davide dattoli talent garden

DAVIDE È DIVENTATO GOLIA – HA 28 ANNI, BRESCIAMO E PER “FORBES” È TRA GLI UNDER 30 PIÙ INFLUENTI D’EUROPA: ECCO CHI È DAVIDE DATTOLI, IL FONDATORE DI “TALENT GARDEN” – CON LA "PIATTAFORMA DI NETWORKING E FORMAZIONE PER L’INNOVAZIONE DIGITALE" HA APERTO 23 CAMPUS IN TUTTO IL MONDO E NEL 2019 PUNTA A FATTURARE 25 MILIONI DI EURO – VIDEO

 

Alessandra Troncana per il “Corriere della Sera”

 

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Scrivanie di cartone, tappeti in erba sintetica, connessione senza fili anche nella toilette, reliquie di vecchi videogiochi per la pausa caffè e neuroni online 24 ore su 24: ha iniziato in un open space di 700 metri quadri nella periferia di Brescia. In sette anni, il suo business - uno spazio da dare in affitto per 900 euro al mese più Iva ai talenti 2.0 - è diventato virale e finito su Forbes . Davide Dattoli, 28 anni, bresciano, fondatore e ceo di Talent Garden - piattaforma di networking e formazione per l' innovazione digitale - è stato citato dalla rivista tra i 30 under 30 più influenti d' Europa (categoria Tecnologia).

 

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Twittata, postata, copiata e incollata sui suoi profili social, la notizia ha intasato le bacheche degli startupper prima che la battessero le agenzie di stampa: «Tutto questo non sarebbe stato possibile senza il lavoro straordinario di tutto il team di Talent Garden».

 

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Ossessionato dai viaggi esotici - le uniche occasioni in cui è offline - e dalle idee innovative, Dattoli ha aperto il suo primo giardino dei talenti - una specie di alcova digitale in cui far sbocciare le startup - a Brescia, nel dicembre del 2011: il mese scorso, ha inaugurato un fac-simile a Vienna. «Ora - dice - contiamo 23 campus in otto Paesi d' Europa, e pensiamo di chiudere il 2019 con un fatturato di 25 milioni di euro. Ogni anno, in sette anni, siamo cresciuti del 100%. Puntiamo ad aprire altri spazi in Spagna e Germania».

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Quando si è saputo della classifica di Forbes , il suo i-Phone è stato intasato di messaggi, mail, telefonate: «È bello sapere che il lavoro di tanti anni sia stato certificato a livello internazionale da una realtà così prestigiosa. Ed è anche una grossa responsabilità».

 

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Gli inquilini delle scrivanie di cartone sono oltre 2.500: startupper, professionisti e freelance che possono trovare un posto in cui condividere progetti, seguire lezioni di business e cercare di indurre in tentazione nuovi investitori. «È un luogo in cui tutti possono incontrarsi, connettersi e cercare di stare insieme. Un posto dove le persone si sentono a casa».

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Il segreto del successo di Dattoli non è un algoritmo: «Piuttosto, dipende da due cose», dice. La prima: «La concretezza bresciana, quella capacità di crescere con i piedi piantati a terra». La seconda sono i geni: «Vengo da una famiglia di ristoratori: i miei genitori mi hanno passato il concetto di ospitalità, la voglia di far star bene le persone. La stessa cosa che cerchiamo di fare con Talent Garden».

 

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I suoi giardini di talenti si stanno geolocalizzando ovunque: Albania, Austria, Danimarca, Irlanda, Lituania, Romania e Spagna. «Abbiamo aperto il primo - dice Davide - per permettere alle idee di esprimersi. Poi, abbiamo visto che quella stessa necessità, oltre a Brescia, ce l' aveva tutta Europa. Appena abbiamo notato che l' idea piaceva, ci si è aperto un mercato enorme e oggi per noi lavorano più di 140 persone di 16 nazionalità diverse».

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Un' overdose digitale di cui nessuno è ancora sazio: «La sfida, a questo punto, è riuscire a connetterci a tutti i mercati europei. E cercare di bilanciare la vita privata con quella digitale... Ho preso dodici voli solo il mese scorso». Evadere dai confini del Vecchio continente non è nei piani della società: «In America e Oriente c' è già massa critica».

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Il bresciano (under 30) più influente d' Europa crede che la vera difficoltà dell' Italia sia «fare sistema: non si riesce a costruire grandi player che emergano a livello internazionale. Un problema comune a tante eccellenze del Paese».

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