libertà d'informazione".

 

ANTI BERLUSCONI DAVANTI ALLA CASSAZIONE SENTENZA BERLUSCONI SOSTENITORI DI SILVIO DAVANTI LA CASSAZIONE IL DITO MEDIO DI CATTELAN ALLENTRATA DEL PALAZZO DELLA BORSA A MILANO BERLUSCONI SPREAD ENRICO LETTA E BERLUSCONI ENRICO LETTA E SILVIO BERLUSCONIENRICO CUCCHIANI A BAGNAIAALESSANDRO PROFUMO ENRICO CUCCHIANI DAVID THORNE FOTO DA FLICKR AMBASCIATA USA Flavio Zanonato SERGIO MARCHIONNE jpeglandini la sala della corte costituzionaleil Presidente de La Stampa e di Fiat John Elkann e lAd di RCS Pietro Scott Jovane

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