dazi usa italia trump acciaio

DAZI A MAZZI: A QUESTO GIRO TRUMP FA SUL SERIO E COLPISCE ANCHE I BENI TECNOLOGICI IMPORTATI DALLA CINA. PECHINO ANNUNCIA TRE RISPOSTE: ALTRI DAZI IN RAPPRESAGLIA, IL RICORSO AL WTO E ANCHE IL RITIRO DAI NEGOZIATI. MA IL DRAGONE È IN DIFFICOLTÀ: L'ECONOMIA STA RALLENTANDO E I BENI USA ESPORTATI IN CINA SONO TALMENTE POCHI CHE QUELLA DI PECHINO È UN'ARMA SPUNTATA. FINCHÉ NON SI METTERÀ A COLPIRE I CONSUMATORI USA CON…

 

acciaio

  1. SCATTA RAPPRESAGLIA CINA, DAZI SU 60 MLD DI BENI USA

 (ANSA) - Scatta la rappresaglia della Cina contro l'ultima ondata di dazi varati dagli Stati Uniti: Pechino, come preannunciato, ha dato il via libera a una stretta su beni Made in Usa per 60 miliardi di dollari.

 

I nuovi dazi cinesi partiranno dal 24 settembre e colpiranno una lista di oltre 5.200 prodotti importati dagli Stati Uniti, con tariffe tra il 5% e il 10%. Tra i beni interessati componenti industriali, prodotti chimici e strumentazioni mediche.

 

  1. TRUMP, CINA VUOLE INFLUENZARE VOTO USA CON GUERRA DAZI

 (ANSA) - "La Cina sta cercando di influenzare le elezioni americane con una guerra commerciale, attaccando i nostri agricoltori, i nostri allevatori e i nostri lavoratori" in vista del voto di metà mandato di novembre. Lo afferma Donald Trump in un tweet che rivolto a Pechino aggiunge: "Loro sanno che io so come fermarli". Il tycoon minaccia quindi "una grande e immediata rappresaglia" se la Cina reagirà all'ultima ondata di dazi Usa.

 

TRUMP DAZI

  1. DAZI: CINA RICORRE AL WTO CONTRO ULTIMA MOSSA USA

 (ANSA) - La Cina ha deciso di ricorrere all'Organizzazione mondiale del commercio contro gli ultimi dazi Usa sull'import di beni "made in China": una mossa che "viola le regole del Wto", si legge nella nota diffusa dal ministero del Commercio che punta il dito contro le "nuove incertezze" che pesano sul negoziato commerciale tra i due Paesi. Includendo i primi 50 miliardi e gli ultimi 200 miliardi, gli Usa hanno messo nel mirino circa metà degli oltre 500 miliardi di beni importati ogni anno dalla Cina.

 

  1. DAZI: TRUMP, IO SEMPRE APERTO A COLLOQUI CON CINA

 (ANSA) - La Cina non puo' approfittarsi degli Usa: lo ha detto ai cronisti Donald Trump, dicendosi tuttavia sempre aperto ai colloqui con Pechino e aggiungendo che forse si arrivera' ad un accordo ad un certo punto.

 

  1. NUOVA ONDATA DI DAZI CONTRO LA CINA ORA TRUMP VUOLE COLPIRE LA TECNOLOGIA

Paolo Mastrolilli per la Stampa

 

«Le tariffe hanno messo gli Usa in una posizione negoziale molto forte, con miliardi di dollari e posti di lavoro che affluiscono nel nostro paese. L' aumento dei costi, invece, è stato finora quasi insignificante. Se i paesi non faranno accordi equi con noi, saranno "tariffati"».

donald trump xi jinping mar a lago

 

Con questo tweet, pubblicato ieri mattina, il presidente Trump ha di fatto confermato che si prepara ad imporre nuovi dazi contro la Cina. L' unico dubbio riguarda fino a che punto sarà disposto a spingere la sfida, che ora rischia di trasformarsi davvero un una guerra commerciale.

 

Washington aveva già imposto tariffe del 25% su prodotti cinesi importati per 50 miliardi di dollari, e Pechino aveva risposto con una ritorsione analoga. L' obiettivo sembrava quello di spingere la Repubblica popolare a negoziare un accordo per ridurre il suo surplus commerciale da circa 500 miliardi di dollari, acquistando più prodotti americani. Le trattative però non hanno dato i risultati sperati da Trump, che quindi ora vuole alzare il tiro, convinto che questa tattica abbia già prodotto risultati nelle dispute con l' Europa e il Messico.

 

La sua teoria è che la Cina esporta negli Usa quasi il quadruplo di quanto gli Usa esportano in Cina, e quindi alla lunga non potrà reggere lo scontro. In più l' economia di Pechino sta rallentando e ha poco margine di manovra. Washington ha già scritto la lista dei prodotti da colpire, che stavolta include anche quelli tecnologici che faranno aumentare i prezzi per i consumatori americani, ma risparmierà quelli della Apple.

 

trump e xi jinping alla citta proibita piazza tien an men

Le autorità della Repubblica popolare però hanno detto che sono pronte a rispondere, anche perché possono usare ritorsioni asimmetriche, ad esempio penalizzando le aziende Usa che operano nel loro paese. Larry Kudlow, il consigliere economico di Trump, ha lasciato intendere che l' obiettivo delle nuove tariffe è spingere Pechino a negoziare un accordo migliore, ma il governo cinese ha avvertito che si ritirerà dalle trattative, se i dazi entreranno in vigore.

 

Secondo Tom Orlik, capo economista di Bloomberg, «con questo nuovo provvedimento si passa da una scaramuccia combattuta finora con i proiettili di gomma, ad una guerra con pallottole vere. L' impatto negativo può raggiungere lo 0,5% del pil cinese, ma sarebbe duro anche per gli Usa». Durante una conferenza organizzata alla Columbia University per discutere le politiche commerciali di Trump, il professore Jeffrey Sachs ha avvertito: «E' un errore, perché la salute dell' economia americana non dipende dal deficit negli scambi.

 

Trump mette i dazi per guadagnare voti tra i colletti blu del Midwest, ma i loro posti sono stati persi a causa dell' innovazione tecnologica, più che per il trasferimento delle attività industriali all' estero dovuto alla globalizzazione. Il rimedio giusto sarebbe lasciare liberi i commerci, e poi tassare i profitti dei ricchi, per ridistribuire il reddito e garantire un futuro a chi lo ha perso. Così invece tutti soffriranno».

 

 

 

 

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?