“CALTA” BIANCA SU SIENA – LA BANCA CENTRALE EUROPEA DÀ IL VIA LIBERA A CALTAGIRONE: POTRÀ SALIRE OLTRE IL 10% DI MPS (IN TEORIA PUO' SPINGERSI FINO A UNA QUOTA APPENA SOTTO IL 20%) – L’EDITORE DEL “MESSAGGERO” POTREBBE ANCHE TORNARE A PUNTARE SULL’ISTITUTO SENESE PER “BLINDARE” IL CONTROLLO SUL “MONTE”, ANCHE SE NON CE N’È BISOGNO: NEL CAPITALE POST OPAS, OLTRE A DELFIN E CALTAGIRONE CI SONO IL MEF (5%), BANCO BPM-ANIMA (4%) E UNA PATTUGLIA DI INVESTITORI E IMPRENDITORI CHE TOTALIZZEREBBERO UNA QUOTA SOPRA IL 45%...
Estratto dell’articolo di Daniela Polizzi per il “Corriere della Sera”
Il gruppo Caltagirone potrà salire oltre il 10% — e quindi in teoria fino a una quota appena sotto il 20% — del Monte dei Paschi. Secondo indiscrezioni, il via libera all’incremento è arrivato ieri dalla Bce dopo che, ad agosto, — durante l’Opas del Monte su Mediobanca — il gruppo romano aveva avviato l’iter autorizzativo.
Erano i giorni in cui le prime stime parlavano di un’adesione contenuta allo scambio proposto da Siena su Piazzetta Cuccia, cosa che avrebbe aumentato il peso di Caltagirone nel capitale della banca toscana spingendolo oltre la soglia autorizzata.
Alla fine le cose sono andate in modo diverso perché l’Opas ha registrato l’en plein portando Mps all’86,3% di Mediobanca e Caltagirone al 10,2% di Siena. Al pari di Delfin — oggi primo azionista con il 17,5% del Monte che si era rivolta alla Bce già a luglio — l’investitore romano si era mosso per tempo.
I diritti di voto eccedenti il 9,9% erano stati così sterilizzati, come aveva reso noto lo stesso gruppo, precisando che restava l’impegno «a non presentare liste per la nomina della maggioranza del cda di Mps fino a che la quota sarà sopra il 10%». Un livello che sarebbe poi stato oggetto di valutazioni da parte di Caltagirone.
Ora quell’autorizzazione da Francoforte è arrivata e l’imprenditore romano torna a poter esercitare quei dei diritti di voto per l’intera quota in portafoglio. Con in più la libertà di arrotondarla secondo le opportunità.
In pratica, l’Ingegnere ha ottenuto dalla Bce la piena flessibilità nel movimento. Come è nel suo dna di investitore finanziario, Caltagirone potrebbe quindi anche tornare a puntare sull’istituto senese.
Nei giorni scorsi, gli analisti si sono d’altronde nuovamente esercitati sull’ampio potenziale di rivalutazione di Mps post Opas, che tratta ancora a sconto rispetto al settore. Jefferies vede un prezzo obiettivo a 9,3 euro, Intermonte a 10,5 contro i 7,58 euro della chiusura di ieri.
[…] è chiaro che la nuova realtà bancaria ha azionisti rilevanti con una loro visione, Delfin e Caltagirone per primi. Da Milano a Siena, in questi mesi tutti saranno sotto osservazione. Anche sulla capacità di lavorare assieme si giocherà il rinnovo dei vertici di Mps.
FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE - FRANCESCO MILLERI
In base alle regole della Bce sul fronte della governance, il gruppo Caltagirone, investitore finanziario al pari di Delfin nelle banche, non potrà presentare una lista di maggioranza per Mps se rimarrà sopra il 10% del capitale. Ma potrà supportare altre candidature. Nel caso, invece, potrebbe eventualmente depositarne una di minoranza.
Cioè sulla falsa riga di come si era mossa Delfin in occasione del rinnovo del board di Mediobanca tre anni fa.
C’è poi sul mercato chi ipotizza anche che un eventuale aumento della quota da parte del gruppo Caltagirone possa contribuire al momento opportuno a blindare il controllo del Monte, sul modello per esempio di quanto fatto da Bper con Popolare di Sondrio, mossa propedeutica alla fusione tra le due realtà. Ma il gruppo romano non sembra avere fretta.
Nel capitale di Siena post Opas resta comunque una compagine di azionisti che hanno supportato l’offerta su Piazzetta Cuccia e che in linea teorica appoggerà la futura lista per il rinnovo del cda: oltre a Delfin e Caltagirone ci sono il Mef (5%), Banco Bpm-Anima (4%) più una pattuglia di investitori e imprenditori che totalizzerebbero una quota sopra il 45%.
FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE
MONTE DEI PASCHI DI SIENA
MONTE DEI PASCHI DI SIENA



