A CIPRO, L’ITALIA CHE VERRA’: UNA TANTUM SUI CONTI CORRENTI

Marco Zatterin per "La Stampa"

Questa volta una buona parte del conto lo pagheranno i correntisti. I ministri economici dell'Eurozona, d'intesa col Fmi, hanno definito un piano di salvataggio da 10 miliardi per puntellare il sistema bancario cipriota, da mesi sull'orlo del tracollo dopo aver accumulato un'esposizione pesante nei confronti della Grecia. Per il club dell'Europa è il quinto intervento anticrac dal 2009, di entità relativamente piccola, ma dal grande significato. La ricetta impone una tassa "una tantum" sui titolari dei depositi, il cui gettito è stimato in quasi 6 miliardi. E' una scorciatoia rapida ed efficace, eppure potenzialmente pericolosa perché colpisce in modo indiscriminato e può minare la fiducia.

Non è stata una intesa semplice. Il caso cipriota era sul tavolo da quasi un anno, l'ipotesi di un salvataggio è rimbalzata nelle riunioni bruxellesi dall'estate scorsa, inquinata dallo stretto rapporto fra la finanza dell'isola e i capitali russi, sulla cui natura sono in molti a nutrire qualche sospetto. «L'assistenza s'é resa necessaria per salvaguardare la stabilità finanziaria di Cipro e dell'Eurozona nel suo insieme», ha affermato il presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem. Sembrano parolone, ma se saltasse il tesoro di Nicosia, l'effetto contagio sulle economie instabili, Italia compresa, non sarebbe marginale.

I 10 miliardi di assistenza, contemplano la partecipazione del Fondo monetario, anche se non è noto ancora in quale misura. Probabile che anche Mosca metta del suo, e non sarebbe la prima volta visto che ha già concesso nel 2011 un credito bilaterale da 2,5 miliardi (potrebbe essere allungato dal 2016 al 2021). Gli interessi russi sull'isola sono palesi, sono 60 mila i residenti, e la federazione è il secondo protagonista del flusso turistico.

Colpisce che nell'ultimo anno il flusso degli investimenti diretti da Cipro alla Russia sia stato di 12,3 miliardi. Più osservatori ritengono che siano capitali "lavati" di ritorno. A fine 2011, i depositi russi ammontavano al 20% del totale, per 18 miliardi, somma superiore all'intero pil cipriota.

Il piano siglato ieri mattina alle 4 alla vigilia doveva essere di 17 miliardi. Esso stabilisce che il governo del nuovo presidente centrista Nicos Anastasiades dovrà effettuare una serie di riforme e tagli di bilancio, ma avrà facoltà di introdurre una tassa del 9,90% sui depositi di importo superiore ai 100mila euro, e del 6,75% per quelli sotto la soglia. L'imposta dovrebbe scattare da martedì (lunedì è giorno festivo). Da ieri mattina, c'è stato un inevitabile attacco ai bancomat sull'isola. Nell'intesa è prescritto anche un aumento dell'imposta sugli interessi da capitale, dell'aliquota sui profitti societari (dal 10 al 12,5%) e una partecipazione (in perdita) degli obbligazionisti non privilegiati ("junior bondholders").

Posto che il ministro delle Finanze cipriota Michael Sarris ha ammesso che non avrebbe voluto essere lui a firmare l'operazione, le reazioni negative sono state numerose, sopratutto nella City di Londra, da dove arriva (in condominio coi russi) poco più del 40% dei depositi ciprioti. Nella rete anticrac sono rimasti anche correntisti normali, «pure i nostri pensionati», scrive la stampa popolare britannica.

Un anziano citato dalla Reuters ha commentato: «Dicono che l'isola della Mafia è la Sicilia, sbagliano, è Cipro». L'Eurogruppo sostiene che non c'era scelta e Dijsselbloem assicura che il debito di Nicosia tornerà sotto il 100% del pil entro del 2020. E' un buon obiettivo. Tutto lascia però pensare che la strada sarà accidentata. Per le banche e la politica di Cipro, come per l'Eurozona.

 

bandiera ciproPpe all’EuroparlamentoEurozone_BreakupSCIOPERO EUROPEO jpegMARIO DRAGHI FIRMA LA NUOVA BANCONOTA DA 5 EURO

Ultimi Dagoreport

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...