donald trump dazi tadazi

È SOLO QUESTIONE DI TEMPO: L’EFFETTO DEI DAZI DI TRUMP ARRIVERÀ. E A PAGARE SARANNO I CITTADINI AMERICANI – PRIMA O POI, GLI IMPORTATORI SCARICHERANNO SUI CONSUMATORI I COSTI DELLE TARIFFE SULLE MERCI. NON L’HANNO ANCORA FATTO SOLO PERCHÉ AVEVANO COMPRATO MERCI ESTERE PER 211 MILIARDI DI DOLLARI IN PIÙ RISPETTO ALLO STESSO PERIODO DEL 2024. MA ORA LE SCORTE STANNO FINENDO – LE CREPE NELL’ECONOMIA SI INIZIANO A VEDERE: LA CRESCITA DEL 3% NEL SECONDO TRIMESTRE È “DROGATA” DALLA FRENATA DELL’IMPORT, GLI INVESTIMENTI CROLLANO E I POSTI DI LAVORO COMINCIANO A CALARE...

Estratto dell’articolo di Federico Fubini per il “Corriere della Sera”

 

donald trump dazi vino

Il 12 giugno 2015 l’indice azionario di Shenzhen crollò del 40% in poche ore. Poco dopo il partito comunista cinese fece dimettere il presidente della società di borsa, Gao Xiaojun, per presunti sforamenti di budget nella ristrutturazione della sede. Dieci anni più tardi — e senza crolli di borsa — si sta comportando nello stesso modo con la sua banca centrale il presidente degli Stati Uniti d’America.

 

Da settimane Donald Trump cerca nei costi di un cantiere nel palazzo della Federal Reserve la «giusta causa» — cioè il pretesto — per licenziarne il capo, Jay Powell.

LE ENTRATE TARIFFARIE NEGLI STATI UNITI

E non si ferma lì. Venerdì, dopo l’uscita di numeri deboli sui nuovi posti di lavoro in America negli ultimi tre mesi, Trump ha fatto cacciare la commissaria del Bureau of Labor Statistics Erika McEntarfer, accusandola di aver manipolato i dati «per ragioni politiche». Nessun indizio è stato fornito a supporto dell’accusa.

 

Finora avevano scatenato vendette pubbliche contro gli statistici o i banchieri centrali, oltre la Cina, solo governi come l’Argentina, la Russia o la Turchia: autocrazie o sistemi fallimentari, non la superpotenza che emette la moneta dominante dell’economia globale, il volume più vasto e diffuso di titoli di Stato e che pesa da sola quasi la metà del valore di mercato delle borse mondiali.

 

Donald Trump forse fa così semplicemente perché si sente molto sicuro di sé. O magari per il motivo contrario; perché gli indizi delle ultime settimane potrebbero far sorgere il sospetto che i nodi del suo stile e delle sue scelte di governo, pian piano, stiano tutti venendo impietosamente al pettine.

 

A prima vista, non è così.

 

LA RESA DI URSULA VON DER LEYEN A DONALD TRUMP SUI DAZI - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA

L’America va bene e continua a lasciare l’Europa a una distanza siderale. L’ultimo trimestre ha fatto registrare negli Stati Uniti una crescita del 3%, se si prolungasse per il prossimo anno il ritmo tenuto ad aprile, maggio e giugno. E l’inflazione sui consumi personali delle famiglie agli ultimi dati è salita di appena il 2,6 per cento; i prezzi restano abbastanza freddi, con aumenti non lontani da dove li vuole vedere la Fed e comunque così sotto controllo da far pensare che Trump ci abbia visto giusto.

 

Non sembra affatto che il maggiore aumento dei dazi dal 1930 stia generando l’ondata di rincari che molti critici del presidente annunciavano.

 

DONALD TRUMP E IL DOLLARO

È soltanto quando si gratta sotto la superficie che tutto si complica. La prima superpotenza del pianeta ha ingranaggi più lenti ma più potenti di un post sul social media del suo tycoon. L’inflazione sta salendo già da mesi e proprio a causa dei dazi potrebbe accelerare da agosto, anche se questi sono scattati da aprile.

 

Le tariffe sulle merci dall’estero, infatti, sono tasse. Per difendere i margini di guadagno, prima o poi gli importatori vorranno scaricarle almeno in parte sui prezzi nelle vetrine di New York o dei ristoranti a Chicago. Se per ora non lo hanno fatto granché, c’è un motivo: solo fra gennaio e marzo scorsi […] quegli importatori avevano comprato merci estere per 211 miliardi di dollari in più rispetto allo stesso periodo del 2024; è stato un aumento di quasi un terzo, secondo lo US Census Bureau.

 

CRISI DEL DOLLARO - ECONOMIA AMERICANA

I rivenditori americani di vini italiani, moda francese o chimica tedesca hanno riempito i magazzini entro marzo proprio per anticipare i rincari doganali. E finora sono riusciti a vendere in gran parte ciò che avevano comprato prima.

 

Ora però le vecchie scorte stanno finendo e si vedrà l’11 settembre — quando uscirà il dato sull’inflazione americana di agosto — se i listini sulle nuove importazioni non saranno così sotto controllo. I rincari lenti degli ultimi mesi rischiano di diventare qualcosa di più pericoloso.

 

Perché intanto nell’economia di Trump qualche crepa si nota, benché piccola a confronto delle voragini visibili in Italia, Germania o Francia. La crescita del 3 per cento nel secondo trimestre è in gran parte l’effetto ottico della frenata delle importazioni (statisticamente, sottraggono al prodotto lordo) scattata da aprile, quando i dazi erano ormai in vigore e i magazzini pieni.

 

donald trump rassicura wall street - vignetta by ellekappa

Ma gli annunci, le frenate e le sterzate continue di Trump devono aver generato nevrosi e incertezza, perché gli investimenti netti delle imprese in America fra aprile e giugno sono crollati di 260 miliardi di dollari rispetto ai tre mesi precedenti (secondo la Fed di St. Louis).

 

È un calo di un quarto e di solito si vede solo prima delle recessioni. La debolezza nell’apertura di nuovi posti di lavoro — costata la testa al messaggero dalla cattiva notizia, la capa del Bureau of Labor Statistics — si spiega così.

 

Ciò non significa che l’America di Trump vada verso una recessione. Le sette Big Tech — Nvidia, Microsoft, Meta, Alphabet, Apple, Amazon e Broadcom — continuano a investire migliaia di miliardi nell’intelligenza artificiale. Da sole valgono ormai oltre un terzo dello S&P 500, il grande listino di Wall Street, ma la loro non è ricchezza condivisa. Danno lavoro, magnificamente pagato, a pochi.

 

CAPPELLO MAKE AMERICA GREAT AGAIN MADE IN CHINA

E pochi altri condividono la loro prosperità sotto forma di azioni: l’uno per mille dei residenti più ricchi detiene patrimoni per 23 mila miliardi di dollari, cinque volte più dell’intera metà meno abbiente dell’America di Trump.

donald trump - i dazi e la guerra commerciale DONALD TRUMP IN VERSIONE NERONE BRUCIA MILIARDI DI DOLLARI - IMMAGINE CREATA CON CHATGPT the trump slump il calo dello us dollar index billion dollar babyDonald Trump holding a Million Dollars - Harry BensonMEME SUL CROLLO DEL VALORE DEL DOLLARO BY TRUMP

Ultimi Dagoreport

corte dei conti sergio mattarella giorgia meloni nicola gratteri matteo salvini elly schlein giuseppe conte guido carlino

DAGOREPORT - CHI SONO I VERI OPPOSITORI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI? L'AMMUCCHIATA SCHLEIN-CONTE? I MISSILI DI RENZI, "BAGNATI" PER LE SPACCONATE DEL PASSATO? QUEL SINDACATO DI PENSIONATI DI LANDINI? L’”ODIO E VIOLENZA” DI IMMAGINARI SINISTRELLI? I QUOTIDIANI DE SINISTRA? LA7? - CERTO, UN FATTO CHE DESTABILIZZA LA STATISTA DI COLLE OPPIO È LA VANNACCIZZAZIONE DI MATTEO SALVINI. MA IL VERO OPPOSITORE ALL'AUTORITARISMO DEL GOVERNO MELONI È IL COSIDDETTO DEEP STATE (QUIRINALE, MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, RAGIONERIA GENERALE, MILITARI, ETC) – LO SCONTRO CON GLI APPARATI ADDETTI AL CONTROLLO E ALLA VIGILANZA DEGLI ATTI DELL'ESECUTIVO VA AVANTI DA TRE ANNI: DAI RILIEVI CONTABILI DELLA CORTE DEI CONTI SULLE SPESE DEL PNRR AL PONTE SULLO STRETTO, ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO CHE E' RIUSCITA A COMPATTARE TUTTE LE CORRENTI DELLA MAGISTRATURA - PURTROPPO LA DUCETTA E' NATA ALLA GARBATELLA E NON IN AMERICA, DOVE LA DEMOCRAZIA PERMETTE DI ELEGGERE UN TIRANNO CHE FA FUORI TUTTI COLORO CHE OSANO CONTRADDIRLO...

rafael - palantir

DAGOREPORT - L’ENNESIMA PROVA CHE LA TECNOLOGIA SIA OGGI UN‘ARMA ASSOLUTA SI CHIAMA ‘’RAFAEL ADVANCED DEFENSE’’ - E’ UNA DELLE TRE MAGGIORI AZIENDE ISRAELIANE NEL SETTORE DELLA DIFESA, CHE HA CONTRIBUITO AL SISTEMA DI DIFESA AEREA IRON DOME - GRAZIE AL SUCCESSO DELL’ULTIMA ARMA LASER, IRON BEAM 450, CAPACE DI INTERCETTARE E ABBATTERE DRONI, RAFAEL HA CONQUISTATO I MERCATI DEGLI STATI UNITI, EUROPA, ASIA, MEDIO ORIENTE, AMERICA LATINA E AFRICA - OTTIMI SONO I RAPPORTI CON LA PALANTIR DI PETER THIEL, “ANIMA NERA” DI TRUMP E DELLA TECNO-DESTRA USA, GRAZIE A UN SISTEMA DI INTERCETTAZIONI RAFAEL CHE FA A MENO DI INOCULARE SPYWARE NEL TELEFONINO, SOSTITUENDOLO CON UN LASER - IN CAMBIO DELLA TECNOLOGIA RAFAEL, THIEL AVREBBE PRESO A CUORE IL TRACOLLO ECONOMICO ISRAELIANO, PER GLI ALTISSIMI COSTI DELLA GUERRA A GAZA, RACCOGLIENDO MILIONI DI DOLLARI NEGLI STATI UNITI PER FINANZIARE IL GOVERNO DI NETANYAHU - CHE COMBINA LA RAFAEL NEL PORTO DI RAVENNA - DRONI RAFAEL: COME LA STRAGE DI GAZA DIVENTA UNO SPOT PROMOZIONALE VIDEO

elly schlein giorgia meloni marche matteo ricci acquaroli

DAGOREPORT - SOTTO L’ALA DEL MASOCHISMO-HARD, IL PD DI ELLY AFFRONTA DOMENICA L'ELEZIONE DEL PRESIDENTE DELLE MARCHE - UN VOTO CHE VEDE IL MELONISSIMO FRANCESCO ACQUAROLI CONTRO UN BIG RIFORMISTA DEL PD, MATTEO RICCI, CHE I SONDAGGI DANNO IN SVANTAGGIO DI UNA MANCIATA DI PUNTI - MOLTO DIPENDERÀ DALL’ASTENSIONE, MALATTIA CHE HA CONTAGIATO UNA BELLA MAGGIORANZA DI ELETTORI DI CENTROSINISTRA, CHE NE HANNO PIENE LE SCATOLE DELLE ZUFFE E SCISSIONI E RIVALITÀ DA COMARI DI COLORO CHE DOVREBBERO DAR VITA A UN’ALTERNATIVA SALDA E UNITA ALL’ARMATA BRANCA-MELONI - PERDERE LE MARCHE PER LA DUCETTA SAREBBE UNO SCHIAFFO TALE CHE L'UNICA ''RICOMPENSA" SAREBBE IL CANDIDATO DI FDI ALLA REGIONE VENETO, DOVE LA LISTA DI LUCA ZAIA, CHE ALLE REGIONALI 2020 INCASSÒ IL 42% DEI VOTI, E' DIVENTATA UNA VARIABILE CHE NE' MELONI NE' SALVINI RIESCONO PIÙ A CONTROLLARE...

almasri carlo nordio alfredo mantovano matteo piantedosi

CASO ALMASRI: I MINISTRI NORDIO E PIANTEDOSI HANNO RACCONTATO SOLO MENZOGNE AL PARLAMENTO – NON SERVE L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE PER CAPIRLO, BASTA LEGGERE I LORO INTERVENTI ALLA CAMERA - 5 FEBBRAIO 2025, NORDIO: ‘’IL MANDATO D'ARRESTO DELLA CORTE DELL'AJA NEI CONFRONTI DI ALMASRI ERA NULLO: È ARRIVATO IN LINGUA INGLESE SENZA ESSERE TRADOTTO E CON VARI ALLEGATI IN LINGUA ARABA, CON UNA SERIE DI CRITICITÀ CHE AVREBBERO RESO IMPOSSIBILE L'IMMEDIATA ADESIONE DEL MINISTERO ALLA RICHIESTA ARRIVATA DALLA CORTE D'APPELLO DI ROMA’’ - 7 AGOSTO 2025: IL GOVERNO INGRANA UNA CLAMOROSA MARCIA INDIETRO CHE SMENTISCE NORDIO E PIANTEDOSI, LEGITTIMANDO L'ILLICEITÀ DEI LORO ATTI: '’AGITO A DIFESA DELL'INTERESSE DELLO STATO” - DEL RESTO, SECONDO QUANTO SI LEGGE DALLA RICHIESTA DI AUTORIZZAZIONE A PROCEDERE DEI GIUDICI, "APPARE VEROSIMILE CHE L'EFFETTIVA E INESPRESSA MOTIVAZIONE DEGLI ATTI E DELLE CONDOTTE TENUTE" DA NORDIO, PIANTEDOSI E MANTOVANO SIANO LEGATE ALLE "PREOCCUPAZIONI PALESATE" DAL DIRETTORE DELL'AISE CARAVELLI SU "POSSIBILI RITORSIONI PER I CITTADINI E GLI INTERESSI ITALIANI IN LIBIA" - IL VOTO DELLA GIUNTA PER LE AUTORIZZAZIONI A PROCEDERE DELLA CAMERA È PREVISTO PER IL 30 SETTEMBRE…

charlie kirk melissa hortman

FLASH! - MELONI E SALVINI, CHE OGGI PIANGONO COME PREFICHE PER L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, GRIDANDO ALL’’’ODIO E VIOLENZA DELLA SINISTRA’’, DOVE ERANO QUANDO IL 15 GIUGNO SCORSO LA DEPUTATA DEMOCRATICA DEL MINNESOTA, MELISSA HORTMAN, 54 ANNI, È STATA UCCISA INSIEME AL MARITO DA COLPI D’ARMA DA FUOCO, CUI SEGUÌ UNA SECONDA SPARATORIA CHE FERÌ GRAVEMENTE IL SENATORE JOHN HOFMANN E SUA MOGLIE? L’AUTORE DELLE SPARATORIE, VANCE BOELTER, ERA IN POSSESSO DI UNA LISTA DI 70 NOMI, POSSIBILI OBIETTIVI: POLITICI DEMOCRATICI, IMPRENDITORI, MEDICI DI CLINICHE PRO-ABORTO - PERCHÉ MELISSA HORTMAN NON È STATA COMMEMORATA ALLA CAMERA, COME KIRK?