paul singer elliott vivendi bollore

ELLIOTT E LE STORIE TESE – VUOLE DUE POSTI NEL CDA DI TIM, MA BOLLORE’ VENDERA’ CARA LA PELLE – IL BRETONE ATTRAVERSO GENISH REPLICA ALLE MINACCE DEL FONDO AVVOLTOIO FACENDO BUON VISO AL CATTIVO GIOCO. MA POTREBBE ANCHE DECIDERE DI USCIRE DALLA COMPAGNIA TELEFONICA: E’ INDEBOLITO POLITICAMENTE ANCHE IN FRANCIA

 

DAGOREPORT

 

paul singer fondo elliott

L’offensiva di Elliott sulla Tim, alla fine, potrebbe (per paradosso) diventare un favore verso Vincente Bollorè. Il patron di Vivendi è indebolito politicamente sia in Italia sia in Francia. E potrebbe addirittura decidere di uscire dalla compagnia telefonica. Prima, però, venderà cara la pelle. A partire dai posti nel cda agli amici del fondo americano.

 

Cinque anni fa aveva la Francia ai suoi piedi. Ad ogni schioccar di dita si genuflettevano ministri e banchieri. Oggi non è più così. Il suo più fidato consigliere, Tarak ben Ammar, è in cattive acque con la giustizia transalpina; ed i rapporti tra i due si sarebbero ulteriormente raffreddati. Così, sta meditando il grande passo indietro. Unico problema. Chi può comprare la quota di Vivendi in Tim? Ah saperlo…

 

E GENISH FA BUON VISO A CATTIVO GIOCO

Sara Bennewitz per la Repubblica

 

vincent bollore

Mentre l' ad Amos Genish illustra il suo piano industriale agli investitori, il fondo Elliott seleziona una rosa di professionisti italiani da candidare in Telecom Italia e sonda le istituzioni per illustrargli il proprio progetto industriale.

 

fulvio conti

Nella rosa di manager contattati dal fondo guidato da Paul Singer, padrone del 3% del gruppo e pronto a salire ancora, ci sarebbe Fulvio Conti, ex numero uno di Enel, Giovanni Cavallini ex ad di Interpump, Rocco Sabelli che è stato ad sia di Telecom sia di Piaggio, Paolo Dal Pino, ex numero uno delle attività carioca di Tim e poi delle gomme di Prometeon, Claudia Parzani, presidente di Allianz Italia, Paola Giannotti, amministratore indipendente di Ansaldo Sts, che tra le altre cose ha incontrato Elliott proprio nella battaglia contro i giapponesi di Hitachi.

 

PAOLO DAL PINO

Sui nomi della lista dei 7 professionisti girano tante voci, e ancora non ci sarebbe una rosa definitiva. Elliott, oltre a chiedere la disponibilità di alcuni indipendenti di standing e di un presidente e di un amministratore delegato « di peso » , avrebbe iniziato a sondare insieme all' advisor Vitale & Co anche le istituzioni italiane, per rassicurarle sul fatto che non ha intenzione né di prendere il controllo, né di influenzare le attività sensibili oggetto di golden power da parte del governo.

ROCCO SABELLI

 

«Non possiamo che dare il benvenuto a tutti gli azionisti - ha commentato ieri Genish a chi gli chiedeva dei piani per cambiare il cda del piano industriale di Elliott -. Accogliamo favorevolmente i dialoghi costruttivi e utilizzeremo qualsiasi feedback per migliorare il valore della società » . Genish ha infatti ribadito che il nuovo piano Digitim punta a migliorare l' efficienza e i ricavi del gruppo grazie al digitale.

 

PIETRO SCOTT JOVANE

In quest' ottica Genish, per arricchire la squadra di manager, avrebbe anche sondato la disponibilità di Pietro Scott Jovane, ex ad di Microsoft Italia e attuale ad di e.price, che potrebbe decidere di passare presto a Telecom. Intanto ieri gli investitori hanno apprezzato i positivi risultati 2017 (+ 1,8% il titolo in Borsa), ma sono restati più freddi sugli obiettivi al 2020, e in particolare sul target di 4,5 miliardi di flussi di cassa nel triennio.

 

AMOS GENISH

Nonostante il target annunciato sia circa il triplo rispetto agli 1,6 miliardi nel triennio 2015- 2017 ( di cui un miliardo solo lo scorso anno), gli esperti fanno notare che sarebbe frutto essenzialmente di una riduzione degli investimenti in conto capitale (previsti a 9 miliardi) perché il 77% della rete in fibra (ma solo il 10% di fibra fino alle case, il resto fino alla centralina) sarebbe già stata ultimata.

 

Infine mentre Genish è volato a Londra per incontrare gli investitori, Elliott è partito con la campagna presso i grandi fondi internazionali. Dalla sua avrebbe un argomento molto convincente: da quando Vivendi ha investito in Telecom il titolo ha perso il 27% in due anni ( scendendo dagli 1,08 del valore di carico dei francesi agli 0,78 euro di ieri) facendo registrare la peggiore performance tra le società di tlc europee.

TIM

 

Elliott, al contrario, è tra i fondi speculativi uno di quelli con il miglior rendimento del settore, con performance a doppia cifra. La Borsa apprezza il piano industriale di Genish e il titolo sale di un altro 1,8%

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