mcdonald cina

MAODONALD! - LA DIPLOMAZIA AMERICANA PASSA DAL PING PONG A MCDONALD – PECHINO STATALIZZA GLI HAMBURGER USA, MA L’APERTURA DI 2.200 RISTORANTI IN CINA PROVOCHERA’ UNA RIVOLUZIONE SOCIALE – PROPRIO QUELLO CHE VUOLE TRUMP: IL SIMBOLO DEL CAPITALISMO IN PIAZZA TIENANMEN

 

Raffaella Malito per Il Giornale

 

MCDONALD'SMCDONALD'S

Sarà il nuovo MaoDonald' s o si chiamerà sempre McDonald' s? Già perché in Cina sarà ora il colosso Citic a gestire gli oltre 2.200 negozi in franchising di McDonald' s. Ovvero Pechino ha deciso di statalizzare gli hamburger americani.

 

Un' operazione economica da due miliardi di dollari in attesa ancora di essere ufficializzata. Ma al di là del valore commerciale dell' intesa è un intervento che ha un sapore tutto politico. Diverse possono essere le chiavi di interpretazione. La prima che ci viene in mente, ma non certo l' unica, è quella di una risposta all' America. Una sorta di controffensiva cinese alla dichiarazione di guerra lanciata dal nuovo presidente degli Stati Uniti alla Cina.

MCDONALD'SMCDONALD'S

 

La volontà di Donald Trump di aumentare le tariffe verso Pechino, la sua minaccia di far rientrare in America la produzione di alcuni beni che sono fatti in Cina non sono ovviamente passati inosservati. Non sono forse gli hamburger di McDonald' s il simbolo della globalizzazione americana? La scelta dunque di statalizzarli suona più come un messaggio politico e neanche tanto velato: una sorta di avvertimento. Come a dire: la Cina è in grado di fare le cose per conto suo. Ma ci sono, abbiamo detto, altre possibilità di lettura dietro l' operazione.

mcdonalds next a hong kong   4mcdonalds next a hong kong 4

 

A suggerircele è Giulio Sapelli, professore ordinario di Storia economica dell' Università di Milano, Dietro dice c' è anche il tentativo che la Cina sta facendo in questi anni di convertirsi a un' economia dei consumi e non solo o non più su un sistema unicamente basato sull' import. Non a caso si decide di statalizzare una rete che produce beni di consumo.

 

La volontà dunque di operare una profonda politica di urbanizzazione che non c' è - per le resistenze dei contadini cinesi a mollare le terre - e a finire con la filosofia dell' autoconsumo.

 

trump cinatrump cina

L' operazione, ci spiega il professore super esperto di cultura d' impresa, avrà conseguenze anche sul sistema agricolo perché porrà il problema di come rifornirsi di carne. Questo può significare che lo Stato amplierà il suo controllo verticale e verticistico sulla produzione bovina. A meno che questi hamburger non verranno fatti con la carne di maiale di cui i cinesi sono grandi consumatori.

 

Trump Cina1Trump Cina1

Ma ci saranno conseguenze contraddittorie anche sul tema della proprietà della terra. Che è per buona parte di proprietà statale ma è anche in mano a comunità locali. C' è anche un altro aspetto da considerare nell' operazione. Ovvero il cambiamento di prospettiva che pare stia avvenendo in tutto il mondo, dall' America al caso Italia con le banche. Una voglia di Stato che Sapelli definisce più come nazionalismo economico in senso culturale a fronte di una crisi forte dell' occupazione, una via che la politica segue nel tentativo di non perdere il consenso.

 

Infine, sembra fare da controcanto alla notizia degli hamburger quella della liberalizzazione del sale. Che è il monopolio più antico del mondo e che ora è stato abolito. A partire dal nuovo anno i produttori saranno messi nelle condizioni di decidere il prezzo e i canali di distribuzione.

 

trump rischia di urtare la cinatrump rischia di urtare la cina

Una notizia si diceva che pare in aperta contraddizione dell' altra. Ma in realtà sono due facce della stessa medaglia. Quella del sale è più un gioco degli specchi, sembra una delle tante favole sulla liberalizzazione in Cina, dove dalle grandi banche a scendere, è tutto saldamente in mano al partito comunista cinese. Secondo un esperto legale intervistato dal Financial Times il centinaio di aziende produttrici sono già a maggioranza di proprietà statale. Il che fa concludere che il sale continua a essere un monopolio statale.

 

Ultimi Dagoreport

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…

giorgia meloni incontra george simion e mateusz morawiecki nella sede di fratelli d italia sergio mattarella frank walter steinmeier friedrich merz

DAGOREPORT –LA CAMALEONTE MELONI NON SI SMENTISCE MAI E CONTINUA A METTERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE: IERI HA INCONTRATO NELLA SEDE DI FDI IN VIA DELLA SCROFA L’EURO-SCETTICO E FILO-PUTINIANO, GEORGE SIMION, CHE DOMENICA POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO PRESIDENTE ROMENO. UN VERTICE CHE IN MOLTE CANCELLERIE EUROPEE È STATO VISTO COME UN’INGERENZA – SABATO, INVECE, LA DUCETTA DEI DUE MONDI INDOSSERÀ LA GRISAGLIA PER PROVARE A INTORTARE IL TEDESCO FRIEDRICH MERZ, A ROMA PER LA MESSA DI INIZIO DEL PONTIFICATO DI PAPA LEONE XIV, CHE E' GIÀ IRRITATO CON L’ITALIA PER LA POSIZIONE INCERTA SUL RIARMO EUROPEO E SULL’AZIONE DEI "VOLENTEROSI" A DIFESA DELL'UCRAINA - MENO MALE CHE A CURARE I RAPPORTI PER TENERE AGGANCIATA L'ITALIA A BRUXELLES E A BERLINO CI PENSANO MATTARELLA E IL SUO OMOLOGO STEINMEIER NELLA SPERANZA CHE LA MELONI COMPRENDA CHE IL SUO CAMALEONTICO EQUILIBRISMO E' ORMAI GIUNTO AL CAPOLINEA (TRUMP SE NE FOTTE DEL GOVERNO DI ROMA...)