CARO CE COSTANO LE SANZIONI DI OBAMA ALLA RUSSIA: PER L’ITALIA LA STIMA È DI UNA PERDITA NELL’EXPORT, NEL 2014-2015, DI UNA CIFRA CHE VA DA 900 MILIONI A 2,4 MILIARDI DI EURO A SECONDA DELL’EVOLUZIONE DELLA CRISI UCRAINA

Logo \"Eni\"Logo \"Eni\"

Francesca Basso per il “Corriere della Sera”

 

Le sanzioni varate contro la Russia dagli Usa in relazione alla crisi ucraina sono «controproducenti», ha detto il presidente Vladimir Putin in una telefonata con il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. E ha aggiunto che sono «un serio danno alla collaborazione bilaterale e alla stabilità internazionale nel suo complesso». Non ha citato l’Unione europea, Putin, ma il senso non cambia.

 

Già da giorni in Europa come Oltreoceano si cominciano a fare i conti dell’impatto economico. Per l’Italia la stima è di una perdita nell’export, nel biennio 2014-2015, di una cifra che va da 900 milioni a 2,4 miliardi di euro a seconda dell’evoluzione della crisi ucraina.

finmeccanicafinmeccanica

 

 Per ora le cifre sono contenute ma l’allarme c’è: le sanzioni economiche della Ue contro la Russia entrate in vigore ieri, che sanciscono il divieto per soggetti europei di acquisire azioni o obbligazioni di banche pubbliche russe e sospendono l’attività di export per il settore militare e di alcuni beni destinati al settore petrolifero, avranno un costo. Del resto la Russia è un mercato strategico per l’Europa dal punto di vista commerciale ed energetico (fornisce alla Ue circa il 32% del fabbisogno annuo).

SAIPEM SAIPEM

 

Gli effetti delle tensioni internazionali e della crisi ucraina già si sentono sui bilanci delle aziende che hanno stretti legami commerciali con Mosca. Ma a «soffrire» non saranno solo i grandi gruppi, bensì anche le piccole e medie imprese dell’indotto. In prima fila ci sono le aziende tedesche e italiane, che sono i principali partner commerciali di Mosca.

 

Due giorni fa Adidas, il produttore tedesco di abbigliamento sportivo, è stato costretto a tagliare le stime dell’utile netto per il 2014 a causa del ritiro dei piani di espansione in Russia. Nel primo semestre di quest’anno Volkswagen ha venduto in Russia l’8% di auto in meno rispetto a un anno fa.

 

OBAMA PUTIN OBAMA PUTIN

E il ceo di Siemens, Joe Kaeser, ha messo in guardia — riferisce il Financial Times — dai «seri rischi» di crescita per l’Europa per quest’anno e il prossimo. Le sanzioni si faranno sentire anche su Metro, Erste Group, Vdma, Shell, Total e Bp. Problemi pure per alcune aziende americane come Visa, MasterCard ed ExxonMobil.

 

Ad essere colpiti sono settori in cui il made in Italy è forte. A partire da quello energetico. Per il momento sono state bloccate le esportazioni di tecnologia verso il settore petrolifero russo, il cui effetto sarà probabilmente di ritardare i grandi progetti infrastrutturali. Potrebbe essere a rischio la costruzione del gasdotto South Stream, in cui sono coinvolte Eni e Saipem. Ma ne risentirà anche il settore dell’acciaio. Il gruppo Danieli ha importanti interessi in Russia. Quanto al comparto militare, è probabile che Finmeccanica dovrà rivedere alcune strategie.

 

INCONTRO TRA PUTIN E OBAMA DURANTE IL G INCONTRO TRA PUTIN E OBAMA DURANTE IL G

Uno studio di Sace, la società controllata dalla Cassa depositi e prestiti attiva nell’assicurazione del credito, ha calcolato l’impatto sulle esportazioni italiane dall’inizio della crisi ucraina in marzo fino all’inasprimento seguito all’abbattimento del volo malese da parte dei separatisti filorussi. Sarà un impatto «significativo», una perdita da 900 milioni che potrà arrivare a 2,4 miliardi in caso di escalation delle violenze. Il settore più esposto è la meccanica strumentale che porterebbe registrare una perdita di esportazioni tra 500 milioni e un miliardo nel biennio 2014-2015.

 

Le sanzioni avranno effetto anche sulla Russia, che sta già pianificando le ritorsioni. Mosca vuole bloccare l’import di frutta e verdura dalla Polonia, colpendo così il settore agricolo che è fondamentale per l’economia di Varsavia. La reazione dei polacchi è stata immediata sui social media, hanno lanciato lo slogan «mangia mele contro Putin». Ma la vera arma è quella energetica. La Russia nel breve termine potrebbe rivedere gli accordi di fornitura di gas all’Europa. Bruxelles sta studiando un piano di emergenza. L’inverno, però, non è poi così lontano. 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?