PEPPINIELLO AMARCORD - SEMBRA PASSATO UN SECOLO EPPURE ERA SOLO IL 12 LUGLIO 2012: MONTI E IGNAZIO VISCO APPLAUDIVANO IL DISCORSO DI MUSSARI ALL’ASSEMBLEA DELL’ABI IN CUI DENUNCIAVA “LA FINANZA OMBRA” E RINGRAZIAVA LA VIGILANZA “CUI LE BANCHE SONO GRATE” - E TE CREDO: BANKITALIA SAPEVA DELLE IRREGOLARITÀ DELL’EX CAPO DEL ‘MONTE’ EPPURE NON MOSSE UN DITO PER IMPEDIRNE LA RICONFERMA ALL’ABI – E OGGI VISCO CHIEDE PIÙ POTERI…

1 - QUANDO MUSSARI ERA APPLAUDITO
Dal "Fatto quotidiano"

Col senno di poi non è bello ricordare oggi quel 12 luglio 2012, l'annuale assemblea dell'Abi. Quando il premier Mario Monti e il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco ascoltavano in prima fila, accodandosi agli applausi, il discorso dell'allora presidente dalla lobby bancaria, Giuseppe Mussari. L'uomo del buco da 730 milioni di euro nei bilanci del Monte Paschi all'epoca inveiva contro i banchieri americani che avevano ceduto ai derivati speculativi, denunciava la finanza ombra, ringraziava la vigilanza cui le banche "sono grate".

Peccato che adesso sappiamo come in quel momento la Banca d'Italia fosse già ampiamente informata delle irregolarità della gestione Mussari e sapesse quasi tutto dei derivati tossici di Siena. Magari Visco e Monti non potevano disertare l'assemblea, ma forse avrebbero potuto fare un po' di moral suasion per evitare la riconferma di Mussari all'Abi soltanto un mese prima, a giugno.

MPS, VISCO: "NON È UN SALVATAGGIO. DERIVATI? DA NOI MENO CHE ALL'ESTERO"
Francesco Spini per "lastampa.It

Il sostegno statale dato al Monte dei Paschi di Siena con i «Monti bond» per circa 4 miliardi «non è il salvataggio di una banca in crisi. Si tratta di un prestito», concesso «dallo Stato a un costo particolarmente elevato e crescente nel tempo».

Il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, dedica 5 delle 17 pagine del suo intervento al diciannovesimo congresso Assiom Forex a Bergamo, che riunisce gli operatori finanziari. In platea moltissimi i banchieri tra cui anche il presidente e l'ad senesi, Alessandro Profumo e Fabrizio Viola.

Anche a seguito dello scandalo, dice il governatore, «non cambiano le nostre valutazioni sulle condizioni complessive del sistema bancario italiano», su cui pure si è ripercossa la recessione. Sul tema dei derivati, alla radice dello scadalo del Monte, il governatore punta a tranquillizzare. «La rilevanza di questi prodotti - dice - è per le banche italiane contenuta, decisamente minore che per le banche di altri Paesi».

Visco rivendica l'azione di Bankitalia in casi come quello di Siena. Ma per una maggiore incisività occorrono armi più forti. «Il quadro normativo va rafforzato», dice. Un esempio? Via Nazionale «deve poter intervenire efficacemente nei casi in cui, sulla base di fondate evidenze, ritenga necessario opporsi alla nomina di esponenti aziendali o rimuoverli dall'incarico».

Quanto al resto del sistema bancario, Bankitalia registra un peggioramento nella stretta del credito. «I prestiti bancari al settore privato non finanziario si sono ridotti di 38 miliardi nell'insieme del 2012». Le imprese le più colpite. Di chi la colpa? Da un lato c'è una minor domanda, «dall'altro il livello elevato dei prestiti deteriorati ha accresciuto i rischi per gli intermediari».

Quanto all'economia italiana, dice Visco, questa «attraversa ancora tempi difficili». Il «definitivo superamento della crisi» richiede «ulteriori, prolungati sforzi». Del resto i timori degli investitori «si sono oggi diradati rispetto ai momenti di maggiore tensione, ma non sono certo scomparsi. Saranno determinanti la qualità delle politiche economiche nazionali, il completamento della riforma della governance economica europea verso una piena unione monetaria, bancaria, di bilancio e, in prospettiva, politica». Avverte Visco: «L'Italia non deve abbassare la guardia».

 

 

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