1- MA FORSE LA VERA NOTIZIA ODIERNA, SULLE CONDANNE PER LA FALLITA SCALATA A BNL, È CHE OLTRE AD UN MANIPOLO DI EX POTENTI, SONO STATE INFLITTE CONDANNE AD ALMENO DUE PERSONE TUTTORA AL VERTICE DI IMPORTANTI ISTITUZIONI FINANZIARIE 2- CARLO CIMBRI, TRE ANNI E DIECI MESI, È L’ATTUALE AD DI UNIPOL, CHE DOVRÀ SPIEGARE AI SUOI SOCI LE SUE DIFFERENTI VEDUTE SU CIMBRI RISPETTO A SACCHETTI E CONSORTE 3- POI C’È CALTAGIRONE, TRE ANNI E SEI MESI COME ANTONIO FAZIO: QUI STIAMO PARLANDO DI UNO DEI FINANZIERI PIÙ RICCHI, RISPETTATI ED INFLUENTI D’ITALIA E VICE PRESIDENTE DEL MONTE DEI PASCHI DI SIENA. BENE, COME LA METTIAMO CON I REQUISITI DI ONORABILITÀ BANCARIA? 4- DIFFICILE UNA SOLUZIONE ALLA GERONZI, PERCHÉ LA SENTENZA DICHIARA PER GLI IMPUTATI L’INTERDIZIONE DA PUBBLICI UFFICI E UFFICI DIRETTIVI DELLE PERSONE GIURIDICHE

Bankomat per Dagospia

Sicchè, non contenti di quanto passa il convento, abbiamo un'altra condanna per VIP. Antonio Fazio, già Governatore di Bankitalia ed altri signori molto noti, tutti insieme complottavano per organizzare fuori dalle regole la scalata a BNL.

A Fazio la fallita scalata a BNL costa altri tre anni e sei mesi, dopo i quattro per la vicenda Antonveneta. Sempre in compagnia dei soliti noti Gnutti, Ricucci, Statuto, Coppola, Consorte, i fratelli Lonati. Fiorani aveva già patteggiato.

Antonio Fazio si è detto affranto, specificano subito a caldo le agenzie, perché non si capacita, non comprende. Forse gli brucia particolarmente il fatto che il suo capo della Vigilanza all'epoca dei fatti, Francesco Frasca, per quei fatti sia stato assolto. O il Tribunale di Milano è ubriaco, oppure ha visto un comportamento diverso da parte di Frasca, il che lascia un segno drammatico sul profilo dell'ex Governatore: un Collegio di Giudici, non i soliti PM fanatici, sta evidentemente dicendo al popolo italiano nel nome del quale la giustizia è amministrata che si poteva interpretare il proprio ruolo ai vertici di Bankitalia in maniera diversa.

Il modo di Frasca considerato migliore del modo di Fazio. Terribile per Fazio doverlo leggere. Così come migliore era il comportamento dei due funzionari della vigilanza che si opposero strenuamente a che fossero riconosciute alla popolare di Lodi del Fiorani certi requisiti patrimoniali che la banca non aveva, ma che Fazio pretendeva fossero riconosciuti a prescindere, per il bene del Paese.

In fondo, le persone dell'estrazione culturale di Fazio Antonio da Alvito (Alto Lazio) delinquono senza saperlo, sono paradossalmente spesso in buona fede, perché convinti sempre di agire per il bene degli altri, per fini superiori. Il che li rende oltre che rèi, quando lo sono, anche e quasi sempre insopportabili .

Ma forse la vera notizia odierna è che oltre ad un manipolo di ex potenti (certo il Coppola è ancora in affari, lo Gnutti pure, ma con le penne molto basse) dei quali tanti potranno dire e ridire senza correre troppi rischi nei salotti e sui giornali, sono state inflitte condanne da oltre tre anni ad almeno due persone tuttora al vertice di importanti istituzioni finanziarie.

Carlo Cimbri, tre anni e dieci mesi, è l'attuale amministratore delegato di Unipol. All'epoca dei fatti era direttore finanziario dell'Unipol dei Consorte e Sacchetti, ma poi e sino ad oggi evidentemente ritenuto da Unipol persona stimabile. Anzi necessaria al punto da essere nominato Amministratore delegato. Sarà un brutto colpo per la grande assicurazione rossa, che dovrà spiegare ai suoi soci le sue differenti vedute su Cimbri rispetto ai biasimati e biasimevoli Sacchetti e Consorte.

Poi c'è Francesco Gaetano Caltagirone, che si vede appioppare tre anni e sei mesi come Antonio Fazio: qui stiamo parlando di uno dei finanzieri più ricchi, rispettati ed influenti d'Italia e Vice Presidente del Monte dei Paschi, fra l'altro

Come la mettiamo con i requisiti di onorabilità? Avremo le italiche soluzioni alla Geronzi , dove il plurinquisito e poi condannato Ragioniere ha potuto sostanzialmente finire alla grande la sua carriera ovunque, da Capitalia a Mediobanca a Generali, mai richiesto da Bankitalia o dall'ISVAP di alcunché e venendo alla fine allontanato dalle Generali solo per effetto di giochi di potere a lui avversi?

Sarà difficile, perché la sentenza odierna dichiara per gli imputati anche l'interdizione dai pubblici uffici e dagli uffici direttivi delle persone giuridiche.

La cronaca ci imbarazza in questi casi, proprio perché Caltagirone - questo Caltagirone - da tutti è rispettato e temuto. Non è un Ricucci, non è uno Gnutti, non è neppure un Berlusconi, l'unico potente d'Italia del quale è lecito da sempre dir male.

L'Ingegnere parla poco, fa soldi con i suoi soldi, tanti soldi, è persino uomo di cultura. Emarginare lui dal Board del Monte Paschi sarebbe per certi versi una beffa, considerando i tanti mediocri o banditi che invece occupano il potere, attaccati con il Superattak al sedere alle loro poltrone, ovunque, da anni.

Ma quanto sarebbe bello che l'Ingegnere desse l'esempio. Un suo passo indietro, magari subito e spontaneo, gli farebbe fare un figura spettacolare.

La cronaca ci costringe ad una riflessione, prima che la casta dirigente di questo Paese comprenda troppo tardi che in altri tempi si tagliavano le gole in piazza ed oggi per fortuna Dio ci protegga e speriamo non succeda: la Legge è sopra il VIP. Non reggiamo più i VIP, neppure quelli correntemente stimati.

C'è infine un rischio, che i reati di cui alla condanna siano interpretati come sofismi tecnici: aggiotaggio e insider trading, ostacolo alle funzioni di vigilanza, ammettiamolo, non sono omicidi, rapine e truffe. Forse sarebbe ora di cambiar loro il nome. Che vi parrebbe ad esempio di "manovre occulte ed illecite per alterare il corso onesto degli affari di Borsa con grave danno degli investitori onesti", non è più chiaro di "aggiotaggio"?

Oppure, anziché ostacolo alle funzioni di vigilanza, proviamo a dire, in modo un po' più greve, "manovre per truccare le carte e impedire allo Stato di sorvegliare le eventuali porcate delle banche". In fondo è per questi reati che molte persone celebri sono da anni indagate e oggi condannate dal Tribunale di Milano, non per irregolarità quali il divieto di sosta o errori nel calcolo dell'ICI.

 

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