marissa mayer

BUU PER YAHOO - DUE TOP MANAGER LASCIANO L'AZIENDA: NUOVI GUAI PER MARISSA MAYER, LA CEO PIÙ RICCA (E CONTESTATA) DELLA SILICON VALLEY - LO SCORPORO DI ALIBABA DIVENTA UN INCUBO FISCALE PER GLI AZIONISTI

Greta Sclaunich per “CorrierEconomia - il Corriere della Sera

 

eric schmidt sergey brin larry page susan wojcicki e marissa meyereric schmidt sergey brin larry page susan wojcicki e marissa meyer

Stavolta i mercati non c’entrano. Le ultime difficoltà di Yahoo!, più che dalla Borsa (dove comunque le azioni non brillano), arrivano dall’azienda. Dai vertici, per essere più precisi: nel giro di pochi giorni ben due top manager hanno rassegnato le loro dimissioni. 
La prima, l’inglese Dawn Airey, era da due anni la responsabile dell’advertising di Sunnyvale per l’Europa: per lavorare con il team di Marissa Mayer aveva lasciato il suo posto da presidente dell’emittente televisiva britannica Channel 5.

 

matteo renzi e Marissa Mayer ceo yahoomatteo renzi e Marissa Mayer ceo yahoo

La settimana scorsa ha lasciato anche Yahoo!, per non meglio precisate «opportunità esterne». Il giorno successivo, altra partenza: Kathy Savitt, da tre anni responsabile del marketing, ha annunciato che lascerà il posto per diventare presidente di STX Entertainment, uno studio hollywoodiano. Due addii che avranno lasciato l’amaro in bocca alla Mayer. Soprattutto il secondo: la Savitt era una delle persone più vicine alla ceo di Yahoo! e anche una delle prime manager assunte da lei all’indomani del suo arrivo a Sunnyvale. I mercati, invece, non hanno reagito alle doppie dimissioni, segnando solo un -0,27%. 


EFFETTO TASSE
A far scendere il titolo, però, ci ha pensato il Fisco americano. Che sta mettendo i bastoni fra le ruote al piano di scorporo della quota di azioni (il 15%) che il colosso ancora detiene nella società cinese Alibaba. Il progetto di Yahoo! era creare una holding indipendente, la Aabaco, e trasferirle i 384 milioni di titoli Alibaba che possiede. Valore totale? Circa 23 miliardi di dollari. L’operazione, nei piani di Yahoo!, dovrebbe essere esentasse.

Marissa Mayer Marissa Mayer

 

Ma le autorità statunitensi hanno respinto la richiesta e il rischio, ora, è che Sunnyvale si ritrovi a dover versare 15 miliardi all’erario. Questa notizia sì che non è piaciuta, per nulla, ai mercati: il titolo è sceso del 4%. E ora Marissa Mayer si ritrova con una doppia gatta da pelare: da un lato capire come risolvere lo spin-off delle azioni Alibaba e dall’altro nuovi top manager da chiamare in azienda. 

Marissa Mayer Marissa Mayer


Un autunno che si annuncia complicato. Ma è solo l’ennesimo momento di impasse per la ceo, che da quando è arrivata ai vertici dell’azienda, nel luglio 2012, ha dovuto affrontare diversi momenti difficili. A 40 anni appena compiuti e in attesa di due gemelle (che partorirà a dicembre), la Mayer è già uno degli amministratori delegati più longevi della società. Più di lei, al timone dell’azienda da tre anni, ha resistito solo il fondatore e ceo storico Jerry Yang: alla guida del gruppo dalla fondazione nel 1995 ha dovuto lasciare su pressione degli investitori nel 2008. Tra lui e la Mayer quattro anni in cui si sono avvicendati ben quattro ceo. Quando, nel 2012, arrivò lei (ingegnere, ex dipendente Google, appassionata di coding) tutti applaudirono la scelta ma tutti si chiesero se sarebbe riuscita a resistere e a rilanciare l’azienda. 

Marissa Mayer Marissa Mayer


Risultati
Per resistere, ha resistito. Il rilancio dell’azienda, invece, tarda ad arrivare. Di certo la Mayer ha interrotto, o perlomeno rallentato, la parabola discendente: i dati di traffico hanno ricominciato a salire, l’azienda ha ripreso a investire (soprattutto nello shopping di startup), le azioni hanno riguadagnato valore passando dai 15 dollari del pre-Mayer ai circa 30 odierni. La strategia della ceo, però, inizia a far intravedere alcune crepe. 


A un anno dal suo arrivo, nell’agosto 2013, l’amministratrice delegata commentava il cambio di rotta ringraziando i predecessori e attribuendo i buoni risultati dei suoi primi dodici mesi a quattro fattori-chiave: assunzione delle persone giuste, sviluppo dei prodotti giusti, traffico e entrate. Due delle persone giuste hanno appena lasciato, l’azienda ancora non ha lanciato un prodotto capace di fare davvero la differenza. 

Marissa Mayer Marissa Mayer


Per quanto riguarda le entrate, sono salite ma non sono ancora riuscite ad arginare le perdite: nell’ultima trimestrale pubblicata, la seconda del 2015, i ricavi hanno toccato quota 406,7 milioni segnando un +3,3% il rosso resta pari a 21,6 milioni. Nel suo primo bilancio da ceo la Mayer ringraziava anche i suoi predecessori per gli investimenti fatti prima del suo arrivo. Il migliore, certo, era stato quello di accaparrarsi una bella fetta di Alibaba che, con l’entrata in Borsa del colosso cinese, si è trasformata in un vero e proprio tesoretto. Di difficile accesso, se Yahoo! non trova il modo di risolvere il piano di scorporo della Aabaco. 

alibabaalibabaMarissa Mayer Marissa Mayer Marissa Mayer Marissa Mayer IL CEO DI ALIBABA JACK MAIL CEO DI ALIBABA JACK MA

 

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...