etruria renzi boschi

LA BANCA DEI COMPAGNI DI MERENDE - PRESTITI A CLIENTI A RISCHIO, AUDIT INTERNI “AGGIUSTATI”, CDA ASSENTE E UN DIRETTORIO-OMBRA A PRENDERE LE DECISIONE: COSÌ I MANAGER HANNO SBANCATO L’ETRURIA SECONDO BANKITALIA

Fabio Tonacci per “la Repubblica”

fotomontaggi maria elena boschi e banca etruria  4fotomontaggi maria elena boschi e banca etruria 4

 

Banca Etruria è stata governata nell’ombra. Negli ultimi quattro anni le mani di pochi hanno mosso le leve del comando, con la complicità colpevole di tutto il consiglio di amministrazione. “Un consesso – per dirla con le parole degli ispettori di Bankitalia - che si è limitato a ratificare scelte e decisioni assunte in altre sedi”. Sedi che a volte si chiamano “Commissione consiliare informale”, a volte “Alta direzione”, a volte portano solo il nome del direttore generale Luca Bronchi.

 

Le carte finora rimaste inedite della seconda ispezione di Bankitalia, quella che si svolse dal 18 marzo al 6 settembre 2013 e che ha fatto aprire due inchieste dalla procura di Arezzo (false fatturazioni e ostacolo alla vigilanza), raccontano di riunioni durante le quali apparivano davanti agli occhi dei consiglieri documenti mai visti prima e che era proibito stampare. Di audit interni il cui esito mutava da “negativo” a “parzialmente adeguato” senza motivo. Della gestione disastrosa della sicurezza informatica, tanto da mettere a rischio la privacy dei clienti. Di modelli di distribuzione del credito “a maglie larghe”, con esposizioni elevate su “clienti pluriaffidati”.

fotomontaggi maria elena boschi e banca etruria  12fotomontaggi maria elena boschi e banca etruria 12

 

LA COMMISSIONE INFORMALE DI BOSCHI

Repubblica nei giorni scorsi ha dato conto della terza ispezione Bankitalia (novembre 2014-febbraio 2015), nella quale emerge il ruolo non chiaro della cosiddetta “Commissione consiliare informale”. E’ nata dopo il cambio del cda nel maggio 2014 ed era formata dal presidente Lorenzo Rosi, dai due vice Alfredo Berni e Pier Luigi Boschi, dai consiglieri Santoanastaso, Nataloni e Salini. Come funzionava? Discutevano tra loro in privato, poi chiedevano al cda di ratificare ciò che avevano deciso. E’ avvenuto nel caso della fusione con la Popolare di Vicenza, “l’unica offerta giuridicamente rilevante”.

 

La Commissione informale decise che non andava fatta e che non fosse opportuno sentire l’opinione dei soci. Scrivono gli ispettori: “La scelta di non sottoporre al voto dell’Assemblea l’offerta vincolante non è stata sostanzialmente dibattuta in consiglio, il quale si è limitato a prendere atto della posizione comunicata dal presidente. L’assenza di qualsiasi verbalizzazione delle attività svolte da tale ‘commissione’ ha concorso a rendere poco trasparente il processo decisionale”.

PROTESTE CONTRO BANCA ETRURIA  PROTESTE CONTRO BANCA ETRURIA

 

GLI AMMINISTRATORI MUTI

Non era una novità per Banca Etruria. L’abitudine di concentrare il potere in comitati ristretti c’era anche durante il mandato del presidente Fornasari. Si scopre dai risultati della seconda ispezione, e – soprattutto – da ciò che ha dichiarato alla Guardia di Finanza il capo del pool inviato da Bankitalia, Emanuele Gatti. “Il cda ha sostanzialmente abdicato al proprio ruolo, lasciando ampia discrezionalità all’Alta direzione, composta dal direttore generale (Luca Bronchi, indagato) e dall’alta dirigenza munita di poteri delegati”.

 

PROTESTE CONTRO BANCA ETRURIAPROTESTE CONTRO BANCA ETRURIA

La prassi era la solita: si incontravano pochi minuti prima dell’inizio dei cda, poi andavano in consiglio sostenendo che “per motivi di riservatezza” non avevano potuto presentare prima i documenti sottoposti al vaglio né potevano stamparli su carta. “Sono stati messi a disposizione dei consiglieri solo all’apertura della seduta – scrive Gatti – il consuntivo trimestrale, l’informativa sui rischi, la revisione del budget e del piano industriale, nonché tutte le proposte di affidamento”. Vale a dire, tutti i documenti più importanti. All’interno del cda, però, nessuno batteva ciglio. “Tale prassi – aggiunge Gatti – non è mai stata oggetto di rilievi degli amministratori”.

 

PROTESTE CONTRO BANCA ETRURIAPROTESTE CONTRO BANCA ETRURIA

GLI INUTILI AUDIT INTERNI

E nemmeno gli audit interni servivano a qualcosa, perché “i report mostravano talvolta una limitata coerenza tra la gravità delle disfunzioni rilevate e il giudizio complessivo”. E’ il caso ad esempio di una verifica sulla gestione dei crediti e delle sofferenze che viene chiesta ai responsabili dell’audit nel 2012, a seguito di alcune anomalie segnalate l’anno prima. Gatti voleva capire se erano state superate, ma si era accorto che qualcosa non andava. “A fronte del mancato superamento delle anomalie - sostiene – le verifiche dell’audit si chiudono con un aggiornamento del giudizio da ‘negativo’ a ‘parzialmente adeguato’”. Niente era cambiato, eppure il problema si era risolto da solo.

 

LA PRIVACY VIOLATA DEI CLIENTI

renzi con il padre suo e di boschi e rosi di banca etruria stile amici mieirenzi con il padre suo e di boschi e rosi di banca etruria stile amici miei

Si scopre poi che la sicurezza informatica era un colabrodo, e che le falle erano generate da “alcune lacune” nel contratto siglato con l’azienda di servizi digitali Cedacri. “E’ consentito – rilevano gli ispettori di Bankitalia - agli addetti allo sviluppo applicativo accedere, in via diretta e in assenza di autorizzazione da parte della banca, agli ambienti di produzione, indipendentemente dall’esigenza di intervento su errori nel software”.

 

Non solo. “Gli ambienti di addestramento e test utilizzati da Cedacri contengono i dati in chiaro della clientela, e la banca non presidia le fasi di estrazione delle informazioni da parte di Cedacri che non necessita, ai termini di contratto, di autorizzazione preventiva”. E ancora. “I sistemisti di Etruria informazioni, cui è affidata la gestione dell’ambiente di posta su delega di Cedacri, adoperano un’utenza di amministratore che consente senza alcuna tracciabilità la visualizzazione del contenuto nelle caselle di posta elettronica dei dipendenti”.

BANCA ETRURIA BANCA ETRURIA

 

LO STIPENDIO DI 300.000 EURO AL NUOVO DG

La relazione finale di Gatti era corredata delle controdeduzioni di tutti gli amministratori accusati. Ha portato, come detto, a sanzioni volute dal direttorio di Bankitalia il 23 settembre 2014 per tutti i manager, tra cui l’allora presidente Giuseppe Fornasari (180.000 euro), il dg Bronchi (202.500), il consigliere Boschi (144.000). Solo Alfredo Berni ha avuto sconti, perché gli sono stati riconosciuti i tentativi di fermare la deriva.

 

Nel maggio 2014, sulla spinta della seconda ispezione, 7 membri del cda su 15 sono stati cambiati: Rosi è diventato presidente, Berni e Boschi vicepresidenti, il dg Bronchi è stato liquidato con 1,2 milioni di buonuscita. La musica però è rimasta la stessa. Si è subito costituita la “commissione informale”. E quando è stato il momento di assumere il successore di Bronchi, cioè Daniele Cabiati, il presidente Rosi ha chiesto per lui una retribuzione da 300mila euro annui, “contrariamente al quanto era indicato dal documento “Politiche di remunerazioni” approvato dall’assemblea.

BANCA ETRURIABANCA ETRURIA

 

 

Ultimi Dagoreport

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...