google apple tasse

NOI PAGHIAMO LE TASSE COSÌ CHE LE POVERE MULTINAZIONALI NON DEBBANO FARLO - LE ELUSIONI FISCALI DI APPLE, FACEBOOK, AMAZON, GOOGLE E NIKE VALGONO 627 MILIARDI L’ANNO DI IMPONIBILE SOTTRATTO. E I TRE GRANDI PARADISI FISCALI NON SONO ISOLETTE CARAIBICHE, MA I NOSTRI ‘AMICI’ DELL’UNIONE EUROPEA OLANDA, LUSSEMBURGO E IRLANDA. DOVE APPLE NEL 2014 PAGAVA LO 0,005% DI TASSE SUI NOSTRI IPHONE DA 1000 EURO L’UNO

Federico Fubini per il ‘Corriere della Sera

 

PROTESTE PER LE POCHE TASSE PAGATE DA APPLE

Distratti dall' arrivo di Donald Trump, i manager presenti all' ultimo Forum di Davos andrebbero perdonati nel caso si fossero persi un dettaglio: vale 627 miliardi di euro la base imponibile nascosta solo nel 2015 da poche grandi multinazionali al fisco di Paesi come Germania, Francia e Italia (e vari altri). In quell' anno - uno fra i molti nei quali gli stessi fenomeni si ripetono - è di duecento miliardi di euro il gettito sottratto ai governi attraverso la rete dei paradisi fiscali. Per compensare l' ammanco, hanno dunque dovuto versare più tasse i normali lavoratori dipendenti o autonomi, i pensionati e anche - attraverso l' Iva sui beni di consumo - le persone i cui redditi sono così bassi da restare al di sotto delle soglie tassabili.

 

google tasse

Per l' Italia, il trasferimento artificiale all' estero dei ricavi alcune grandi multinazionali ha prodotto nel 2015 un' erosione di quasi un quarto della base imponibile del prelievo sulle società: 7,4 miliardi di euro in tutto, una perdita di 0,5% del reddito nazionale sul 2015 che con ogni probabilità si sta riproducendo ogni anno. In media, i Paesi dell' Unione Europea perdono così circa un quinto delle entrate alle quali avrebbero titolo dalle imprese.

 

Ma non va malamente allo stesso modo per tutti. I tre più grandi paradisi fiscali per le grandissime imprese non sono infatti annidati in qualche isola dei Caraibi o dell' Oceano Pacifico. Al contrario, prosperano in gran parte indisturbati nel cuore della zona euro: Olanda, Lussemburgo e Irlanda sono tre piccoli Paesi - poco più del 6% della popolazione dell' unione monetaria - ma rappresentano nel complesso quasi metà dell' elusione fiscale internazionale delle grandi società. In gran parte questi tre Paesi operano in questo modo direttamente a danno degli altri, gli stessi con i quali condividono la moneta e severe regole di vigilanza sui bilanci pubblici.

LE TASSE DI APPLE E GOOGLE

 

L' occasione per parlarne è arrivata qualche giorno fa, a Davos, in un incontro sui paradisi fiscali. È allora che sono stati presentati i risultati di uno studio pubblicato d*ue mesi fa da tre economisti: Thomas Tørsløv e Ludvig Wier dell' Università di Copenaghen, insieme a Gabriel Zucman dell' Università di California a Berkeley. I tre hanno appena portato a termine un lavoro da veri e propri detective del sistema di contabilità internazionale.

 

Il loro obiettivo era calcolare l' impatto dell' elusione da parte di grandi gruppi come Apple, Facebook, Amazon, Google-Alphabet o Nike. Non è un compito facile, che infatti sfugge in gran parte agli stessi governi. Risultano infatti invisibili molti degli spostamenti ad arte di utili dal Paese in cui sono stati realizzati a un Paese che offre aliquote effettive quasi a zero, in primo luogo perché vengono registrati come proventi da attività intangibili: brevetti, ricerca e sviluppo, importazione di servizi.

 

coltello nike

Non per niente, i tre studiosi notano alcuni paradossi nella contabilità di Nike, Facebook, Apple e Google. In ciascuno di questi gruppi, la somma dei profitti realizzati dalle società controllate - così come visibile nella banca dati Orbis di Bureau Van Dijk-Moody' s - bizzarramente risulta pari a una frazione minima dei profitti consolidati globali. Il caso più estremo è Facebook, i cui profitti del 2015 sono di circa 11 miliardi di euro ma la somma dei ricavi tassabili di tutte le sussidiarie resta a zero.

 

Per individuare la reale situazione Tørsløv, Wier e Zucman cercano indizi nella quantità di ricavi tassabili in proporzione al monte-salari dei dipendenti in ogni dato Paese: i profitti trasferiti artificialmente infatti gonfiano il bilancio, ma non il numero dei dipendenti. I tre indagano anche per capire in quali Paesi risultano la quota di profitti in mano agli stranieri sia curiosamente fuori proporzione e studiano le comunicazioni (obbligatorie) a Eurostat di tutti i Paesi europei sulla contabilità aggregata delle imprese.

 

Alla fine vengono fuori conferme impressionanti sui soliti sospetti. Il Lussemburgo, con aliquote bassissime su una base imponibile tanto artificiale quanto sterminata, presenta profitti societari tassabili pari a sette volte le medie europee (in rapporto al monte-salari). Del tutto fuori linea anche Irlanda e Olanda. Questi tre Paesi nel 2015 pesano da soli per 293 miliardi di euro di base imponibile societaria sottratta al resto del mondo, più di cento miliardi ciascuna per Irlanda e Olanda.

fisco

 

Poco importa che proprio il governo dell' Aia sia stato in prima linea dall' inizio della crisi nell' esigere rigore di bilancio agli stessi Paesi ai quali nel frattempo sottraeva decine di miliardi di entrate fiscali. Ai grandi gruppi bastava registrare nei Paesi Bassi profitti realizzati nel resto d' Europa sulla vendita di servizi definiti «intangibili», perché digitali. Questi ricavi fatti apparire in Olanda con aliquote quasi a zero sono così vasti che l' avanzo estero del piccolo Paese sull' estero (80 miliardi di dollari) si avvicina ormai a quello della Cina (120 miliardi).

 

Dell' Irlanda era presente all' incontro di Davos il ministro delle Finanze Paschal Donohoe. Davide Serra, il fondatore del fondo Algebris, gli ha presentato le proprie stime sulla contabilità dei rapporti di Dublino con l' Unione Europea dal momento dell' ingresso 40 anni fa: si contano 150 milioni di euro di trasferimenti netti dall' Irlanda al resto d' Europa, attraverso il bilancio comunitario; e 200 miliardi di elusione innescata da Dublino a danno degli altri Paesi.

 

OLANDA

È celebre il caso di Apple, la cui aliquota effettiva ritagliata ad hoc era dello 0,005% nel 2014 (il gruppo di Cupertino di recente ha accettato una transazione). Meno noto invece il caso di Google, presentato da Serra a Davos. Nel 2015 il gruppo di Menlo Park ha realizzato ricavi per 22,6 miliardi in Europa, Medio Oriente e Africa. Tutte le entrate sono emerse contabilmente in Irlanda. Tuttavia, fra «diritti di proprietà intellettuale» pagati a altre controllate dello stesso gruppo e varie deduzioni, alla fine Google ha pagato solo 48 milioni di tasse all' Irlanda e quasi zero a chiunque altro.

 

Si tratta un' aliquota effettiva dello 0,2% sui redditi. Sono operazioni del genere, secondo i tre studiosi di Copenaghen e Berkeley, a produrre ormai distorsioni immense: due terzi dei profitti esteri delle multinazionali americane nel 2015 (e il 45% di quelle di tutto il mondo) slittano verso i paradisi fiscali. E sulle spalle dei contribuenti ordinari degli Stati Uniti e dell' Europa pesano 60 miliardi di euro in più da pagare al posto di chi elude.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - LE MANOVRE DA "DOTTOR STRANAMORE" DI ELLY SCHLEIN: SFANGARLA AI REFERENDUM, VINCERE IN AUTUNNO IN TUTTE E 6 LE REGIONI CHE ANDRANNO AL VOTO, QUINDI ANDARE AL CONGRESSO ANTICIPATO DEL PD A GENNAIO 2026 PER POI FARSI INCORONARE LEADER DEL CENTROSINISTRA ALLE POLITICHE DEL 2027 (CONTE PERMETTENDO) – A FAVORE DI ELLY GIOCA IL FATTO CHE LA MINORANZA DEM E' FRANTUMATA CON BONACCINI E LO RUSSO TRATTATI DA TRADITORI DELLA CAUSA DEI RIFORMISTI E PICIERNO E GORI GIUDICATI TROPPO EX RENZIANI – NEL CENTRODESTRA GIRA GIÀ LA BATTUTA: “LUNGA VITA AD ELLY SCHLEIN”, CHE RESTA PER "LA STATISTA DELLA GARBATELLA" LA SUA MIGLIORE POLIZZA PER FARSI ALTRI 5 ANNI A PALAZZO CHIGI...

friedrich merz donald trump starmer macron meloni von der leyen jd vance

DAGOREPORT - L’INCONTRO DI GIORGIA MELONI CON VANCE E VON DER LEYEN È STATO SOLO ''ACCIDENTALE'': È STATO POSSIBILE IN VIRTU' DELL’INSEDIAMENTO DI PAPA LEONE XIV (NON È STATA LA DUCETTA A CONVOCARE I LEADER, BENSI' SANTA ROMANA CHIESA) – LA "COMPASSIONE" DI TRUMP, CHE HA COINVOLTO LAST MINUTE "COSETTA" MELONI NELLA CHIAMATA CON MACRON, STARMER E MERZ – LE FAKE NEWS DI PALAZZO CHIGI PROPALATE DALLA STAMPA E MEDIA DI DESTRA COL SUPPORTO DEL “CORRIERE DELLA SERA”:  ALL’ORIZZONTE NON C’È MAI STATO ALCUN INVIO DI TRUPPE EUROPEE AL FIANCO DI KIEV CONTRO MOSCA. SOLO DOPO LA FIRMA DI UNA TREGUA, GRAN BRETAGNA E FRANCIA SONO A FAVORE DI UN INVIO DI TRUPPE, MA UNICAMENTE AL FINE DELLA SALVAGUARDIA DEI CONFINI UCRAINI, E COL FONDAMENTALE SUPPORTO INTELLIGENCE DELLA CIA - ALTRA MINCHIATA DELLA PROPAGANDA ALLA FIAMMA: NON E' MAI ESISTITA LA VOLONTÀ DI ESCLUDERE L’ITALIA DAL GRUPPO DEI ''VOLENTEROSI''. È LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" STESSA A ESSERSI CHIAMATA FUORI, IN PREDA ALL'AMBIZIONE SBAGLIATA DI DIVENTARE LA "PONTIERA'' TRA STATI UNITI ED EUROPA, E PER EVITARE GUAI IN CASA CON IL SUO NEMICO PIU' INTIMO, MATTEO SALVINI...

giuliano amato

AMOR CH’A NULLO AMATO – IL RITRATTONE BY PIROSO DEL DOTTOR SOTTILE: “UN TIPO COERENTE E TUTTO D’UN PEZZO, UN HOMBRE VERTICAL? O UN SUPER-VISSUTO ALLA VASCO ROSSI, ABILE A PASSARE INDENNE TRA LE TURBOLENZE DELLA PRIMA REPUBBLICA, UOMO-OMBRA DI CRAXI, MA ANCHE DELLA SECONDA?” – ALCUNI PASSAGGI STORICI DA PRECISARE: AMATO NON SI CANDIDÒ NEL 2001 A CAUSA DI ALCUNI SONDAGGI-PATACCA SVENTOLATIGLI DA VELTRONI, CHE DAVANO RUTELLI IN VANTAGGIO SU BERLUSCONI – A FERMARE LA CORSA AL QUIRINALE DEL 1999 FU MASSIMO D’ALEMA, CHE LO SCARICÒ PER IL “NEUTRO” CIAMPI  - IL MANCATO VIAGGIO AD HAMMAMET E IL RAPPORTO CON GIANNI DE GENNARO...

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…