UN DIRETTO PER PIAZZA AFFARI - MORETTI CANTA VITTORIA: "CON UN RISULTATO OPERATIVO CHE NON HA PRECEDENTI, LE FS SONO PRONTE ALLA QUOTAZIONE IN BORSA"

Giorgio Santilli per ‘Il Sole 24 Ore'

Con un margine operativo (Ebitda) «che non ha precedenti nel settore ferroviario in Europa», oggi al 23,1% e proiettato nel 2017 al 26,3%, Fs sono pronte anche alla quotazione in Borsa. «Ora l'azionista può scegliere tra varie alternative di valorizzazione del gruppo», ha detto ieri, non senza un accento polemico («sono il portavoce pro tempore dei ferrovieri»), l'amministratore delegato di Fs, Mauro Moretti, in conclusione della presentazione del piano industriale 2014-2017 al mondo finanziario e industriale milanese.

È stata una carrellata di cifre e strategie che indicano tanto il risanamento compiuto dal 2006 a oggi (passando da una perdita di 2.115 milioni a un utile stimato in 440 milioni per il 2013) quanto il percorso di ulteriore sviluppo del gruppo Fs nel prossimo quadriennio: con l'arrivo dei 50 Etr1000 e con l'assalto al mercato europeo dell'Alta velocità (Trenitalia aspetta l'autorizzazione sulla linea Parigi-Bruxelles);

con il risanamento del cargo in una dimensione «esclusivamente europea»; con la «nuova politica» del trasporto regionale e locale, fatta di integrazione di ferro e gomma e 435 treni fra nuovi e completamente rinnovati; con investimenti di gruppo previsti per 24 miliardi in quattro anni, di cui circa otto in autofinanziamento (e una «tenuta della linea di indebitamento» con la riduzione promessa del rapporto indebitamento/Ebitda dal 6 al 4,7).

Tra le ipotesi di valorizzazione che Moretti mette a disposizione dell'azionista-ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, c'è anche quella estrema della quotazione in Borsa dell'intero gruppo che, secondo stime non ufficiali ma attendibili, potrebbe portare nelle casse del Tesoro sei miliardi in cambio del 50% del capitale.

Moretti si è trincerato ieri dietro la massima riservatezza, ripetendo che a questo punto la scelta spetta al Tesoro, ma più volte ha detto in pubblico e in privato con esponenti del governo di essere nettamente contrario alla quotazione della sola Alta velocità, che metterebbe a rischio la tenuta del resto del gruppo. E - di fronte alle recenti dichiarazioni di Padoan di voler accelerare il piano di privatizzazioni - ieri si è limitato a confermare che per ora corre veloce l'ipotesi di vendita del business del retail di Grandi stazioni, da fare in corso d'anno per un incasso stimato in «molte centinaia di milioni».

La presentazione milanese del piano Fs è stata a tratti nervosa, anche per gli strascichi delle polemiche seguite nei giorni scorsi alle dichiarazioni critiche di Moretti sulle politiche del governo di tagli indistinti alle retribuzioni dei manager pubblici. «Se mi tagliano lo stipendio me ne vado», aveva detto Moretti che ieri ha gettato acqua sul fuoco.

«Renzi saprà convincermi» a restare, ha detto, spiegando che la sua critica non riguarda tanto la retribuzione dell'amministratore delegato delle Fs che dal 2006 a oggi è stata quasi dimezzata («era 1,6 miliardi quando mi è stato chiesto di assumere l'incarico e ora è di 850 milioni»), quanto la politica retributiva aziendale. «Non posso lasciare i miei manager alla concorrenza che offre molto di più per le stesse posizioni: in questo modo si tornerebbe indietro di sei anni e io questo non posso permetterlo».

Fatto sta che il nervosismo di Moretti si è spinto fino a messaggi duri rivolti in direzione del governo (ma mai del premier). «Se ci sono persone che alla guida di questa azienda possono fare meglio, è bene che queste persone vengano», ha detto. E ancora: «Non c'era nessuno che voleva venire a fare l'ad di Fs nel 2006, lo si ricordi!». E ancora, con parole che i più hanno interpretato come risposta alle dichiarazioni del ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi: «Questa è una storia di fatica e non di giochetti o di giudizi dati frettolosamente per guadagnare qualche minuto di scena». Lupi aveva cavalcato l'onda montante contro Moretti sostenendo che l'ad di Fs può pure lasciare, nessuno è indispensabile.

Dietro la cortina fumogena delle polemiche, ci sono i numeri che Moretti ha voluto rendere pubblici. Per esempio quelli del confronto con i due maggiori operatori ferroviari europei, i francesi di Sncf e i tedeschi di Db. Le dimensioni restano lontane: 8,2 miliardi di fatturato Fs contro i 42,7 miliardi dei tedeschi e i 33,8 miliardi dei francesi. «Sulla redditività però - ha detto Moretti - non siamo secondi a nessuno»: sull'Ebitda i tedeschi sono fermi al 12,7%, mentre Sncf è all'8,1%; sull'Ebit Fs è al 9,4% contro 5,3% di Db e 3,1% di Sncf.

Quanto ai nuovi servizi in arrivo, spicca l'uso degli Etr 500 sulla linea Torino-Venezia via via che arriveranno gli Etr 1000 sulla linea Milano-Napoli (con un beneficio complessivo di velocizzazione del servizio sulla rete), la volontà di espandersi nel trasporto locale urbano anche su gomma (per ora Fs è presente con Busitalia solo a Firenze), il cargo riorganizzato lungo i grandi assi europei e una «società cerniera» che agirà esclusivamente in Val padana e caricherà le merci sui corridoi verso sud e verso l'Europa.

 

MAURO MORETTI FS MAURO MORETTI CON UN CANE DIEGO DELLA VALLE DA LILLI GRUBER A OTTO E MEZZO DIEGO DELLA VALLE DA LILLI GRUBER A OTTO E MEZZO Moretti insieme al premier Matteo Renzi fef c c c d fafe fb c b kYgG U bcC x LaStampa it

Ultimi Dagoreport

beppe sala manfredi catella giancarlo tancredi stefano boeri

DAGOREPORT - L’ANSIA ATTANAGLIA LA ‘’MILANO DEL BALLO DEL MATTONE’’. ‘’QUI SALTA TUTTO!’’, BALBETTANO PIÙ SPAVENTATI DI UN CONIGLIO - SE IL GIP DELLA PROCURA DECIDESSE DI ACCOGLIERE LE PROPOSTE DEI PM, A QUEL PUNTO, ESPLODEREBBE UNA SANTA BARBARA A MISURA DUOMO. E POTREBBE RIPETERSI CIÒ CHE SUCCESSO ALL’EPOCA DI TANGENTOPOLI: A TANTI DEI 74 INDAGATI, LA PAURA DI FINIRE IN GABBIA A SAN VITTORE APRIREBBE DI COLPO LE VALVOLE DELLA MEMORIA - DA PARTE SUA, IL SINDACO BEPPE SALA, INDAGATO, INTASCATA LA SOLIDARIETÀ DA DESTRA E SINISTRA, HA RIPRESO A MACINARE ARROGANZA, E HA SPARATO TESTARDO E SPAVALDO: “LE DIMISSIONI NON AVREBBERO FATTO COMODO A NESSUNO…” – QUALCHE ANIMA PIA GLI RICORDI CHE L’USO SBARAZZINO DELL’URBANISTICA MENEGHINA È AVVENUTO SOTTO IL SUO NASONE... 

urbano cairo sigfrido ranucci la7 fiorenza sarzanini

DAGOREPORT - SIETE PRONTI? VIA! È PARTITA LA GRANDE CAMPAGNA ACQUISTI (A SINISTRA!) DI URBANO CAIRO - IL COLPACCIO SU CUI LAVORA URBANETTO: PORTARE A LA7 SIGFRIDO RANUCCI E L’INTERA SQUADRA DI “REPORT”, A CUI TELE-MELONI STA RENDENDO LA VITA IMPOSSIBILE - IL PROGETTO È GIÀ PRONTO: PRIMA SERATA DI LUNEDI', SECONDE SERATE CON "REPORT-LAB", COINVOLGENDO SITO, SOCIAL E L'EDITRICE SOLFERINO - MA NON FINISCE QUI: CAIRO VUOLE RIPOSIZIONARE IL “CORRIERE DELLA SERA”: ESSERE LA GAZZETTA DI FAZZOLARI NON PORTA ALL'EDICOLA NUOVI LETTORI, CHE PREFERISCONO L'ORIGINALE: "IL GIORNALE", "LIBERO", "LA VERITA'": MEGLIO RITORNARE AL CENTRO-SINISTRA. IN ARRIVO GIOVANI GIORNALISTI BEN DISTANTI DAL MELONISMO...

mara venier gabriele corsi

PERCHÉ GABRIELE CORSI HA MOLLATO “DOMENICA IN”? LA SUA PRESENZA AL FIANCO DI MARA VENIER ERA STATA FRETTOLOSAMENTE ANNUNCIATA DA ANGELO MELLONE, DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI RAI. E INVECE, SOLO DUE GIORNI FA, CORSI HA ANNUNCIATO DI ESSERSI TIRATO INDIETRO - COSA È SUCCESSO? LA RAI AVEVA TENTATO DI COMMISSARIARE LA "ZIA MARA", PIAZZANDOLE ACCANTO I "BADANTI" NEK E CORSI. MA L'ARZILLA 74ENNE, FORTE DI BUONI ASCOLTI, HA FATTO TERRA BRUCIATA AI SUOI DUE "VALLETTI", USANDO L’ARMA DA FINE DEL MONDO: “SE IO MOLLO AD AGOSTO CHI CI METTETE?". E COSÌ, UNA VOLTA VISTO IL SUO SPAZIO RIDOTTO A QUALCHE MINUTO DI UN QUIZ, IL CONDUTTORE SI È CHIAMATO FUORI (NEK ERA GIÀ SCAPPATO A "THE VOICE") - LA VENIER HA TENTATO DI DISSIPARE I DUBBI SULLE SUE “COLPE” POSTANDO UNA STORIA IN CUI SI INSINUAVA CHE CORSI AVESSE MOLLATO PER I SOLDI (POCHI). MA A SMENTIRE LA SUA VERSIONE È STATO IL MANAGEMENT DEL CONDUTTORE…

antonio spadaro papa leone xiv robert prevost

FLASH! – SPADARO DI FUOCO! IL GESUITA, ORFANO DI BERGOGLIO, , OGGI SU ''LA STAMPA”, SPACCIA COME SUA ''INTERVISTA INEDITA'' UNA VECCHIA CONVERSAZIONE PUBBLICA CHE L'ALLORA CARDINALE ROBERT FRANCIS PREVOST TENNE A NEW LENOX, IN ILLINOIS, IL 7 AGOSTO 2024 - IL GESUITA HA PRESO IL TESTO SBOBINATO E L’HA INFRAMEZZATO CON DOMANDE SUE: UN CAPOLAVORO DI AUTO-PROMOZIONE DEGNO DI UN VERO INFLUENCER... - LA PRECISAZIONE DELLA CASA EDITRICE EDB: "SOLLEVIAMO DA OGNI RESPONSABILITA' PADRE SPADARO CIRCA OGNI FRAINTENDIMENTO TRA LA STAMPA E LA CASA EDITRICE" - VIDEO

tommaso labate mario giordano

DAGOREPORT - VA AVANTI IL PROGETTO DI PIER SILVIO BERLUSCONI DI “RIEQUILIBRARE” POLITICAMENTE LE RETI MEDIASET (TROPPO SOVRANISMO FA MALE ALL'AUDIENCE): L'ULTIMO ARRIVATO E' L’ACERBO TOMMASO LABATE, IN ODORE DI SINISTRA DEM, A CUI È STATO AFFIDATA LA PRIMA SERATA DEL MERCOLEDÌ - LA SUA SCELTA HA FATTO INVIPERIRE MARIO GIORDANO, SBATTUTO ALLA DOMENICA SERA CON IL SUO “FUORI DAL CORO”. E, GUARDA CASO, GIORDANO È DIVENTATO IMPROVVISAMENTE OSTILE AL GOVERNO MELONI: “NON STA DANDO LE RISPOSTE CHE SI ASPETTAVANO GLI ITALIANI, SEMBRA UN GOVERNO MELONI-FORLANI”

antonio tajani pier silvio marina berlusconi forza italia

DAGOREPORT: CHE CE FAMO CON FORZA ITALIA? È IL DUBBIO CHE ASSILLA I FRATELLI BERLUSCONI: MOLLARE AL SUO DESTINO IL PARTITO FONDATO DA "PAPI" O NE CAMBIAMO I CONNOTATI, A PARTIRE DAL "MAGGIORDOMO" DI CASA MELONI, ANTONIO TAJANI? -CON PIER SILVIO CHE SCALPITA PER SCENDERE IN POLITICA ALLE POLITICHE 2027, I DUE FRATELLI HANNO COMMISSIONATO UN SONDAGGIO SUL BRAND BERLUSCONI IN CHIAVE ELETTORALE. RISULTATO: L’8% DEI CONSENSI DI CUI È ACCREDITATO IL PARTITO, LA METÀ, CIOÈ IL 4%, È RICONDUCIBILE AL RICORDO DI SILVIO BERLUSCONI - ALTRO DATO: SE SCENDESSE IN CAMPO “UN” BERLUSCONI, I CONSENSI DI FORZA ITALIA CRESCEREBBERO FINO QUASI A RADDOPPIARSI - QUEL CHE COLPISCE È CHE IL PARTITO RACCOGLIEREBBE PIÙ VOTI CON PIER SILVIO LEADER DI QUANTI NE CONQUISTEREBBE CON MARINA - (SE SCENDE IN CAMPO, O PIER SILVIO PRENDERA' PIU' VOTI DI MELONI, STRAPPANDOLI A FDI E LEGA, E FARA' IL PREMIER OPPURE LO VEDREMO CHE PRENDERA' ORDINI DALLA DUCETTA...)