
SOLO L’UNIONE EUROPEA PUÒ SBLOCCARE IL RISIKO – LA COMMISSIONE UE PUÒ FERMARE IL GOLDEN POWER DEL GOVERNO SU UNICREDIT-BPM – AFFINCHÉ GLI STATI MEMBRI POSSANO INVOCARE I POTERI SPECIALI, INFATTI, SERVE CHE SIA IN GIOCO LA “SICUREZZA PUBBLICA” (COSÌ NON È IN UN’ACQUISIZIONE DI UNA BANCA ITALIANA DA PARTE DI UNA BANCA ITALIANA) - NEL CASO DI INTERVENTO, LA DECISIONE SAREBBE IMMEDIATAMENTE ESECUTIVA, SALVO APPELLO DEL GOVERNO ALLA CORTE DI GIUSTIZIA UE, CHE PERÒ HA SEMPRE ADOTTATO UN’INTERPRETAZIONE RESTRITTIVA DELL’”INTERESSE NAZIONALE”
Estratto dell’articolo di Giovanni Pons per “la Repubblica – Affari & Finanza”
La partita dell’offerta pubblica di scambio (Ops) lanciata da Unicredit su Banco Bpm rischia di essere decisa dalla Commissione europea. Al momento l’Ops è sospesa per un mese grazie a una richiesta di Unicredit accettata dalla Consob e non annullata dal Tar: occorre maggiore chiarezza sul provvedimento golden power emesso dalla presidenza del Consiglio dei ministri (Dpcm) lo scorso 18 aprile.
Nel quale sono indicate alcune prescrizioni che la banca non ritiene sufficientemente chiare e dunque al momento sembra impossibilitata a dire se può rispettarle o meno.
ursula von der leyen giorgia meloni
In questo quadro si inserisce la disciplina sulla concorrenza europea, affidata alla divisione competition della Ue (DgComp) a cui Unicredit ha chiesto l’autorizzazione per la fusione con Banco Bpm essendo una banca sistemica e con la maggior parte delle proprie attività (65%) fuori dall’Italia nonostante la sua sede sia Milano.
La procedura avviata dalla DgComp è il grimaldello con cui la Commissione Ue può entrare nel merito della partita avendo voce in capitolo anche sul discusso golden power.
L’art. 21 comma 4 del regolamento 139/2004, infatti, recita: «Gli Stati membri possono adottare opportuni provvedimenti per tutelare interessi legittimi diversi da quelli presi in considerazione dal presente regolamento e compatibili con i principi generali e le altre disposizioni del diritto comunitario.
Sono considerati interessi legittimi la sicurezza pubblica, la pluralità dei mezzi di informazione, le norme prudenziali. Qualsiasi altro interesse pubblico è comunicato dallo Stato membro interessato alla Commissione ed accettato dalla stessa, previo esame della sua compatibilità con i principi generali e le altre disposizioni del diritto comunitario».
Dunque la DgComp, parallelamente alla procedura autorizzativa sulla concentrazione di sportelli tra Unicredit e Banco Bpm, può analizzare il provvedimento golden power e decidere se rientra negli interessi legittimi di uno Stato, in sostanza se le prescrizioni afferiscono all’area della sicurezza pubblica.
Il governo italiano non ha comunicato il suo provvedimento del 18 aprile alla Commissione evidentemente perché ritiene che questo rientri nella sicurezza pubblica. Ma anche senza questa notifica la DgComp può effettuare la sua analisi ed emettere il verdetto.
[…] Pertanto entro il 19 giugno, data fissata dalla Ue per decidere quanti sportelli Unicredit e Banco Bpm dovranno cedere a terzi per non superare le norme antitrust, potrebbe arrivare anche un pronunciamento sul golden power.
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Nel caso di intervento su Unicredit-Banco Bpm la decisione della DgComp sarà immediatamente esecutiva salvo appello del governo alla Corte di Giustizia Ue. «La Corte di giustizia dell’Unione europea ha sempre adottato un’interpretazione restrittiva dell’”interesse nazionale” — spiega ancora Ferraro — le minacce prospettate dal governo italiano per ricadere nell’ambito della nozione di sicurezza pubblica devono essere effettive e sufficientemente gravi da incidere su un interesse fondamentale della collettività.
In caso di accertata violazione, lo Stato membro è tenuto a conformarsi alla decisione della Commissione e, quindi, a non ostacolare l’operazione di concentrazione, nel rispetto del principio del primato del diritto dell’Unione su quello nazionale ».
Dunque la Ue potrebbe respingere l’avanzata del ministro Giancarlo Giorgetti, che attraverso il Mef è stato il promotore dei paletti imposti a Unicredit con il Dpcm. […]
ANDREA ORCEL FOTO LAPRESSE
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I TRE FRONTI DI UNICREDIT