leonardo del vecchio hubert sagnieres luxottica essilor

CHI È IL NUOVO, VERO, CAPO DI LUXOTTICA - HUBERT SAGNIÈRES VENIVA DALLA PROVINCIA, SOGNAVA DI VOLARE MA FU SCARTATO AI TEST DA PILOTA, COSÌ SI TRASFERÌ IN POLINESIA A DIRIGERE UNA SOCIETÀ DI IMBALLAGGI - NEL 1989 ENTRA IN ESSILOR E DIVENTA IL DELFINO DI FONTANET, IL MANAGER CHE L’HA TRASFORMATA IN UN GIGANTE INTERNAZIONALE

Stefano Montefiori per ‘CorrierEconomia - Corriere della Sera

 

 

hubert sagniereshubert sagnieres

Figlio del colonnello Jean, Hubert Sagnières ha cominciato da ragazzo, lontano da Parigi, una carriera che si rivelerà straordinaria. In un capitalismo francese spesso criticato per il ruolo dei «résaux», ovvero le reti di conoscenze e alleanze che si stringono nelle cene parigine, Sagnières è un uomo della provincia - nato a Vienne nel Sud-est della Francia, studi a Lille - che ha saputo imporsi con un percorso non privo di fantasia.

A 25 anni vorrebbe fare il pilota di linea, ma non supera i test.

 

La passione per l' esotismo lo porta allora a Tahiti, nella Polinesia francese, dove dirige una società di imballaggi in plastica. Nove anni dopo, nel 1989, Sagnières entra in Essilor come direttore marketing internazionale.

 

Operatività Oggi è il presidente e direttore generale del colosso mondiale delle lenti per occhiali, e ha appena stretto il grande accordo con Luxottica dell' italiano Leonardo Del Vecchio. Si parla per adesso di fusione, ma in Francia si sottolinea che la sede sociale del gruppo sarà quella di Essilor, a Charenton, alle porte di Parigi, e che il 61enne Sagnières, vicepresidente di Essilor-Luxottica, avrà probabilmente un ruolo più operativo di quello del presidente Del Vecchio di vent' anni più anziano.

 

Hubert SagnieresHubert Sagnières

L' acquisizione di Luxottica da parte di Essilor sarebbe in linea con la cultura della società, per come l' ha spiegata una volta l' uomo che ha trasformato una piccola società in un gigante mondiale, ovvero Xavier Fontanet: «il modello Essilor è fatto di crescita organica e di acquisizioni».

 

È stato Fontanet a credere in Sagnières fino a farne il suo delfino. «Avevo identificato Hubert Sagnières molti anni fa - ha detto a Le Point -, e gli ho affidato la direzione in America perché si facesse le ossa. Lì ha fatto scintille».

Nel 1991 Hubert Sagnières viene nominato presidente di Essilor Canada, e si trasferisce a Montréal dove si troverà talmente bene assieme alla moglie da prendere anche la cittadinanza canadese. Nel 1998 diventa presidente di Essilor of America, e tornato in Francia alla casa madre scala tutte le posizioni fino a diventare, nel 2012, ceo al posto di Fontanet.

 

In neppure cinque anni, Sagnières ha preso un gruppo già in ottima salute che vendeva lenti per occhiali per quasi 4 miliardi, e lo ha reso ancora più redditizio portando i ricavi a 7 miliardi di euro.

HUBERT  SAGNIERESHUBERT SAGNIERES

 

Oggi un miliardo di persone nel mondo portano occhiali con lenti Essilor, grazie alle strategie marketing ma soprattutto alle innovazioni tecnologiche del gruppo. Le lenti per occhiali esistono da 600 anni, e per oltre 550 sono state pensate per correggere un difetto ottico. Negli ultimi vent' anni rispondono anche all' esigenza di proteggere gli occhi dalla luminosità e dai raggi ultravioletti, e di fare della prevenzione, per rallentare l' evoluzione di disturbi come la miopia o la degenerazione maculare senile.

 

Créteil al centro Sagnières punta molto sulla ricerca e sviluppo, investendo 150 milioni di euro l' anno nei tre centri di Dallas, Singapore e Créteil dove lavorano 900 persone. Il centro di Créteil è il cuore dell' azienda, dove vengono condotti studi sull' evoluzione della vista nei prossimi decenni e ricerche sull' evoluzione genetica dell' occhio.

Qui vengono inventate le lenti che devono rispondere ai bisogni dei consumatori di tutti i continenti, e anche le macchine industriali capaci di fabbricarle in grandi quantità e a costi ridotti.

 

Il mercato a disposizione è immenso, perché si stima che siano oltre quattro miliardi le persone che nel mondo avrebbero bisogno di vedere meglio.

 

xavier fontanetxavier fontanet

Essilor ha finora puntato su una crescita in tutti i continenti, adattando l' offerta alla realtà sociale. Se nei Paesi più ricchi si vendono lenti progressive da centinaia di euro, Sagnières ha messo a punto per l' India un programma chiamato «EyeMitra», che forma giovani imprenditori locali per proporre lenti di qualità ma semplici e poco costose alle popolazioni rurali, fino a poco tempo fa abituate a prendere a noleggio degli occhiali pagando una rupia per 15 minuti di utilizzo.

 

Puzzle di interessi Se per Leonardo Del Vecchio il matrimonio di Luxottica con Essilor è un modo anche per dare continuità all' azienda da lui fondata e non preoccuparsi più della successione, per Hubert Sagnières si tratta di dotarsi di uno strumento formidabile per continuare a espandersi anche nei mercati emergenti di Africa e Asia, che sono le mete più frequenti dei suoi molti viaggi di lavoro.

LEONARDO DEL VECCHIO CON LA MOGLIELEONARDO DEL VECCHIO CON LA MOGLIE

 

Lenti e occhiali sono prodotti spesso legati alla moda e al lusso, ma hanno una componente fondamentale connessa alla salute ed è qui che il ruolo di Sagnières si fa più delicato. Deve fare profitti, ovviamente, tenendo conto della dimensione etica del suo business. Per questo un ruolo importante nel gruppo è affidato alla organizzazione non profit «Essilor Vision Foundation», che si occupa di progetti filantropici per il miglioramento della vista in molti Paesi del mondo.

leonardo del vecchioleonardo del vecchio

 

Il capo di Essilor ha passato ormai quasi trent' anni nell' azienda, e ha accumulato un' esperienza tale da usare al meglio l' enorme potere che gli viene affidato adesso e quello che probabilmente avrà in prospettiva, quando verosimilmente Del Vecchio si farà da parte lasciando Essilor-Luxottica nelle sue mani.

 

Sagnières si definisce «diretto, appassionato, combattivo, determinato, impaziente e indipendente», qualità che dovrà dosare con attenzione per portare il suo gruppo a risultati ancora più importanti.

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…