marina berlusconi ernesto mauri

ERNESTO MAURI, AD DEL GRUPPO MONDADORI, REPLICA AL “FATTO” (ARTICOLO RIPRESO DA DAGOSPIA): “SIAMO UN’AZIENDA SANA CHE HA POTUTO INVESTIRE CIRCA 170 MILIONI SU RIZZOLI LIBRI E BANZAI MEDIA - IN ITALIA, NEI PRIMI 3 MESI DEL 2018 IL MERCATO È CALATO SIA A LIVELLO DIFFUSIONALE (-9,3%), SIA PUBBLICITARIO (-11%) - QUESTO È IL QUADRO NEGATIVO, NEL QUALE S’INSERISCE L’OPERAZIONE DI VENDITA DI ‘’TUSTYLE’’ E ‘’CONFIDENZE’’…”

IN RIFERIMENTO ALL’ARTICOLO PUBBLICATO IL 19 MAGGIO 2018 DAL TITOLO “Mondadori nel pantano: maxi-esuberi e cessioni”

 

Egregio direttore,

marina berlusconi ernesto mauri

il Fatto di sabato 19 maggio dedica al Gruppo Mondadori un articolo che lascia stupiti per le falsità e le strumentalizzazioni che contiene. Scrivere che la Mondadori ha ‘l’acqua alla gola’ non è esprimere una opinione, è semplicemente dire l’esatto contrario della verità.

 

Se l’autore avesse scaricato da internet i bilanci e avesse ritenuto, come parrebbe doveroso, di consultarli, avrebbe innanzitutto rilevato che il 2017 ha rappresentato per il Gruppo Mondadori un altro anno molto positivo, di consolidamento degli obiettivi raggiunti nel triennio precedente nel percorso di focalizzazione delle proprie strategie di business e di ulteriore miglioramento finanziario. Non a caso, tutte le nostre attività hanno chiuso l’esercizio scorso in utile, nonostante gli andamenti dei mercati in cui operiamo.

marina mondadori MARINA BERLUSCONI ERNESTO MAURI

 

Vale la pena, forse, anche per rispetto dei suoi lettori, citare qualche numero: ricavi a 1.268 milioni di euro, sostanzialmente stabili come nelle attese rispetto  al 2016; Ebitda adjusted (uno degli indicatori più importanti per valutare lo stato di salute di un’azienda) in crescita del 6,3% a 106 milioni di euro, ed è in miglioramento da 4 esercizi consecutivi, così come il cash flow ordinario; utile netto di oltre 30 milioni di euro, in crescita del 35%; indebitamento in calo molto significativo, di quasi il 30%, a 189 milioni di euro.

OSCAR NIEMEYER - SEDE DELLA MONDADORI A SEGRATE

 

LA PROTESTA DEI GIORNALISTI DELLA MONDADORI

Siamo un’azienda sana, e proprio grazie alla solidità economica raggiunta abbiamo potuto investire circa 170 milioni di euro su due obiettivi ideali per il nostro portafoglio di business, Rizzoli libri e Banzai Media, acquisita, quest’ultima, proprio per supportare lo sviluppo digitale dei nostri periodici.

 

Siamo un’azienda sana, ripeto, che da una parte guarda con estrema attenzione ad un ulteriore sviluppo nel settore dei libri (oggi, l’area Libri pesa per il 55% dei ricavi e il 70% dei margini, con risultati davvero lusinghieri) e che dall’altra si trova a gestire la crisi epocale in cui è precipitato il mercato dei periodici a livello mondiale.

LA PROTESTA DEI GIORNALISTI DELLA MONDADORI

 

I giornalisti del Fatto non possono non essersene accorti: una crisi di cui non si vede la fine, chiusure di testate, revisioni organizzative e di modelli di business. Qualcosa di assolutamente non immaginabile quando avevo la responsabilità di questo business in Mondadori all’epoca Tatò.

 

Solo in Italia, il mercato è calato del 50% (ripeto, del 50%!) dal 2013.

Non siamo rimasti fermi: abbiamo rinnovato e riposizionato tutti i magazine, rivisto tutte le linee dei costi operativi, ridefinito il portafoglio dei prodotti, lanciato nuove testate, abbiamo acquisito la joint venture con Gruner&Jahr, siamo diventati con Banzai Media il primo editore digitale italiano, mantenendo una leadership nel settore con oltre il 30% di quota di mercato.

 

SEDE MONDADORI SEGRATE

E come molti altri editori abbiamo anche utilizzato tutti gli strumenti a disposizione: dal ricollocamento di risorse provenienti da testate chiuse a risoluzioni incentivate, dai prepensionamenti alla solidarietà alla cassa integrazione, sempre con l’obiettivo di salvaguardare il più possibile l’attività e i livelli di occupazione.

 

LA PROTESTA DEI GIORNALISTI DELLA MONDADORI

Ma i trend attuali del mercato dei magazine sono ancora più pesanti rispetto alle stime di qualche mese fa.

In Italia, nei primi 3 mesi del 2018 il mercato è drasticamente, ulteriormente calato sia a livello diffusionale (-9,3%) - sia pubblicitario (-11%).

Questo è il quadro, palesemente negativo e chiaramente non interpretabile, nel quale s’inserisce l’operazione di vendita di Tustyle e Confidenze, testate che nonostante gli sforzi continuano a generare perdite. Scelta dolorosa, ma necessaria a fronte di alternative - chiusura e licenziamenti - che non vogliamo neanche prendere in considerazione.

Agiamo, ed agiremo, come sempre, con l’obiettivo di garantire la vita futura della nostra ultracentenaria azienda, mettendo in atto tutte le azioni per garantire crescita e sviluppo.

 

Ernesto Mauri

Amministratore delegato

Gruppo Mondadori

Ultimi Dagoreport

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…