alesina giavazzi (1)

DISFIDA DI FIRME AL ''CORRIERE'': ALESINA E GIAVAZZI ATTACCANO GUGLIELMI, CANDIDATO GRADITO DA M5S COME DG DEL TESORO, E MUNCHAU (GIORNALISTA DEL ''FINANCIAL TIMES'' CHE FIRMA PEZZI A 4 MANI CON FUBINI SUL CORSERA), DIFENDE GUGLIELMI E ATTACCA IL DUO ALESINA-GIAVAZZI - IL DUO DI ECONOMISTI TIRA LA VOLATA A RIVERA, GIÀ AL MEF ALLA DIREZIONE BANCHE E FINANZA

Michele Arnese per www.startmag.it

 

Entra nel vivo la nomina del direttore generale del Tesoro dopo l’uscita di Vincenzo La Via.

 

ALESINA GIAVAZZI

Ha fatto rumore un editoriale a firma Alesina e Giavazzi apparso sul Corriere della Sera del 9 giugno.

 

L’analisi di Alesina-Giavazzi si basava per lo più su uno studio di Mediobanca sui costi di ridenominazione del debito pubblico.

 

Ma è parso singolare attribuire a Mediobanca e ad uno dei suoi massimi dirigenti, responsabile della ricerca dal 2009, Antonio Guglielmi, argomentazioni, per altro mai sostenute in 40 pagine, in relazione all’uscita dell’Italia dal euro, anzi.

 

FRANCESCO GIAVAZZI - DALLA SUA PAGINA FACEBOOK

Ma ora perfino dal fronte tedesco arrivano critiche alla presa di posizione di Alesina e Giavazzi: Wolfgang Münchau, editorialista di spicco del Financial Times, ha smontato le letture strumentali dei due editorialisti del Corsera.

 

Münchau è co-fondatore di Eurointelligence – prestigioso think tank economico/politico europeo – e ha pesantemente bacchettato le tesi di Alesina-Giavazzi nella sua ultima newsletter.

 

Infatti l’odierna newsletter Eurointelligence diffusa da Münchau evidenzia come “il fattore maggiormente discutibile riguardo il dibattito italiano sull’Euro è quanto la fazione pro-Euro sia diventata difensiva, in maniera molto simile a quanti erano a suo tempo favorevoli a mantenere la Gran Bretagna all’interno dell’Unione”.

WOLFGANG MUNCHAU

 

“Gli argomenti a favore della permanenza nell’Eurozona stanno degenerando in un diffuso allarmismo”, si legge, che non fa altro che puntare il dito contro quanti si interrogano in maniera disincantata e lucida sui reali vantaggi dell’Europa e sull’eventuale opportunità di ripensarne le istituzioni.

 

Questo atteggiamento, prosegue Münchau, “risulta tanto più preoccupante alla luce del gigantesco onere di assicurare il successo della permanenza italiana nell’eurozona”. Tale compito – aggiunge – richiede riforme da entrambi i lati: sia nell’eurozona che nella politica italiana”.

 

Ciò che sta avvenendo è quanto di peggio possano fare i sostenitori dell’Europa: ossia trasformare la questione della permanenza italiana in Europa in una fede.

alberto alesina

 

“Abbiamo notato – scrive l’editorialista di Ft che in Italia sovente firma analisi con Federico Fubini, vicedirettore del Corsera e firma di economia – un commento da parte di Francesco Giavazzi ed Alberto Alesina, che metteva in guardia i lettori del Corriere della Sera in merito alla possibile nomina di Antonio Guglielmi per il ruolo di direttore generale al Ministero del Tesoro”, posizione che è stata in passato ricoperta da Mario Draghi.

 

Giavazzi ed Alesina hanno indicato Guglielmi “come euroscettico, puntando il dito contro un discusso studio da lui pubblicato lo scorso anno sulla possibilità di ristrutturare il debito pubblico italiano”. La tesi è che il solo porre la questione causerebbe panico fra gli investitori.

 

Scrive Münchau: “Lo studio di Guglielmi era giunto alla conclusione che la finestra temporale utile per la ridenominazione del debito si stesse rapidamente chiudendo, ed il tempo è ora già scaduto. Inoltre non ha mai espresso una preferenza per un’uscita dell’Italia dall’euro”.

FEDERICO FUBINI

 

D’altronde, Guglielmi è conosciuto più all’estero che in Italia come un analista che in 20 anni si è occupato di conti, aggregazioni e scenari su banche, finanza e non solo.

 

Dal 2000 al 2009 è stato a Londra in Merrill Lynch: periodo nel quale è stato nominato miglior analista da parte delle due maggiori agenzie del settore, Institutional Investors e Extel.

 

Dal 2010 al 2017, sempre a Londra, è stato il responsabile del dipartimento Ricerca Azionaria di Mediobanca, nominato miglior analista finanziari per il settore bancario e assicurativo europeo dall’agenzia Bloomberg.

Federico- Fubini

 

“Suggeriremmo ai sostenitori dell’Europa – continua Münchau nella sua newsletter – di smettere di puntare il dito e spostare il dibattito su ciò che il nuovo governo – e la nuova opposizione – devono realizzare per assicurare la sostenibilità italiana all’interno della cornice europea”. L’Italia – secondo l’analista ed editorialista del quotidiano della City – dovrebbe compiere uno sforzo genuino per porre le basi per una permanenza sostenibile all’interno dell’Eurozona”. Una riforma di quest’ultima, come proposto da Macron, “è una condizione necessaria ma non sufficiente per una permanenza di lungo periodo”.

 

antonio guglielmi

Conclusione di Münchau: “La discussione dovrebbe orientarsi verso quanto necessario e sufficiente, non verso chi appartiene ad una fazione piuttosto che all’altra”.

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…

emmanuel macron

DAGOREPORT – MACRON, DOMANI CHE DECIDERAI: SCIOGLI IL PARLAMENTO O RASSEGNI LE DIMISSIONI DALL'ELISEO? - A DUE ANNI DALLA SCADENZA DEL SUO MANDATO PRESIDENZIALE, IL GALLETTO  È SOLO DI FRONTE A UN BIVIO: SE SCIOGLIE IL PARLAMENTO, RISCHIA DI RITROVARSI LA STESSA INGOVERNABILE MAGGIORANZA ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE – PER FORMARE IL GOVERNO, LECORNU SI È SPACCATO LE CORNA ANDANDO DIETRO AI GOLLISTI, E ORA FARÀ UN ULTIMO, DISPERATO, TENTATIVO A SINISTRA CON I SOCIALISTI DI OLIVIER FAURE (MA MACRON DOVRA' METTERE IN SOFFITTA LA RISANATRICE RIFORMA DELLE PENSIONI, DETESTATA DAL 60% DEI FRANCESI) – L’ALTERNATIVA E' SECCA: DIMETTERSI. COSÌ MACRON DISINNESCHEREBBE MARINE LE PEN, INELEGGIBILE DOPO LA CONDANNA - MA È UN SACRIFICIO ARDUO: SE DA TECNOCRATE EGOLATRICO, CHE SI SENTIVA NAPOLEONE E ORA È DI FRONTE A UNA WATERLOO, SAREBBE PORTATO A DIMETTERSI, TALE SCELTA SAREBBE UNA CATASTROFE PER L'EUROPA DISUNITA ALLE PRESE CON LA GUERRA RUSSO-UCRAINA E UN TRUMP CHE SE NE FOTTE DEL VECCHIO CONTINENTE (LA FRANCIA E' L'UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E UN POSTO NEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU), COL PERICOLO CONCRETO DI RITROVARSI ALL'ELISEO BARDELLA, IL GALLETTO COCCODE' DI LE PEN, CHE NEL 2014 AMMISE A "LE MONDE" DI AVER RICEVUTO UN FINANZIAMENTO DI 9 MILIONI DA UNA BANCA RUSSA CONTROLLATA DA PUTIN...