urbano cairo

“NON SONO UN VENDITORE MA UN COMPRATORE” – CAIRO NEGA I GUAI FINANZIARI, NON ACCANTONA UN EURO IN ATTESA DEL VERDETTO SUL CASINO DI VIA SOLFERINO E RILANCIA: MA QUANTO POTRÀ RESISTERE CON L’ESTABLISHEMENT BANCARIO MILANESE E I PALAZZI ROMANI SCHIERATI CONTRO? ALLA FINE URBANETTO PAGHERÀ CARA L’ONDIVAGA LINEA EDITORIALE DEL “CORRIERE” E SOPRATTUTTO LA7 IN MODALITÀ CONTE-TRAVAGLIO…

urbano cairo

1 - LA BATTAGLIA SU RCS NON E' SOLO FINANZIARIA MA POLITICA - DAGOREPORT: L'ESTABLISHMENT MILANESE NON NE PUO' PIU' DEL PARA-GRILLISMO DI URBANO CAIRO (CHE VIENE DIFESO SOLO DAL "FATTO QUOTIDIANO") - INTESA HA CHIUSO I RUBINETTI E ORA RCS SI REGGE SU UNICREDIT E BPM: MA COSA ACCADREBBE SE ORCEL E CASTAGNA SI LASCIASSERO CONVINCERE DALLE ELITE MENEGHINE A MOLLARE URBANETTO? AGGIUNGERE CHE MESSINA E ORCEL SONO BUONI AMICI...

https://www.dagospia.com/rubrica-4/business/battaglia-rcs-non-39-solo-finanziaria-ma-politica-278008.htm

 

URBANO CAIRO E GIUSEPPE CONTE

2 - CAIRO SFIDA IL FONDO BLACKSTONE «NON VENDO: SEMMAI, MI ESPANDO»

Camilla Conti per "la Verità"

 

Tre agosto 2016-3 agosto 2021. Ieri Urbano Cairo ha festeggiato cinque anni da editore del Corriere della Sera. Domanda secca: «Il 3 agosto del 2022, ovvero tra esattamente un anno, l'azionariato del Corriere della Sera sarà lo stesso di oggi?».

 

urbano cairo foto mezzelani gmt4

Cairo risponde senza esitazioni: «Di certo il socio di controllo sarà lo stesso». Insomma, non intende diluirsi, né vendere il 60% che oggi possiede di Rcs, il gruppo che edita il Corriere. Anzi, «io non sono un venditore ma un compratore».

 

Di altre quote del Corrierone? Di altri periodici? Di una radio? «Vedremo, di certo ci sono settori interessanti e non penso solo ai quotidiani ma anche al mondo del digitale, ai podcast. Intanto brindo a Rcs che continua a crescere con sempre meno debiti».

 

GIUSEPPE CONTE URBANO CAIRO

Cairo è tornato al centro della scena finanziaria in queste ultime settimane dopo che le dimissioni a sorpresa del consigliere di amministrazione di Rcs, Gaetano Miccichè, ovvero l'uomo di Intesa Sanpaolo, che di quella operazione nel 2016 era stato advisor, segnano la fine di un'alleanza e il fischio d'inizio di una partita che si riapre, avendo sullo sfondo la battaglia legale scatenata dallo stesso Cairo tre anni fa, quando il patron del Torino ha deciso di fare causa al più grande fondo del mondo.

 

carlo messina gaetano micciche

Un arbitrato ha però stabilito che il contratto di Blackstone è valido e che il fondo Usa ha agito con correttezza, riconoscendo però la non temerarietà della causa e la correttezza di Rcs. Gli americani sono quindi passati al contrattacco e chiedono al gruppo editoriale e al suo presidente (manlevato dal cda) 600 milioni di dollari di danni.

diego della valle

 

In attesa del verdetto della giudice di New York, Andrea Masley, Cairo non ha voluto accantonare nemmeno un euro. E il cda di Rcs della settimana scorsa, riunito per approvare i conti semestrali, ha confermato la linea del presidente e amministratore delegato. «La società, acquisite le valutazioni aggiornate dei propri consulenti legali, ha ritenuto che non sussistano i presupposti per l'iscrizione di fondi rischi», riporta la nota ufficiale diffusa al termine del Consiglio. Cui non hanno partecipato né Marco Tronchetti Provera, né Diego della Valle. Né, ovviamente Miccichè.

 

giuseppe conte con giovanni floris a dimartedi' 5

Non si sente un po' isolato nella battaglia contro il fondo Usa? «Proprio per niente. Anche Mediobanca ha votato a favore». Ma ora c'è le battaglia con Blackstone, e le tensioni con Intesa. «Ma quali tensioni? I rapporti con Intesa sono buoni, e se c'è comunque meno rapporto di prima è perché siamo finanziati pochissimo dalle banche, non ne abbiamo bisogno».

urbano cairo sergio erede

 

Cairo sfodera i numeri, «e i numeri mi dicono che abbiamo preso nel 2016 un'azienda con 430 milioni di debiti e che adesso, nel semestre, registra un incremento dei ricavi di oltre 100 milioni rispetto al 2020 e dal lato dei margini un ebitda di 68 milioni, 10 volte tanto quello dell'anno scorso. I numeri mi dicono anche che in cinque anni abbiamo restituito quasi 400 milioni alle banche, abbiamo distribuito 46,8 milioni in dividendi ai soci e creati quasi 500 milioni di cassa».

 

gaetano miccichè

Proprio ieri ad approvare i conti è stata anche la sua holding, la Cairo Communication, che Cairo presiede e guida come amministratore delegato: nella prima metà del 2021 il risultato netto è stato di 24,5 milioni e si confronta con il dato negativo di 12,7 milioni registrato nello spesso periodo del 2020. I ricavi consolidati lordi, pari a 583,3 milioni, sono in crescita di 124,7 milioni.

 

urbano cairo foto mezzelani gmt5

Il margine operativo lordo balza a 80,7 milioni (contro 11,6 milioni) e il risultato operativo torna positivo per 43,9 milioni (contro i -25,2 milioni del 2020). Il settore editoriale televisivo (La7) del gruppo ha conseguito un margine operativo lordo di circa 4,2 milioni, in miglioramento di 6,5 milioni rispetto al pari periodo 2020 (quando era risultato negativo per 2,3 milioni). Il risultato operativo è stato negativo per 2,6 milioni (contro i -8,5 milioni nel 2020).

 

Nel semestre, la raccolta pubblicitaria sui canali La7 e La7d è stata pari a circa 79,9 milioni (contro i 68,3 milioni nel 2020), con un +17%, rispetto al periodo analogo dell'esercizio precedente, superando i valori del primo semestre 2019. E poi ci sono i dati del settore concessionarie del 2021 che non sono comparabili con quelli del 2020 in quanto non includevano i risultati del ramo di azienda relativo alle attività di raccolta pubblicitaria per Rcs.

i tifosi del torino contestano cairo

 

«Sono numeri che attestano importanti risultati di crescita dei ricavi e dei margini, oltre che di Rcs delle altre attività, in particolare, di La7. Ma sono particolarmente soddisfatto dell'ulteriore riduzione dell'indebitamento finanziario netto a circa 30 milioni, che conferma la nostra forte capacità di generazione di cassa».

 

MARCO TRAVAGLIO LILLI GRUBER

E qui il ragionamento di Cairo si fa più tecnico: «L'indebitamento netto è di 30,3 milioni , parliamo di 32,9 milioni in meno rispetto a fine 2020 quando eravamo a 63,2 milioni e di 73,1 milioni in meno rispetto a giugno 2020. Abbiamo assorbito, tra le altre cose, gli effetti del consolidamento dal primo gennaio 2021 della società M-dis (Distribuzione Media spa) che a giugno presenta un indebitamento di 15,1 milioni, per effetto anche dell'andamento stagionale del circolante e degli effetti netti delle distribuzioni di dividendi per 11,6 milioni. Generiamo circa 80-90 milioni di euro di cassa l'anno.

 

taylor mega urbano cairo

Guardando ai risultati ottenuti al 30 giugno, sono convinto che nei prossimi sei mesi genereremo cassa per almeno 40 milioni e a fine anno quei 30 milioni di debiti verranno azzerati. Per poi presentarci a maggio-giugno 2022 con una cassa positiva di almeno 40 milioni, al netto di eventuali dismissioni di asset o di immobili non strategici, non solo in Italia. Ecco perché non abbiamo bisogno delle banche».

 

Resta, sullo sfondo, la sfida con Blackstone. E se perdesse la causa? «Lo escludo. Lo escludono i nostri legali, in America e in Italia. Abbiamo chiesto anche un parere terzo. La causa è infondata e non c'è la competenza territoriale. Rcs si è comportata correttamente e l'arbitrato ha riconosciuto, non solo che non c'è stata alcuna azione temeraria, ma anche che l'immobile valeva 33 milioni in più. Non ci saranno problemi».

giovanni floris urbano cairo massimo giletti enrico mentana

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