
IL MIO REGNO PER UN CONTAINER – LA CINA LANCIA UNA NUOVA ROTTA COMMERCIALE ARTICA PER L’EUROPA, ALTERNATIVA AL CANALE DI SUEZ E CHE PENALIZZERÀ I PORTI DEL MEDITERRANO – LA “VIA POLARE DELLA SETA” COLLEGHERÀ SHANGHAI A ROTTERDAM E A FELIXTOWE (IN GRAN BRETAGNA) IN APPENA 18 GIORNI – IL CAMBIAMENTO CLIMATICO HA RESO PERCORRIBILI ALLE GRANDI NAVI ROTTE MARITTIME FINORA OSTRUITE DAI GHIACCI – COSÌ XI JINPING CAMBIA LA GEOGRAFIA COMMERCIALE DEL MONDO...
Estratto dell’articolo di Mario Deaglio per “la Stampa”
Migliaia di donne e uomini in armi, tutti perfettamente allineati tanto da fare invidia alle sfilate dei più sofisticati eserciti del mondo; e decine di nuovi tipi di armi supertecnologiche di alcune delle quali non si era mai sentito parlare.
Il tutto, in apparenza, per celebrare la vittoria sul Giappone di ottant'anni fa, nel 1945, dovuta, tra l'altro, soprattutto agli americani. Che cosa si nasconde dietro a tutto questo gigantesco "show" che ha colto l'attenzione generale dei mezzi di comunicazione mondiale?
Alla base ci sono due elementi importanti per il mondo nel quale viviamo e in cui saranno destinati a vivere i nostri figli e nipoti. Il primo è il mutamento climatico, anche se il Presidente degli Stati Uniti e alcune compagnie petrolifere hanno spesso sostenuto che non esiste. E invece esiste, eccome, tanto da rendere oggi percorribili da grandi navi mercantili alcune rotte marittime finora ostruite dai ghiacci.
nuova rotta artica della cina per il commercio
Secondo il "Southern China Morning Post", il giornale cinese che da 122 anni viene pubblicato in inglese a Hong Kong, tra una quindicina di giorni, e precisamente il 20 settembre, una compagnia di navigazione cinese lancerà il primo servizio regolare di container dall'Asia all'Europa Settentrionale utilizzando la "rotta artica".
Tre grandi porti cinesi – il principale Shanghai – saranno collegati con Rotterdam, Amburgo, Danzica in Polonia e Felixtowe in Gran Bretagna con soli 18 giorni di viaggio, contro i 40 giorni necessari finora, con un itinerario che percorre lo Stretto di Malacca e il canale di Suez, e i 25 giorni necessari per il collegamento ferroviario con l'Europa.
Una sorta di "via polare della seta", quindi, che costeggia la Siberia senza farvi scalo, una variante della "via della seta" alla base della politica commerciale internazionale di Pechino negli ultimi decenni. Sufficiente, se avrà successo, a modificare la geografia commerciale del mondo e soprattutto quella dell'Europa.
xi jinping alla parata militare in piazza tienanmen a pechino foto lapresse 1
Oltre alla Cina, anche Paesi come il Giappone e la Corea del Sud potrebbero essere interessati a utilizzare questa nuova rotta, per i loro commerci con l'Europa. L'Europa, d'altra parte, potrebbe farne uso in senso contrario per le proprie esportazioni verso una buona parte dell'Asia, il che ridurrebbe sensibilmente l'importanza dei porti del Mediterraneo.
[...] le premesse per un riequilibrio economico del pianeta daranno a Pechino un ruolo politico, oltre che economico, ben superiore a quello attuale. Tanto per rendere più convincente questo discorso, perché quindi non mostrare al mondo missili, carri armati, armamenti laser di nuova tecnologia sui quali si era finora mantenuto uno strettissimo riserbo?
xi jinping e ursula von der leyen
Se questa è indubbiamente una faccia della Cina – e del suo desiderio di contare di più sul piano mondiale - di cui è assolutamente necessario tener conto, un'altra faccia, non proprio brillante, è stata posta in luce da "The Economist" quasi contemporaneamente alla sfilata di Pechino.
Si tratta di una "malattia economica" molto nota di cui soffre la Cina e che rischia di diffondersi in tutte le principali economie asiatiche. Questa malattia si chiama "deflazione". La Cina, infatti, si trova a disporre di una sovracapacità produttiva e ad avere difficoltà a impiegarla tutta.
Il settimanale britannico mostra come gli indici dei prezzi cinesi alle esportazioni (per le quali si ritiene normalmente non allarmante, anzi indice di aumento di produttività, un rialzo non superiore al 2 per cento all'anno) siano fortemente scesi nell'ultimo anno: la causa principale viene appunto indicata nella sovracapacità produttiva cinese.
Accanto alle super-sfilate militari, il simbolo della Cina di oggi è rappresentato dai quartieri non finiti, dagli edifici abbandonati a metà in molte grandi città, dalla fine del boom basato sull'immigrazione dalle campagne (un movimento simile a quello che sostenne l'economia italiana dalla fine della seconda guerra mondiale agli inizi degli anni sessanta, con spostamenti massicci di persone dalle campagne alle città).
Il singolo caso più importante è dato, inoltre, dai 300 miliardi di debito del colosso edilizio Evergrande, costretto a dichiarare fallimento nel 2023.
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Ora, per continuare vendere all'estero, soprattutto ai suoi vicini asiatici, la Cina deve, in molti casi, tagliare i prezzi alle esportazioni: questo ribasso colpisce soprattutto le altre economie asiatiche, esse stesse non proprio in buona salute, e potrebbe trascinare con sé tutto il pianeta. L'aumento delle spese per la difesa, così chiaramente visibile alla parata militare di Pechino, può essere letto come un tentativo di reagire a una situazione simile. Sarebbe coerente con la creazione di una nuova moneta mondiale della quale si parla molto.
xi jinping alla parata militare in piazza tienanmen a pechino foto lapresse 3
In un discorso al Forum di Davos del 2017, che a suo tempo fece sensazione, Xi Jingping diede la sua formale accettazione a una forma di globalizzazione largamente contenente un certo numero di elementi capitalistici, che non fosse semplicemente la fotocopia del sistema euro-americano. La sfilata di Pechino potrebbe essere un altro passo in questa direzione.