carige

CIAONE A CARIGE? LA BANCA SMENTISCE: ''NUMERI CLAMOROSAMENTE FALSI'' - PER ''LA STAMPA'' E ''SECOLO XIX'' C'E' STATA UNA FUGA DEI CORRENTISTI: DALL'ASSEMBLEA DEL 22 DICEMBRE AL DECRETO DELL'OTTO GENNAIO, TRE MILIARDI SONO EVAPORATI DAI CONTI CORRENTI - A DIRE ADDIO ALLA BANCA SONO STATI ANCHE UNA SERIE DI GRANDI CLIENTI, MA DOPO IL DECRETO DEL GOVERNO LA SITUAZIONE SAREBBE MIGLIORATA…

CARIGE: BANCA SMENTISCE FUGA DEI CORRENTISTI 
(ANSA) -  Banca Carige, in una nota, smentisce le notizie di stampa circa una fuga dei correntisti dopo Natale. "In relazione all'articolo pubblicato su La Stampa e Il Secolo XIX - è scritto in una nota - riguardante i presunti accadimenti verificatesi tra il 23 dicembre 2018 e l'8 gennaio 2019, Banca Carige smentisce i contenuti e le relative cifre in quanto clamorosamente false sia negli ammontari che in riferimento ai singoli casi citati". La banca "ha dato mandato ai propri legali - conclude - per difendere la reputazione propria e quella dei propri clienti".

 

 

FUGA DEI CORRENTISTI CARIGE

Lorenzo Cresci e Gianluca Paolucci per “la Stampa”

 

PIETRO MODIANO

«Non c' è tempo, non si può fare a marzo, ci bocciano, ci ammazzano tutti». Pietro Modiano, banchiere di lungo corso, aveva ben presente i rischi ai quali andava incontro Carige fin dal 22 dicembre, giorno dell'assemblea che avrebbe dovuto varare un aumento di capitale e finita con un nulla di fatto. Quelle parole, pronunciate a margine dell'assemblea e riferite a uno slittamento dell' aumento di capitale, si sarebbero rivelate profetiche appena qualche giorno dopo.

 

carige

A «bocciare» Carige non sarebbe però stata la Bce ma i suoi stessi clienti. Anche quelli più importanti, anche vincolati da legami storici con l'istituto. Con una «corsa allo sportello» che non ha precedenti nella pur tribolata storia bancaria recente italiana e che ha rischiato di mettere in ginocchio l'istituto.

 

Nel periodo tra il 22 dicembre e l'8 gennaio, quando arriva il decreto notturno del governo che stanzia 1,2 miliardi per intervenire su Carige e mette la garanzia pubblica sulla raccolta di liquidità, sarebbero usciti circa 3 miliardi di euro di depositi, secondo quanto La Stampa e Il Secolo XIX hanno potuto ricostruire sulla base di una serie di testimonianze anche documentali. Circa un terzo del totale dei depositi.

 

vittorio malacalza

Ma l' allarme rosso è scattato quando, a ridosso della fine dell' anno, una serie di istituzioni ecclesiastiche hanno ritirato dai conti di Carige tutta la liquidità. Circa ottanta milioni di euro, secondo quanto ricostruito. Di questi, circa 20 milioni in capo a organismi riferibili all' Arcidiocesi di Genova. Cifre simili erano in deposito sui conti dell' Arcidiocesi di Savona, ma in questo caso non è stato possibile ricostruire la movimentazione.

 

In quei giorni di festa tra Natale e la Befana, di contatti frenetici tra i vertici della banca - poi nominati commissari - il ministero dell' Economia, la Banca d' Italia, la Bce, proprio questo addio illustre viene citato in almeno un' occasione come il segnale più preoccupante di una situazione ad un passo dal non ritorno. Flussi in uscita continui, ingentissimi, andati avanti per giorni.

 

«Al ritmo di 100 milioni al giorno» fino a fine anno, racconta una delle fonti interpellate. Un ritmo poi acceleratosi ulteriormente dopo il commissariamento e fermatosi solo con il decreto del governo dell' 8 gennaio.

vittorio malacalza

 

Il caso degli enti ecclesiastici viene segnalato come particolarmente significativo, in quei giorni. Anche per gli storici legami della banca ligure con la Chiesa. Lo Ior - che non risulta tra i grandi depositanti - è stato a lungo azionista, pur con quote limitate. E nel 2010 sottoscrisse un prestito convertibile che avrebbe dovuto portare la cassaforte delle finanze vaticane, con la torinese Fondazione Crt, ad essere ad essere socio dell' operazione Carito. Ovvero l' espansione nel Nord-Ovest della banca, operazione poi abortita causa crisi con conseguente rimborso del bond. Ma le istituzioni ecclesiastiche non sono state certo le sole ad uscire da Carige in quei giorni.

CARIGE

 

Negli stessi giorni hanno spostato ingenti somme di denaro dai conti dell' istituto ora commissariato anche le tesorerie di importanti gruppi. Spostano fondi anche grandi gruppi come Leonardo - controllata dal Tesoro - o Telecom, le stesse che con il loro intervento d' emergenza avevano impedito il tracollo dell' istituto nel novembre del 2017. Quando la banca visse la fase più difficile della sua storia almeno fino allo scorso Natale e in pochi giorno ebbe deflussi per 1,5 miliardi di euro.

 

In quella occasione, racconta un testimone, l' intervento concertato di banca e Tesoro «convinse» una serie di grandi imprese, comprese le grandi partecipate del Mef, a spostare su Carige parte della propria tesoreria, facendo confluire nelle casse del banca circa 350 milioni di euro grazie ai quali venne fermata l' emorragia di liquidità.

 

Berneschi Carige

A dire addio alla banca sono stati anche una serie di grandi clienti. La divisione di private banking di Carige aveva, spiega una fonte a conoscenza della vicenda, 21 clienti i cui asset presso l' istituto superavano i 10 milioni di euro. Alla data del decreto del governo erano «zero», aggiunge. Un importante gestore di fondi, grande cliente di Carige, ha ridotto «drasticamente» i suoi depositi. Il decreto dell' 8 gennaio ha fermato l' emorragia, si spiega. Qualcuno dei grandi clienti è tornato, magari con somme più piccole.

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO