IL GENERO “ELETTRICO” DI ABRAMO BAZOLI - GREGORIO GITTI SAREBBE STATO CHIAMATO NEI GIORNI DI NATALE AL CAPEZZALE DEI SOCI ITALIANI DI EDISON NIENTEMENO CHE DA PASSERA, EX AD DELLA BANCA MILANESE - MA GITTI È CONSIGLIERE INDIPENDENTE DI EDISON E QUINDI DOVRÀ VEGLIARE AFFINCHÉ GLI ACCORDI TRA I SOCI DI MAGGIORANZA NON PENALIZZINO LE MINORANZE DI EDISON. COME LA TASSARA DELL’AMICO DI FAMIGLIA ROMAIN ZALESKI, LA CUI ‘’FONDAZIONE ETICA’’ HA UN PRESIDENTE CHE SI CHIAMA GITTI: COINCIDENZE?….

1- IL NEGOZIATO EDISON, GITTI E BAZOLI: INTESA IN FAMIGLIA
Il Fatto -

Se a Parigi il numero uno di Edf, Henri Proglio, gioisce per l'accordo su Edison, a Milano c'è qualcuno che dovrebbe friggere. È l'avvocato Gregorio Gitti, genero del presidente di Intesa, Giovanni Bazoli, che sarebbe stato chiamato nei giorni di Natale al capezzale dei soci italiani di Edison nientemeno che dal ministro Corrado Passera, ex ad della banca milanese.

Secondo Giuliano Zuccoli, presidente di A2A, però, Gitti avrebbe "solo fornito un supporto tecnico-legale senza partecipare alla trattativa". Del resto il marito di Francesca Bazoli, tra i fondatori del Pd, nonché consulente di Intesa per l'operazione Alitalia e advisor della fusione tra Aem Milano e Asm Brescia che ha dato vita alla multiutility pubblica A2A, una delle principali parti in causa, è anche consigliere indipendente di Edison e quindi dovrà esprimersi sulla congruità dell'accordo proprio in tema di conflitti d'interesse.

E, quindi, dovrà vegliare affinché gli accordi tra i soci di maggioranza non penalizzino le minoranze di Edison. Come la Carlo Tassara dell'amico Romain Zaleski, tra i fondatori della Fondazione Etica che presiede.

LA HOLDING DI ZALESKI: "INFORMATIVA INSUFFICIENTE". CONSOB CONVOCA LE SOCIETÀ COINVOLTE - PER GLI AZIONISTI ITALIANI UNA PERDITA DI 800 MILIONI, 340 PER IL FINANZIERE CHE SI È ASTENUTO
Ettore Livini per la Repubblica

Edison e Delmi danno il via libera all´accordo per la spartizione di Foro Buonaparte e si preparano a incontrare la Consob per chiarire i dubbi dell´authority sull´operazione che attribuirà ai francesi di Edf l´80% della società trasferendo invece il controllo integrale di Edipower ai soci italiani di Delmi (A2a, Iren, Sel, Dolomiti energia e Mediobanca).

Il presidente della Commissione, Giuseppe Vegas, ha acceso un faro sul prezzo (0,84 euro) pagato da Parigi per salire all´80% del capitale, e sulla valutazione delle centrali termoelettriche e a carbone girate ai soci italiani. Concentrando in particolare la sua attenzione sul contratto di fornitura di gas che legherà per cinque anni Edison ed Edipower per capire quanto questo passaggio possa influire sul prezzo dell´Opa su Foro Buonaparte.

«Mi pare che le minoranze siano state rispettate - ha detto ieri Graziano Tarantini, presidente del consiglio di sorveglianza di A2a -. Comunque i nostri legali saranno in Consob già domani (oggi per chi legge, ndr), poi deciderà l´autorità». «Stiamo preparando il nostro parere vincolante sull´operazione - ha confermato Gian Maria Gros Pietro a nome dei tre consiglieri indipendenti di Edison -. I soci sono tutti uguali e il nostro interesse è valorizzare le azioni».

Non sembra dello stesso parere la Carlo Tassara, holding del finanziere franco-polacco Romain Zaleski che ha in portafoglio il 10% del gruppo energetico. Mario Cocchi, ad dell´azienda e consigliere pure di A2a, si è astenuto ieri nel cda della municipalizzata che ha dato l´ok all´intesa conferendo al presidente Giuliano Zuccoli e al dg Renato Ravanelli il mandato per stilare l´accordo definitivo entro fine gennaio prolungando prima fino al 15 febbraio i patti con Parigi in scadenza oggi.

Cocchi si sarebbe lamentato per la «carenza di informativa» sull´operazione. Un malessere comprensivo, visto che un´Opa a 0,84 euro su Edison (valore identico alla media dei prezzi in Borsa negli ultimi mesi, e vicinissimo agli 0,818 di ieri) costringerebbe Tassara a contabilizzare 340 milioni di perdita.

Il rappresentante di Zaleski dà voce ai dubbi del mercato: Delmi in effetti ha girato a Edf la sua quota in Edison a un prezzo molto inferiore agli 1,5 euro ad azione cui l´aveva in portafoglio, consentendo così a Parigi di chiudere il cerchio con un´offerta pubblica d´acquisto "low cost" a 0,84 euro ad azione. A2a e soci, a conti fatti, dovranno contabilizzare a bilancio una minusvalenza vicina agli 800 milioni.

È, come ovvio, un sacrificio pesante. Ma compensato - dice un socio di minoranza - dal prezzo che verrà pagato da Delmi per Edipower, inferiore di un terzo rispetto al patrimonio netto. Questo valore - spiega una nota congiunta delle parti, richiesta proprio dalla Consob - «è frutto di un negoziato che ha preso a riferimento la parte alta del prezzo concordato Edf e Alpiq per il passaggio del 20% dell´ex genco Enel ai francesi». Edison, infine, ha rinviato ogni decisione sul possibile aumento di capitale da 1,3 miliardi, preannunciando per gennaio un nuovo quesito a Consob sull´Opa.

 

Gregorio Gittiint17 giovanni bazoliint06 giovanni bazoliEDISONEDISON GetContenthenri-proglio-edfGiuliano Zuccoligiuseppe vegas

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....