
DAGOREPORT – A PARIGI SI VOCIFERA CHE MACRON SIA UN PO' INCAZZATO CON JOHN ELKANN PER LA SUA AMERICANIZZAZIONE FILO-TRUMP (VEDI LA VISITA CON LA JUVE AL SEGUITO, ALLA CASA BIANCA) - IN BALLO LA GESTIONE DI STELLANTIS, GRUPPO AUTOMOBILISTICO DI CUI LA FRANCIA POSSIEDE IL 6,2%: DOPO TAVARES, MACRON VOLEVA UN CEO FRANCESE MA TRUMP SI E' OPPOSTO, ED E' ARRIVATO L’ITALIANO FILOSA - I CONTI IN ROSSO DI STELLANTIS PREOCCUPANO YAKI, COME DEL RESTO L’EDITORIA CHE NON GENERA PROFITTI MA SOLO ROGNE COL GOVERNO MELONI. E A PRENDERSI "REPUBBLICA" E "LA STAMPA" NON CI PENSA PIU' NESSUNO (IMPOSSIBILE RIBALTARE LA LORO LINEA ANTI-GOVERNATIVA) - LA TENTAZIONE DI ELKANN DI MOLLARE TUTTO PER DEDICARSI AGLI INVESTIMENTI FINANZIARI DI EXOR È OGNI GIORNO PIU' ALTA, MA LA SOLUZIONE STENTA, PER ORA, A FARSI AVANTI...
DAGOREPORT
A Parigi si vocifera che Emmanuel Macron, tra i tanti crucci, ne abbia uno particolarmente spinoso che porta il nome di John Elkann.
L’irritazione del presidente francese nei confronti del nipote di Gianni Agnelli sarebbe dovuta non solo alla gestione di Stellantis ma soprattutto alla sua recente americanizzazione filo-Trump.
La casa automobilistica, nata dalla fusione del gruppo Peugeot con Fiat Chrysler, ha nel suo azionariato anche lo Stato francese, con una quota del 6,2% tramite la Bpifrance. Normale che l’Eliseo voglia dire la sua nelle scelte di fondo del gruppo.
Gianni Infantino e John Elkann nello Studio Ovale con Donald Trump
Infatti, quando l’ex Ceo Carlos Tavares è stato accompagnato alla porta, Macron avrebbe voluto al suo posto un manager francese. Ma il Caligola della Casa Bianca, che non sopporta Macron nemmeno in fotografia, si è opposto.
Per sei mesi, la poltrona è rimasta vuota, con somma irritazione dell’Eliseo. Dal 1 dicembre, giorno delle dimissioni di Tavares, si è arrivati al 28 maggio, quando è stato nominato Antonio Filosa.
La delusione dei vertici transalpini si è irrobustita quando, il 18 giugno, John Elkann, che è nato a New York e aveva passaporto americano (ha rinunciato nel 2012 alla doppia cittadinanza), ha portato la squadra della Juventus alla Casa Bianca a baciare la pantofola a Donald Trump.
gianni infantino donald trump john elkann
Un segnale di americanizzazione di Yaki, disposto a spostare parte della produzione del gruppo Stellantis negli States, che ha indispettito Macron, che ha in Trump la sua nemesi.
Più del fastidio dell’Eliseo, con la galoppante crisi del mercato automobilistico, a turbare i sonni dell’ingegnere sono però i conti di Stellantis. Nel primo semestre del 2025, i ricavi del gruppo sono tracollati del 13% a 74,3 miliardi, con una perdita netta di 2,3 miliardi di euro.
Numeri che non fanno piacere a John Elkann, che tra l’altro ha già mostrato di preferire altri business alla vecchia automobile: negli ultimi anni la holding di famiglia, Exor, ha diversificato i suoi investimenti tra lusso, biotecnologie, salute e hi-tech, segno che l’industria dell’auto ha perso lo smalto di un tempo. Come l’editoria, d’altronde. “la Repubblica” e “La Stampa”, oltre a non generare i profitti attesi, pongono più di una rogna politica all'editore di due quotidiani, ''Repubblica" e "Stampa" che non certo teneri con l'Armata Branca-Meloni.
A Largo Fochetti, la redazione prima è entrata in rotta di collisione con il direttore, Maurizio Molinari, per la sua linea filo-Netanyahu, e poi ha sabotato la copertura dell’Italian tech week, organizzata dallo stesso John Elkann con ospite d’onore Sam Altman, il guru di OpenAi.
Le trattative per la vendita dell'asset editoriale, di cui si parla da almeno un anno, sono finite a un punto morto: chi è interessato a comprarla, sa bene che ribaltare la linea politica è del tutto impossibile.
Davanti a tali ostacoli e ai mancati profitti, la tentazione di Elkann di mollare auto e giornali aumenta ogni giorno, ma la soluzione, per ora, non si fa avanti...
STELLANTIS, RICAVI IN CALO: -13 PER CENTO DI FATTURATO, PERDITA NETTA DI 2,3 MILIARDI
Nel primo semestre 2025 Stellantis ha registrato ricavi netti pari a 74,3 miliardi di euro, in calo del 13 per cento rispetto al primo semestre del 2024, principalmente a causa del calo su base annua in Nord America e nell'Europa allargata, parzialmente compensato dalla crescita in Sud America. È quanto si legge nel comunicato con i conti del primo semestre.
La perdita netta è stata pari a 2,3 miliardi di euro. Il produttore ha anche aggiornato le sue stime dell'impatto tariffario netto sui conti del 2025 a circa 1,5 miliardi di euro, di cui 300 milioni registrati nel primo semestre. «L’azienda mantiene un forte e costante dialogo con i legislatori di riferimento, portando avanti nel contempo una pianificazione degli scenari a lungo termine» si legge.
L’ad Antonio Filosa ha comunque aspettative per il 2025. «I segnali di progresso sono evidenti confrontando il primo semestre del 2025 con il secondo semestre del 2024, sotto forma di volumi, ricavi netti e aoi in crescita nonostante l'intensificarsi delle difficoltà esterne». L’aspettativa della governance è grande per la flotta dei dieci nuovi prodotti in arrivo nel corso dell’anno.
ANTONIO FILOSA - JOHN ELKANN
john elkann e famiglia a ponza
john elkann 2
john elkann ed elon musk all’italian tech week 4