big cina disneyland

COMPAGNI, DIVERTITEVI! LA CINA SCOMMETTE SUI CONSUMI DELLA CLASSE MEDIA (356 MILIONI DI PERSONE NEL 2020) PER SPINGERE L’ECONOMIA. SI PUNTA SU DIVERTIMENTO, SPORT E HI-TECH: PER LA PRIMA VOLTA IL SETTORE DEI SERVIZI HA SUPERATO QUELLO DELLA MANIFATTURA

Guido Santevecchi per “CorrierEconomia - Corriere della Sera

 

wang jianlinwang jianlin

La Grande Sala del Popolo è il tempio del potere a Pechino, il palazzo sulla Tienanmen dove vengono accolti i capi di Stato e di governo stranieri. Potrebbe sorprendere quindi che qualche giorno fa le sue porte siano state aperte per Robert Iger, il capo di Walt Disney, ricevuto per un colloquio da Xi Jinping. Il presidente cinese voleva ringraziare la multinazionale americana per lo Shanghai Disneyland Resort, il parco tematico da 5,5 miliardi di dollari che si inaugura il 16 giugno.

 

Con le industrie tradizionali che tirano di meno, il costo del lavoro nelle catene di montaggio che aumenta anche in Cina, i dati macroeconomici in sofferenza, Topolino, Biancaneve e allegri compagni fanno parte del piano di riconversione della seconda potenza mondiale.

SHANGHAI DISNEYLAND RESORT 4SHANGHAI DISNEYLAND RESORT 4

 

I settori

Il turismo dà già lavoro a 28 milioni di cinesi e con 515 miliardi di dollari di fatturato ha contribuito allo storico sorpasso del settore dei servizi su quello della manifattura nella composizione del Prodotto interno lordo cinese: nel 2015 per la prima volta i servizi sono saliti oltre il 50% del Pil e crescono a un ritmo dell' 8% l' anno. Sempre nel 2015 gli investimenti nel turismo nella Repubblica popolare cinese sono aumentati del 42%.

 

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Alle industrie cinesi è stato dato il via libera per acquisizioni di aziende tecnologiche all' estero: 112 miliardi nei primi sei mesi di quest' anno. La classe media, unita a quella operaia, è vivamente invitata dai pianificatori di Pechino a consumare di più nel tempo libero, viaggiare, andare al cinema, fare sport. Il governo si aspetta che la spesa in turismo dei cinesi triplichi entro il 2020.

 

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Alcuni grandi gruppi industriali privati sono già in piena riconversione. Il capofila è il Dalian Group di Wang Jianlin, che dopo aver costruito palazzi e grattacieli in città e campagne ha cominciato a diversificare nell' intrattenimento. Nel 2012 ha comperato la catena di cinema americana AMC Theatres, che sommata alle sale che possiede in Cina ne ha fatto il primo operatore di schermi cinematografici al mondo.

 

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Poi ha cominciato a progettare 15 parchi tematici di divertimento. Il primo, il Wanda Nanchang Park, lo ha inaugurato il 4 giugno, battendo sul tempo Disneyland di Shanghai; gli altri 14 seguiranno entro il 2020. Wang Jianlin, ex colonnello, dirige questa espansione con l' aggressività di un militare.

 

Ha detto che «per duemila anni la cultura cinese ha guidato il mondo, poi negli ultimi secoli ha perso fiducia e si è piegata a quella occidentale per mancanza di sviluppo e crisi di fiducia in se stessa». Ma ora tutto sta di nuovo cambiando, ha assicurato il miliardario: Disney con il suo megaparco di Shanghai «è come una tigre sola che non potrà tener testa al branco di 15 lupi Wanda Park».

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Per battere la concorrenza Wanda farà pagare il biglietto d' ingresso a Nanchang la metà circa di Disneyland: 198 yuan (26 euro) contro 370 (49). In palio, 30 milioni di visitatori l' anno. La sfida cinese per i servizi turistici si gioca anche all' estero. A marzo la cinese Anbang Insurance ha cercato di prendere Starwood Hotels Resorts con un' offerta di 14 miliardi di dollari, prima di ritirarsi lasciando la via libera a Marriott International.

 

Ma il gruppo Jin Jiang di Shanghai è appena salito al 15,6% di AccorHotels e punta al 29% che comporta l' obbligo di Opa sull' intero capitale.

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Il gioco

Nel nuovo gioco del domino per l' intrattenimento è entrato il football. In Europa all' inizio è stata presa per una stranezza cinese: il presidente Xi che è tifoso di calcio e vorrebbe una nazionale fortissima, non dispersa sotto l' 80esima posizione delle classifiche Fifa;

 

THOHIR SUNINGTHOHIR SUNING

poi il governo che per il 2020 pianifica 50 milioni di calciatori praticanti, 30 milioni dei quali ragazzini delle elementari e delle medie e per questo farà aprire nei prossimi quattro anni 20 mila accademie calcistiche. Ma Xi Jinping ha in mente anche l' economia: un' industria sportiva dal fatturato di 850 miliardi di dollari nel 2025, un altro passo nelle riconversione verso servizi e consumi.

 

Per appassionare le masse serve il know how del pallone. E ancora una volta le aziende cinesi rispondono alla chiamata: Wanda ha speso 61 milioni di dollari per il 20% dell' Atletico Madrid; un altro businessman cinese 109 per l' Aston Villa inglese; un consorzio 400 milioni per il 13% del gruppo che possiede tra l' altro il Manchester City. E ora l' Inter, la Beneamata appena presa con una valutazione da 700 milioni di euro dal signor Zhang Jindong del Suning di Nanchino che vende elettrodomestici per 20 miliardi di dollari l' anno.

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Quello dell' Inter «cinese» è un progetto industriale. Ha spiegato a Corriere Economia Ren Jun, 39 anni, vicepresidente di Suning Commerce Group: «L' Inter, con la sua storia, ha l' esperienza che ci serve per il nostro piano strategico nell' intrattenimento sportivo.

E Suning rappresenta un partner ideale per lo sviluppo dell' Inter in Cina. Come diciamo noi è una shuang yin, una win win situation ».

 

Nel piano di Suning si legge che da Nanchino (e ora Milano) partirà «un ecosistema lungo tutta la catena dell' offerta sportiva» con squadre di calcio, diritti per la trasmissione di partite via web, agenzie che controllano i giocatori, centri di addestramento. E per chiudere la rete il Suning vuole diventare «un leader globale nei media sportivi, creando e distribuendo contenuti di alta qualità».

 

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Zhang Jindong è nel calcio da poco: ha acquistato a dicembre un club della Super Lega cinese, il Jiangsu di Nanchino, subito ribattezzato Jiangsu Suning. Sulle maglie dell' Inter lo sponsor è Pirelli: diventerà Suning? «No, le sponsorizzazioni le lasciamo volentieri agli altri partner», ci dice Ren Jun, che dovrebbe sedere nel consiglio d' amministrazione dell' Inter. Ma il signor Ren è anche un tifoso?

 

«Debbo essere del Jiangsu Suning, per forza, ma l' Inter mi piace fin da ragazzo perché la Cina ha conosciuto il calcio mondiale quando la tv statale ha cominciato a trasmettere la Serie A italiana nel 1987, ogni domenica pomeriggio».

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