L’“ARTIGLIO” SPUNTATO DI BEFERA - EQUITALIA TARTASSA I PESCI PICCOLI MA L’EVASIONE FISCALE MILIONARIA È DURA DA ESTIRPARE - NON È CHE IL FISCO HA LA “MIRA DIFETTOSA”?

Alberto Statera per "Affari & Finanza - la Repubblica"

«C'è bisogno di dire una parola forte e certa, di affermare che l'evasione e l'elusione fiscale non sono compatibili con la nostra economia e con nessun sistema veramente democratico». Di chi è questa «parola forte e certa»? L'attribuzione è alquanto problematica, visto che sentiamo pronunciarla, da quando portavamo i pantaloni corti, almeno dai tempi di Luigi Preti, ministro delle Finanze socialdemocratico di quasi mezzo secolo fa e, via via, è stata «must» di ogni ministro che si è succeduto dal dopoguerra ad oggi.

Ma, sfidando l'ovvietà, la formula magica è stata ripetuta l'altro giorno da Attilio Befera, presidente dell'Agenzia delle Entrate e di Equitalia, il quale ha aggiunto che «il rafforzamento della lotta contro la frode fiscale e l'evasione non è solo una questione di entrate, ma anche di equità sociale».

Tuttavia, per sua ammissione, «gli sforzi compiuti dalle agenzie fiscali» non riescono a ridurre la fantasmagorica cifra di 130 miliardi l'anno di evasione, calcolati dalla Corte dei conti. Befera, pur benemerito e vittima dell'incivile campagna di odio contro Equitalia (salvo i non pochi casi di ottusità burocratica), non è un passante, come i ministri che vanno e vengono, ma dal lontano 1997 è dirigente generale delle Finanze e da sette anni è al vertice degli organismi operativi che dovrebbero, per l'appunto, ridurre l'immensa area dell'evasione.

Perché non ci riescono? L'antico mantra dice che nessuno può riuscirci finché non ci sia una reale «volontà politica», invece che il solito diluvio di parole. Ma l'alibi fa un po' acqua. E la fama di Befera, detto «Artiglio» rischia di apparire un po' esagerata. E' vero che in materia fiscale il legislatore sembra un cappellaio matto, che è riuscito negli anni a creare un fisco indecente per un paese occidentale, un labirinto paradossale che provoca crisi di nervi dei contribuenti e dei commercialisti, mentre altrove pagare le tasse è un chiaro e semplice appuntamento burocratico.

Ma, al di là delle colpe della politica, l'impressione è che qualcosa non funzioni a dovere neanche nelle agenzie fiscali, molto attive nel lavoro più semplice, nel pizzicare piccole evasioni e errori formali, ma quasi impotenti nei confronti delle grandi frodi, che ormai mettono a rischio ogni patto sociale. Non siamo tra quelli che criticano i blitz nei giorni di Natale e Capodanno alla caccia di mancati scontrini.

Ma non è con queste operazioni mediatiche che si affronta efficacemente un fenomeno di dimensioni che non hanno l'eguale nelle democrazie occidentali. Il problema è sì la politica, ma - bisogna dirlo - anche l'amministrazione. I guai non sono dovuti soltanto all'instabilità e all'incapacità della politica, ma a un deficit dell'intera classe dirigente.

A cominciare dagli alti gradi della pubblica amministrazione, che - se volessero - rispetto alla politica hanno vaste praterie per operare con maggiore determinazione e incisività, evitando il sospetto avanzato dal Censis nel suo ultimo rapporto sulla situazione sociale del paese secondo cui contribuiscono a «drammatizzare la crisi per gestire la crisi».

 

monti befera g Attilio Befera e Brachetti Peretti logo agenzia delle entrate EQUITALIAIMU

Ultimi Dagoreport

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...