BUND E SBANK: LA GUERRA DEI TEDESCHI ALLA BCE - I RAPPORTI TRA DRAGHI E WEIDMANN SONO PESSIMI, E STAVOLTA LA MERKEL NON METTERÀ PACE TRA BCE E BUNDESBANK. SCORDATEVI IL QUANTITATIVE EASING

Noah Barkin e Eva Taylor e Paul Taylor per Reuters

 

weidmann draghi weidmann draghi

Ai primi di ottobre, Benoit Coeure, membro francese del board Bce, si è recato a Berlino per una visita alla Cancelleria tedesca, durante la quale ha sommessamente espresso le preoccupazioni dell'Eurotower circa le crescenti critiche espresse da politici teutonici nei riguardi dell'operato della banca centrale europa.

 

Coeure, uno degli uomini più vicini al presidente della Bce Mario Draghi a Francoforte, sperava di ricevere rassicurazioni sul fatto che la campagna di stroncature da parte tedesca, guidata dal ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble, sarebbe finita presto.

 

Ma la risposta ottenuta dai consiglieri di Angela Merkel non è stata affatto confortante, a quanto si apprende da una fonte informata dei colloqui.

 

Jens Weidmann e Angela MerkelJens Weidmann e Angela Merkel

La cancelliera continuerà ad evitare di mettere in discussione le politiche della Bce in pubblico. Ma sarà difficile contenere l'ondata di malcontento che serpeggia fra i politici tedeschi riguardo l'operato della banca centrale europea, in particolare se Draghi continuerà a puntare su misure non convenzionali per rafforzare l'economia dell'area euro, come ad esempio l'acquisto massiccio di bond governativi.

 

"Se sarà così, ne verrà fuori un dibattito pubblico", ha detto un alto funzionario tedesco parlando a Reuters in condizioni di anonimato. "Le critiche tedesche alla Bce verranno a galla apertamente".

 

In un'ormai famosa dichiarazione del 2012, Draghi promise che avrebbe fatto "qualunque cosa fosse necessaria" per difendere la moneta unica, una posizione che la Merkel sostenne, dicendo che la Bce stava agendo all'interno del suo mandato.

DRAGHI MERKELDRAGHI MERKEL

 

A due anni di distanza, le relazioni del banchiere italiano con il suo principale azionista - i tedeschi - si stanno incrinando con preoccupanti implicazioni per l'Europa e per la sua già fragile economia.

 

Questa tensione si avverte in modo inequivocabile nei rapporti fra Draghi e il presidente di Bundesbank Jens Weidmann, che secondo numerose fonti contattate da Reuters in condizioni di anonimato, sarebbero ormai giunti ad un punto di rottura. E peggio. La Merkel si sarebbe sentita tradita da quanto detto da Draghi alla conferenza dei banchieri centrali a Jackson Hole, in Wyoming ad agosto, durante la quale il numero uno della Bce ha invitato apertamente Berlino ad allentare le sue politiche fiscali per stimolare la crescita.

 

L'entourage della cancelliera sarebbe anche molto scettico circa il piano di Draghi sull'acquisto di ABS (asset-backed securities) e covered bond nella speranza di spingere le banche a prestare denaro.

MERKEL E DRAGHI MERKEL E DRAGHI

 

Ma più di tutto, ciò che preoccupa i politici a Berlino è che se questo schema non funzionerà, Draghi potrebbe essere tentato di approdare ad una politica di quantitative easing. Un tabù in Germania e un passo che secondo gli alleati di Merkel non farebbe altro che rafforzare il partito tedesco anti-euro Alternativa per la Germania (AfD).

 

Perdere il sostegno dello stato membro più importante ed influente dell'area euro sarebbe fatale per la credibilità della Bce, erodendo la fiducia dell'opinione pubblica nella sua capacità di lavorare con i governi europei per riportare il Vecchio continente sulla strada della crescita.

 

"Fino ad ora, la Bce era fiduciosa, nonostante tutte le critiche apparse sui media tedeschi, che avrebbe potuto contare su Schaeuble e Merkel," spiega Marcel Fratzscher, ex capo del dipartimento di analisi delle politiche internazionali alla Bce e ora presidente dell'istituto economico DIW a Berlino.

Draghi e SchaeubleDraghi e Schaeuble

 

"Ma le recenti forti critiche sono state una vera e propria sveglia. E ora ci si domanda se Draghi abbia o meno il pieno supporto di Berlino. Il criticismo tedesco rappresenta una grossa preoccupazione per la Bce".

 

La Banca centrale europea, citando la sua indipendenza, non ha voluto commentare lo stato delle sue relazioni con Berlino.

 

Un portavoce del governo tedesco ha detto di essere convinto che la Bce stia agendo all'interno del suo mandato per garantire la stabilità dei prezzi, e non ha dunque voluto commentare oltre.

 

"IRREPARABILMENTE COMPROMESSI"

 

I rapporti tra Draghi e Weidmann, ex consigliere della Merkel divenuto governatore della Bundesbank tre anni fa, sono al momento particolarmente incrinati, secondo una mezza dozzina di banchieri centrali e funzionari governativi sentiti da Reuters.

BENOIT COEUREBENOIT COEURE

 

Le relazioni tra i due non sono mai state facili. Weidmann si è pubblicamente opposto al programma di acquisto di bond propugnato da Draghi mesi dopo la famosa promessa del 2012. Ma negli ultimi mesi, la reciproca diffidenza è aumentata, secondo fonti vicine ad entrambe le parti.

 

Una settimana dopo la visita di Coeure a Berlino, Draghi e il portavoce di Weidmann hanno reso conferenze stampa separate, nello stesso giorno, ad un piccolo gruppo di cronisti tedeschi ad un meeting dell'Fmi a Washington. Draghi ha elencato per filo e per segno tutte le misure cui Weidmann si era opposto da quando alla guida di Buba. Mentre il collaboratore di Weidman, dalla sua, si è lamentato del fatto che Draghi stesse volutamente tenendo nell'ombra i governatori centrali delle banche nazionali senza creare consenso tra i 24 membri del board, secondo fonti presenti ai due briefing.

 

Pochi giorni dopo, a Francoforte, i due banchieri centrali si sono accusati di reciproco sabotaggio tramite i media, secondo una fonte a conoscenza della questione.

trichettrichet

 

"La relazione tra i due è irreparabilmente compromessa", ha detto una seconda fonte che conosce entrambi.

 

"E' diventato un fatto personale", ha aggiunto una terza fonte Bce.

 

Un portavoce di Francoforte ha sminuito la questione, affermando che è salutare che vi siano posizioni differenti all'interno del board.

 

Buba non ha voluto commentare.

 

Tensioni tra il presidente Bce e i membri tedeschi del board si sono verificate anche in passato. Durante la presidenza del francese Jean Claude Trichet, predecessore di Draghi, nel 2011, il numero uno di Bundesbank Axel Weber e il membro tedesco della Bce Juergen Stark diedero le dimissioni in aperto contrasto con le scelte di politica monetaria adottate da Trichet.

 

Non ci sono segnali al momento che Weidmann possa seguire il loro esempio.

 

"DOVREMO COMBATTERE"

Peter PraetPeter Praet

 

Persino alti funzionari di Bundesbank hanno iniziato ad esprimere preoccupazione per il deteriorarsi delle relazioni tra le due istituzioni.

 

Membri del board Bce hanno ammesso di essere preoccupati circa le crescenti critiche verso la Banca centrale europea in Germania, dove voci positive come quella di Fratzscher sono state soppiantate da scettici come l'economista Hans-Werner Sinn e il commentatore della Frankfurter Allgemeine Holger Steltzner che ha definito la Bce una "bad bank".

 

"Dovremo combattere" per tenere i tedeschi nel board, ha detto un membro del consiglio Bce.

 

Il governo di Angela Merkel aveva sostenuto la Bce quando Weber e Stark avevano lasciato i loro incarichi tre anni fa, aiutando Trichet a superare le pesanti defezioni. Ma questa volta sembra più scontento di quanto sta facendo Draghi, in parte a causa della minaccia elettorale costituita dall'AfD per la Cdu.

schauble MERKELschauble MERKEL

 

Uno dei problemi principali, spiegano alcuni funzionari, è che da quando lo scorso anno hanno lasciato Joerg Asmussen, membro del board Bce, e l'alto consigliere Christian Thimann, Draghi non ha più avuto a Francoforte alleati tedeschi in grado di diffondere il suo messaggio a Berlino.

 

Asmussen è stato rimpiazzato da Sabine Lautenschlaeger, esperta di finanza senza esperienza politica, mentre il posto di Thimann è stato preso da Frank Smets, un belga.

 

Le frustrazioni tedesche intorno all'operato di Draghi sono state esacerbate inoltre dallo stile della sua leadership, riferiscono altri funzionari. L'italiano, dicono, ama circondarsi di un piccolo gruppo di confidenti, guidato da Coeure e Peter Praet, il belga capo-economista della Bce, piuttosto che allargare la schiera dei suoi fedelissimi all'interno dell'intero consiglio, come invece aveva fatto Trichet.

 

Mario Draghi con il membro del comitato esecutivo  AsmussenMario Draghi con il membro del comitato esecutivo Asmussen

Fonti della Bce, hanno però smontato l'idea che ci siano forti tensioni tra la banca e Berlino, notando che Draghi e Schaeuble hanno parlato a margine del recente meeting Fmi e che Merkel non ha mai voluto apertamente criticare le decisioni dell'Eurotower.

 

Schaeuble, però, ha ammesso apertamente, il mese scorso, di "non essere contento" riguardo alle decisioni di Francoforte sugli ABS e ha detto al parlamento tedesco che la Bce "ha esaurito" gli strumenti a sua disposizione per sostenere l'economia.

 

Al di là dei motivi specifici, cresce in Germania il numero dei politici conservatori scontenti dell'operato di Draghi.

 

All'inizio del mese, Hans Michelbach della CSU bavarese, membro conservatore della commissione finanze del Bundestag, ha definito "un errore" la nomina di Draghi alla presidenza della Bce.

Ultimi Dagoreport

elly schlein gaetano manfredi giorgio gori stefano bonaccini pina picierno vincenzo de luca matteo ricci

DAGOREPORT - MENTRE ASSISTIAMO A UNO SPAVENTOSO SVALVOLAMENTO GLOBALE, IN ITALIA C’È CHI SI CHIEDE: ‘’COME SI FA A MANDARE A CASA LA SPERICOLATA ELLY SCHLEIN?’’ - ANCHE SE HA UN IMPATTO MEDIATICO PIÙ TRISTE DI UN PIATTO DI VERDURE LESSE, LA FANCIULLA COL NASO AD APRISCATOLE HA DIMOSTRATO ALTE CAPACITÀ DI TESSERE STRATEGIE DI POTERE, PRONTA A FAR FUORI IL DISSENSO DELL’ALA CATTO-DEM DEL PD - SE IL CENTRO RIFORMISTA HA LA MAGGIORANZA DEGLI ISCRITTI DEL PD, HA PERMESSO DI AVERE UN RISULTATO IMPORTANTE ALLE EUROPEE E FA VINCERE CON I SUOI CANDIDATI LE PROSSIME REGIONALI, PERCHÉ NON TIRA FUORI UN LEADER ALTERNATIVO AL SINISTRISMO FALCE & MART-ELLY? -  LIQUIDATO BONACCINI, ORMAI APPIATTITO SULLA SCHLEIN, SCARTATO DECARO PRIVO DEL CORAGGIO PER SPICCARE IL VOLO, SULLA RAMPA DI LANCIO CI SONO IL SINDACO DI NAPOLI, GAETANO MANFREDI, MA SOPRATTUTTO GIORGIO GORI. L’EUROPARLAMENTARE ED EX SINDACO DI BERGAMO È IN POSSESSO DEL FISICO DEL RUOLO PER BUCARE LO SCHERMO E IL MELONISMO PAROLAIO. A PARTE LE GELOSIE INTERNE DEI RIFORMISTI, LA BASE, CON LA GRUPPETTARA ELLY AL COMANDO, OGGI È TALMENTE RADICALIZZATA CHE RIUSCIRÀ AD INGOIARE UN EX MANAGER DI MEDIASET SULLA PRIMA POLTRONA DEL NAZARENO?

donald trump benjamin netanyahu iran israele stati uniti khamenei fordow

DAGOREPORT – COME MAI TRUMP HA PERSO LA PAZIENZA, IMPRECANDO IN DIRETTA TV, SULLE "VIOLAZIONI" DELLA TREGUA IN MEDIO ORIENTE DA PARTE DI NETANYAHU? "NON SANNO COSA CAZZO STANNO FACENDO. DOBBIAMO FAR CALMARE ISRAELE, PERCHÉ STAMATTINA SONO ANDATI IN MISSIONE"? - È EVIDENTE IL FATTO CHE IL “CESSATE IL FUOCO” CON L’IRAN NON RIENTRAVA NEI PIANI DI BIBI NETANYAHU. ANZI, IL PREMIER ISRAELIANO PUNTAVA A PORTARE A TERMINE GLI OBIETTIVI DELL’OPERAZIONE “RISING LION” (DOVE SONO FINITI 400 CHILOGRAMMI DI URANIO?), MA È STATO COSTRETTO AD ACCETTARLO DA UN TRUMP IN VENA DI PREMIO NOBEL PER LA PACE. D’ALTRO CANTO, ANCHE A TEHERAN LA TREGUA TRUMPIANA NON È STATA PRESA BENE DALL’ALA OLTRANZISTA DEI PASDARAN… – VIDEO

alessandro giuli

DAGOREPORT - MA COME SCEGLIE I COMPONENTI DELLE COMMISSIONI L’INFOSFERICO MINISTRO DELLA CULTURA, ALESSANDRO GIULI? I DIRETTORI DI CINQUE MUSEI STATALI (MUSEI REALI DI TORINO, GALLERIA DELL’ACCADEMIA E BARGELLO DI FIRENZE, COLOSSEO, MUSEO NAZIONALE ROMANO E MUSEO ARCHEOLOGICO DI NAPOLI) SARANNO SELEZIONATI DA UNA COMMISSIONE FORMATA DALLA STRAGRANDE MAGGIORANZA DA GIURISTI - PEGGIO CI SI SENTE SE SI PENSA CHE I TRE CANDIDATI PER CIASCUN MUSEO SCELTI DA QUESTA COMMISSIONE GIURISPRUDENZIALE SARANNO POI SOTTOPOSTI AL VAGLIO FINALE DEL LAUREANDO MINISTRO…

FLASH! – SE URBANO CAIRO NON CONFERMA MENTANA ALLA DIREZIONE DEL TGLA7 ENTRO IL PROSSIMO 30 GIUGNO, CHICCO ALZA I TACCHI E SE NE VA – IL CONTRATTO SCADE A FINE 2026 MA A LUGLIO C’E’ LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI – PARE CHE QUESTA VOLTA NON CI SIA DI MEZZO IL DIO QUATTRINO, BENSI’ QUESTIONI DI LINEA POLITICA (GIA' NEL 2004 MENTANA FU PRATICAMENTE “CACCIATO” DAL TG5 DOPO UN VIOLENTISSIMO SCAZZO CON SILVIO BERLUSCONI E I SUOI “DESIDERATA”, E FU SOSTITUITO DAL SUO VICE MIMUN…)

meloni macron merz starmer trump iran usa attacco bombardamento

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI STA SCOPRENDO CHE VUOL DIRE ESSERE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI UN PAESE CHE NON HA MAI CONTATO UN TUBO: PRIMA DI PROCEDERE AL BOMBARDAMENTO DEI SITI IRANIANI, TRUMP HA CHIAMATO IL PREMIER BRITANNICO, KEIR STARMER, E POI, AD ATTACCO IN CORSO, HA TELEFONATO AL TEDESCO MERZ. MACRON È ATTIVISSIMO COME MEDIATORE CON I PAESI ARABI: FRANCIA, REGNO UNITO E GERMANIA FANNO ASSE NEL GRUPPO "E3", CHE TIENE IL PALLINO DEI NEGOZIATI CON L'IRAN  – L’AFFONDO DI RENZI: “LA POLITICA ESTERA ITALIANA NON ESISTE, MELONI E TAJANI NON TOCCANO PALLA”. HA RAGIONE, MA VA FATTA UN’INTEGRAZIONE: L’ITALIA È IRRILEVANTE SULLO SCACCHIERE GLOBALE, INDIPENDENTEMENTE DA CHI GOVERNA...

donald trump mondo terra brucia guerra iran nucleare

DAGOREPORT – BENVENUTI AL CAOS MONDIALE! AL DI LA' DEL DELIRIO DI PAROLE, ANNUNCI E BOMBARDAMENTI DI TRUMP, C’È LA DURISSIMA REALTÀ DEI FATTI. L’ATTACCO ALL’IRAN AVRÀ CONSEGUENZE POTENZIALMENTE DEVASTANTI IN OGNI ANGOLO DEL MONDO – UN'EVENTUALE CHIUSURA DELLO STRETTO DI HORMUZ FAREBBE SCHIZZARE IL PREZZO DEL PETROLIO, CON CONTRACCOLPI ENORMI SULLA CINA (PRIMO CLIENTE DEL GREGGIO IRANIANO) E DANNI PESANTI SULL'EUROPA – I TRE POSSIBILI SUCCESSORI DI KHAMENEI SONO TUTTI PASDARAN: SE MUORE LA GUIDA SUPREMA, IL REGIME DIVENTERÀ ANCORA PIÙ OLTRANZISTA – UN'ALTRA FACCIA DEL BUM-BUM TRUMPIANO E' LA FRATTURA NEL PARTITO REPUBBLICANO USA: L'ALA “MAGA” CAPITANATA DA JD VANCE SI SENTE TRADITA DAL TRUMP BOMBAROLO (L’HA VOTATO PERCHÉ SI OCCUPASSE DI FAR TORNARE "L'ETA' DELL'ORO" IN AMERICA, NON PER BUTTARE MILIARDI DI DOLLARI PER ARMI E INTELLIGENCE IN UCRAINA E ISRAELE)