OK, CI SONO LE FAMOSE PRIMARIE DI RENZIE, IL NUOVO SIMBOLO DEGLI ALFANOIDI E L’ULTIMO MONITO DI RE GIORGIO SULLA LEGGE ELETTORALE. TUTTA ROBA SPACCIATA COME IMPORTANTE AL MERCATINO DEI NOSTRI GIORNALONI. NEL FRATTEMPO DA BRUXELLES CONTINUANO A CHIEDERCI DI CORREGGERE LA MANOVRA, IL MARCHETTONE A UNICREDIT E INTESA SANPAOLO RAPPRESENTATO DALLA RIVALUTAZIONE DELLE QUOTE DI BANKITALIA È SOTTO ESAME DELLA BUNDESBANK E L’ITALIA È TOTALMENTE NELL’ANGOLO NELLA DECISIVA PARTITA DELL’UNIONE BANCARIA E DEI PROSSIMI STRESS TEST SUI BILANCI DI 130 ISTITUTI DI EUROLANDIA. NOI A DISCETTARE DI DOPPIO TURNO ALLA FRANCESE. LORO A INCHIAPPETTARCI ALLA TEDESCA. VENT’ANNI A SPACCARCI SUL BANANA, POI SPUNTA OLLI(O) RENH DALLA FINLANDIA E IN POCHI GIORNI CI APRE COME ANGURIE

a cura di COLIN WARD (Special Guest: Pippo il Patriota)

1 - ARMI DI DISTRAZIONE DI MASSA
Ok, ci sono le famose primarie di Renzie, il nuovo simbolo degli Alfanoidi e l'ultimo monito di Re Giorgio sulla legge elettorale. Tutta roba spacciata come importante al mercatino dei nostri giornaloni. Nel frattempo da Bruxelles continuano a chiederci di correggere la manovra, il marchettone a Unicredit e Intesa Sanpaolo rappresentato dalla rivalutazione delle quote di Bankitalia è sotto esame della Bundesbank e l'Italia è totalmente nell'angolo nella decisiva partita dell'unione bancaria e dei prossimi stress test sui bilanci di 130 istituti di Eurolandia. Noi a discettare di doppio turno alla francese. Loro a inchiappettarci alla tedesca. Vent'anni a spaccarci sul Banana, poi spunta Olli(o) Renh dalla Finlandia e in pochi giorni ci apre come angurie.

2 - L'UNIONE BANCARIA, O "LA GUERRA COMBATTUTA CON ALTRI MEZZI"
"L'Unione bancaria serve più dei tassi", proclama in prima pagina il Sole 24 Ore. L'economista Donato Masciandaro non prende posizione nel merito, ma almeno tenta di spiegarci che abbiamo un problema. E che problema. "E' impossibile avere allo stesso tempo autonomia della politica monetaria, indipendenza delle politiche fiscali nazionali e intreccio tra debito sovrano e debito bancario".

Detto che per motivi misteriosi si continua a dare per scontato che l'unione fiscale vada fatta per ultima (o addirittura mai), la Repubblica ficca a pagina 13 (ma almeno se ne occupa) un primo racconto della nuova euro-supposta: "Braccio di ferro europeo sulle banche. Roma pronta a usare la Costituzione. Saccomanni contro la penalizzazione dei creditori in caso di crisi. Oggi incontro riservato del ministro del Tesoro con i colleghi di Germania e Francia".

Federico Fubini racconta che il progetto è quello di "imporre perdite ai creditori delle banche, qualora gli stress test europei rivelassero bilanci fragili e diventasse necessario rafforzare gli istituti con fondi pubblici" (tipo Monte dei Pacchi). "Questo scenario tutela in ogni caso i conti correnti, ma può coinvolgere chi detiene i bond subordinati". Ma a tutto ciò, "L'Italia, sostenuta solo dalla Francia, si oppone con tutte le forze. Il Tesoro sostiene che colpire da subito i risparmiatori sulla base di perdite ipotetiche delle banche simulate negli stress test non è solo illogico, è anche contrario all'articolo 47 della Costituzione" (tutela del risparmio).

Per capire di che parliamo, bisogna intanto ricordare che l'Italia (anche se il dato è un po' in calo) ha una delle più alte propensioni al risparmio del mondo. Nel primo trimestre era al 9,3%, pur in un contesto di crisi pesante. Un risparmio per altro prudente, e quindi poco azionario e molto obbligazionario e su titoli di Stato. Allora viene da chiedersi se sia giusto che Aspenio Letta si sia esposto al massacro per difendere Nonna Pina Cancellieri e oggi lasci solo Er Pappagorgia a combattere una battaglia del genere.

Il titolo che Repubblica avrebbe dovuto scegliere per questa storia e': "L'ITALIA contro la penalizzazione dei creditori in caso di crisi". E non "Saccomanni". Perché quando si tratta di difendere le banche si schierano tutti, mentre per i risparmiatori mandano avanti il povero Gelatina. Poi, certo, bisognerebbe cominciare a non usare il termine "risparmiatore" come sinonimo di "investitore", ma per queste raffinatezze non siamo ancora preparati.

3 - L'ITALIA E' UNO STATO DI NECESSITA'
E' ancora la Stampa dei Lingotti in fuga il giornale che segue con maggior attenzione il pasticciaccio della nostra legge di Stabilità farlocca. "L'Ue insiste: servono più tagli. Rehn chiede una correzione da 0,4 punti (sei miliardi). Giù il gettito Iva: -3,4 miliardi. Senza l'aggiustamento non avremo lo sconto sul deficit per fare investimenti produttivi" (p. 15). Scommettiamo che dopo la Befana arriva la nuova stangata? E che la ministra Beatroce Lorenzin sarà sotto assedio al ministero della Sanità?

4 - SIAMO SOLO SU GOOGLE MAPS
"Spiate 45 milioni di telefonate, così gli Usa hanno intercettato politici e imprenditori in Italia. Le antenne a Roma e Milano. Lo stesso team che monitorava la Merkel. Record di controlli durante la crisi del governo Monti". Scoop in condominio Espresso-Repubblica, a firma Glenn Greenwald-Stefania Maurizi (p. 16). Forse Lettanipote dovrà riconsiderare quanto detto in Parlamento tre settimane fa: "In base all'analisi della nostra intelligence e dei contatti internazionali, non risultano compromissioni della sicurezza delle comunicazioni, né dei vertici di governo, né delle nostre ambasciate, né risulta che la privacy dei cittadini sia stata violata".
Già che Re Giorgio adesso ci riforma la Carta con i Saggi, all'articolo 1 inserire e sostituire: "L'Italia è una repubblica fondata sul ‘non risulta'".

5 - LIBERI TUTTI! MA PARLAVAMO DEI PRODOTTI
E sempre a proposito di braghe calate, ecco l'aggiornamento dalle carceri polacche: "Non tifosi ma banditi', tensione Italia-Polonia. Letta a Varsavia: ‘Giudicare in fretta i laziali, rispettando le regole'. Ma il ministro lo gela" (Repubblica, p. 23). Nessuno lo vuol ricordare, ma quando si discusse se dare il via libera al mandato di cattura europeo, uno sparuto pugno di libertari e garantisti fece notare che era un rischio pazzesco, in assenza di codici penali uniformi. E si faceva proprio l'esempio del codice polacco, che è di una severità da Ventennio. Sì, la notizia è questa: possiamo anche riportarci a casa gli "eroici tifosi laziali", ma i polacchi, se vogliono, se li possono venire a riprendere con l'euromandato di cattura. Dopo un processo in contumacia.

6 - TELECOM-MEDIA
Altro giro, altro regalo. Questa è la storia di Telecom da vent'anni a questa parte. Puntata di oggi sul Corriere delle banche creditrici: "Telecom, doppio colpo a Telefonica. Fossati in Consob: controllo di fatto degli spagnoli. E dal Brasile: vendano Tim. Le conseguenze per i soci italiani e l'ipotesi di scioglimento della holding che controlla il 22% del gruppo" (p. 37). E il governo italiano? Desaparecido totale.

7 - PREGO, FATE PURE. NOI INTANTO EMIGRIAMO
E ora veniamo alla politica romana, sempre più triste e avvitata su se stessa. Re Giorgio approfitta della sentenza della Consulta e appesantisce a tradimento i compiti del Parlamento, in modo da allungare ulteriormente la vita al governino di Medie Intese. Lo comunica il Corazziere della Sera: "Napolitano: proporzionale da superare. ‘Legge elettorale, Parlamento legittimato ad agire'. Ma sull'iter è scontro tra i due rami. L'invito del Colle: nel pacchetto anche il taglio degli eletti e il bicameralismo" (p. 2). Ma sì, dai, mettiamoci anche la riforma dei campionati di calcio e la legge sulle unioni gay. Tanto questi a legiferare sono de siluri, no?

A sentire la Repubblica di Renzie anche Aspenio Letta vuol dire la sua sulla futura legge elettorale (il governo non ha altro da fare?): "Il governo pronto a intervenire. ‘Presenteremo una nostra proposta'. Renzi: su questo decidono i partiti, io tratterò con tutti. Berlusconi: ‘Dirò al sindaco di Firenze di fare subito un accordo per il Mattarellum'. Il ministro Lupi: ‘Vogliamo un patto a tre con Letta e il leader Pd. Anche sul doppio turno" (p. 2). Secondo questa modesta rassegna, voi il "patto a tre" l'avete già fatto, ma non è sul doppio turno. E' sull'Expo 2015. Da dividere per tre.

Per la Stampa, "Renzi in rotta di collisione con il tandem Letta-Alfano. Strategie contrapposte, sul maggioritario all'orizzonte un asse Pd-Berlusconi" (p. 9). L'asse Pd-Berlusconi non è esattamente una novità, negli ultimi anni. E sul Messaggero, la strategia del Rottam'attore: "Lunedì ai gruppi chiederà una ‘fiducia' anti-proporzionale" (p. 7). Invece ecco il Giornale di Berlusconi che ammette: "Legge elettorale e voto: lo strano asse Cav-Grillo" (p. 2). Se lo dicono loro.

8 - MA FACCE RIDE!
"Alfano svela il simbolo: con noi già mille amministratori locali". Pezzo tutto da leggere, quello del Corriere della Sera (p. 9). Daniele Capezzone dice giustamente che il nuovo simbolo gli ricorda "il modulo per la dichiarazione dei redditi". Ma sentite che ha detto Angelino Jolie: "Siamo una squadra pronta a giocare la propria partita. Ci mancava una maglia, l'abbiamo scelta. Ha un colore bellissimo. Da oggi la nostra squadra gioca con il blu. Abbiamo scelto il blu perché è un colore che dà forza, è la forza del mare, è la bellezza del cielo. E' il sogno di Mirò, è il colore della felicità..." No basta! Hai militato in Forza Gnocca fino all'altroieri e ora parli come una cartina dei baci Perugina?
colinward@autistici.org

 

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