CHI È DAVVERO PAOLO OLIVERIO? UN INFORMATORE IN PROVA. PER UN ANNO, IL FISCALISTA DEI CAMILLANI SI È AGGIRATO PER ROMA SPACCIANDOSI PER UNO 007. DOPO AVER SBIRCIATO I MODESTI ‘CONTRIBUTI’ DI OLIVERIO, È STATO SCARICATO

1. DAGONOTA
Chi è Paolo Oliverio? Un informatore in prova. Per un anno - mejo: per tredici mesi - il fiscalista dei Camillani si è aggirato per Roma spacciandosi per uno 007. Ma dopo aver sbirciato i modesti contributi di Oliverio. È stato gentilmente accompagnato alla porta.

2. Carlo Bonini per "la Repubblica"

Chi è Paolo Oliverio? A chi fa paura? E perché? Il tipo, un romano di 47 anni, scalpita in una cella di Regina Coeli e mette a rumore le cronache. "Se parlo io....". Come un insistito annuncio di tempesta. Che forse arriverà. O forse no. Perché - come dice chi lo teme, e come lui dà a intendere - si vuole sia seduto su una montagna di velenoso fango, di piccoli e grandi ricatti, capace di portarsi via uomini degli apparati (Guardia di Finanza e Servizio segreto interno), qualche politico, manager e imprenditori.

Arrestato il 6 novembre scorso, quattro giorni prima di sposare la quarta donna della sua vita (incinta dell'ultimo di 4 figli avuti da tre donne diverse), Oliverio finisce dentro per sequestro di persona. Impigliato in una storia di malversazioni nel cosiddetto "scandalo dei Camilliani", ordine religioso di cui è stato procuratore speciale in alcune operazioni immobiliari. L'ultima capriola della sua vita da "sòla", per dirla in gergo.

Se si preferisce, di «truffatore» scaltro, di uomo abituato a una vita trasiticcia e molto al di sopra delle sue possibilità, come lui stesso racconta nel suo interrogatorio a Giuseppe Cascini, il pm che lo ha arrestato. Ma, soprattutto, e nello stresso tempo, di infaticabile tessitore di relazioni.

Che coltiva nella Guardia di Finanza, dove negli anni di Speciale frequenta i corridoi nobili del Comando generale, dove mena vanto di godere della benevolenza di Nicolò Pollari (ex direttore del Sismi) e Paolo Poletti (ex capo di stato maggiore e attuale vicedirettore dell'Aisi) e grazie alla quale, per un anno e mezzo (tra il 2009 e il 2010) ottiene un contratto gratuito da "fonte in prova" del nostro Servizio interno (l'Aisi), dove stringe un rapporto di stima e - dice lui - «di amicizia» con l'allora direttore Giorgio Piccirillo.

Ma che coltiva anche con famiglie in odore di ‘ndrangheta in quel di Cirò Marina e con politici calabresi che pure quelle famiglie incrociano (come l'ex consigliere regionale del Lazio Vincenzo Maruccio, finito in carcere nel novembre 2012).

Accade così che quando lo arrestano nella casa di 200 metri quadri di piazza di Spagna (dove è in affitto da un ente religioso), i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria, trovino ad Oliverio una pen-drive che dovrebbe essere un archivio da 007 o qualcosa che gli somiglia. Da cui, tra l'altro, saltano fuori un file intestato a un permesso di soggiorno di Sabina Began, l'ape regina delle cene eleganti di Silvio Berlusconi, un documento titolato "estorsione" di cui è oggetto tale Francesca Neri, commercialista, "evidenze" di un fantomatico e in realtà farlocco traffico d'armi di cui viene indicata come fonte un impiegato di Equitalia di Napoli. Ma accade anche che, una volta a Regina Coeli, Oliverio chieda di poter dividere la cella con tale Salvatore Pappaiani, calabrese di Cirò, detenuto per omicidio.

Dunque e di nuovo. Chi è davvero Paolo Oliverio?
Si dice da sempre "fiscalista" senza essersi mai laureato. Si fa conoscere
una prima volta alle cronache nell'indagine Imi-Sir come giovane spallone dei 10 miliardi di lire che l'ex giudice Renato Squillante sposta illegalmente in Svizzera (il processo muore per prescrizione a Roma). E leggenda di tribunale vuole che al magistrato, in quella giostra, riesca a soffiare un miliardo e mezzo tondo tondo, sapendo che tanto non potrà denunciarlo. In tempi più recenti, posa ad esperto di antiriclaggio in convegni organizzati dal Monte dei Paschi e intanto offre con la sua srl "P. O." consulenze "fiscali" a
clienti che trasforma in vittime. Con un format costante.

Li convince che sono nei guai perché oggetto di verifiche della Finanza. Quindi, li fa convocare da sottufficiali del corpo in una caserma, dove i disgraziati vengono terrorizzati con finti verbali. Poi, il colpo di scena. Una sua telefonata "risolve il problema". Naturalmente dietro lauto compenso. Come accaduto all'ultimo "pesce" finito nella sua rete nel luglio scorso. Tale Franco Celletti, un imprenditore convocato in caserma e ripassato a dovere da due marescialli in forza al Nucleo tutela dei mercati, Mario Morgini e Alessandro Di Marco (oggi detenuti come lui).

Oliverio è così svelto che la fa persino a un tipo non di primo pelo come Lorenzo Borgogni, già capo delle relazioni istituzionali di Finmeccanica. Gli "secca" qualche centinaio di migliaia di euro, da amministratore della società immobiliare "Reb Venture", dove entra nel 2012 con il 5 per cento delle quote e che, a quanto pare, svuota dei liquidi destinati al pagamento dell'Iva. «Mi ha fatto fare la figura del bischero - dice ora Borgogni
- E l'ho anche denunciato. Ma chi poteva immaginarlo? Si presentò come consulente legato al prestigioso studio Lupi. Partecipava a convegni con il professor Sepio».

Se è per questo, tra il 2009 e il 2010, durante il suo "lavoro" per l'Aisi, Oliverio divide il suo studio in un appartamento di via Veneto con il faccendiere Flavio Carboni, cui promette "protezione" dall'indagine P3 che invece lo travolgerà. Un'altra delle sue "sole".

Ma spesa con il peso di chi poteva dirsi "uomo dei Servizi". Amico appunto - come riferisce almeno un testimone delle sue cene - di uomini degli apparati come Pollari, Piccirillo, Poletti e, aggiungeva lui per non guastare, De Gennaro. La storia promette di camminare. Ma intanto pone una domanda. Chi ha usato chi? Oliverio i Servizi? O il contrario? E a che scopo?

 

camilliani NICOLO POLLARI nicolo pollariGUARDIA DI FINANZA GUARDIA DI FINANZALorenzo Borgogni MARIO MONTI E LORENZO BORGOGNI

Ultimi Dagoreport

ravello bogart

DAGOREPORT: RAVELLO NIGHTS! LE TROMBATE ETERO DI GRETA GARBO, LE VANCANZE LESBO DI VIRGINIA WOOLF, RICHARD WAGNER CHE S'INVENTA IL “PARSIFAL'', D.H. LAWRENCE CHE BUTTA GIU’ L'INCANDESCENTE “L’AMANTE DI LADY CHATTERLEY’’, I BAGORDI DI GORE VIDAL, JACKIE KENNEDY E GIANNI AGNELLI - UN DELIRIO CHE TOCCO’ IL CLIMAX NEL 1953 DURANTE LE RIPRESE DE “IL TESORO D’AFRICA” DI JOHN HUSTON, SCENEGGIATO DA TRUMAN CAPOTE, CON GINA LOLLOBRIGIDA E HUMPHREY BOGART (CHE IN UN CRASH D’AUTO PERSE I DENTI E VENNE DOPPIATO DA PETER SELLERS). SE ROBERT CAPA (SCORTATO DA INGRID BERGMAN) SCATTAVA LE FOTO SUL SET, A FARE CIAK CI PENSAVA STEPHEN SONDHEIN, FUTURO RE DI BROADWAY – L’EFFEMINATO CAPOTE CHE SI RIVELÒ UN BULLDOG BATTENDO A BRACCIO DI FERRO IL “DURO” BOGART - HUSTON E BOGEY, MEZZI SBRONZI DI GIORNO E UBRIACHI FRADICI LA NOTTE, SALVATI DAL CIUCCIO-TAXI DEL RISTORANTE ‘’CUMPÀ COSIMO’’ - QUANDO CAPOTE BECCÒ IL RE D’EGITTO FARUK CHE BALLAVA ALLE 6 DEL MATTINO L’HULA-HULA NELLA CAMERA DA LETTO DI BOGART… - VIDEO

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO