guido barilla

L’ESPIAZIONE INFINITA DI BARILLA - IL GRUPPO ADERISCE A UN PROGETTO ANTIDISCRIMINAZIONE LGBT DELL'ONU - È L’ENNESIMA AZIONE RIPARATORIA MESSA IN ATTO DAL 2013, QUANDO GUIDO BARILLA HA “OSATO” DIRE: “NON FAREMO PUBBLICITÀ CON OMOSESSUALI PERCHÉ A NOI PIACE LA FAMIGLIA TRADIZIONALE. SE I GAY NON SONO D'ACCORDO, POSSONO SEMPRE MANGIARE LA PASTA DI UN'ALTRA MARCA” - E OGGI INVECE…

 

Adriano Scianca per “la Verità”

BARILLA

 

Quando si parla di lobby gay, c' è sempre chi grida all' omofobia e replica che no, non esistono gruppi di pressione lgbt, e se ci sono non fanno granché bene il proprio lavoro, dato che l'Italia ha avuto solo recentemente le unioni civili, ma non riconosce ancora «fondamentali diritti» come l'adozione per le coppie omosessuali e altre amenità.

 

Per rendersi conto della potenza di fuoco (metaforicamente parlando, per carità) del pensiero unico lgbt, bisogna però andarsi a studiare alcuni casi di scuola, come l' interminabile calvario di Barilla, destinata in eterno a essere più realista del re in fatto di omosessualità per espiare uno «scivolone», agli occhi dei gay, di qualche tempo fa.

 

guido barilla si scusa per le frasi sugli omosessuali

Ora, a forza di mosse penitenziali, la nota marca di pasta è riuscita a diventare la prima azienda italiana a supportare un' iniziativa dell' Onu per contrastare la discriminazione lgbt sul posto di lavoro. L' adesione all' iniziativa, promossa dall' Alto commissariato delle Nazioni unite per i diritti umani (Ohchr) è stata annunciata a fine gennaio a Davos, durante il Free and equal forum al 26° incontro annuale del World economic forum.

 

«Barilla è impegnata più che mai per creare un gruppo diversificato e inclusivo, che offra uguali opportunità ai suoi dipendenti e abbracci le differenze esistenti come una forza che tutti noi apportiamo al nostro modo di lavorare: buono per te, buono per il pianeta», ha dichiarato Kristen Anderson, dirigente dell' azienda che ha la qualifica che è tutto un programma: chief diversity officer.

 

guido barilla si scusa per le frasi sugli omosessuali

Lo standard di condotta per le imprese è già stato sottoscritto da 51 grandi gruppi internazionali, fra cui Google, Ikea, Microsoft e Vodafone e ha l' obiettivo di eliminare la discriminazione all' interno del posto di lavoro. In un mondo normale, ovviamente, eliminare le discriminazioni di genere in un' azienda sarebbe molto semplice: basterebbe trattare tutti allo stesso modo, senza riguardo al sesso o all' identità sessuale.

 

barilla pubblicita gay 101

Basterebbe, insomma, che l'azienda dicesse: «Sei gay? Sei etero? Non me ne frega nulla, basta che tu faccia bene il tuo lavoro». Il tutto senza bisogno di protocolli internazionali, standard fissati dall' Onu o appositi uffici preposti a vigilare sulla questione. Ma è ovvio che qui non si sta parlando di questo. Basti pensare che Barilla è finita a partecipare alle Pride parade di Milano e Chicago. Molta acqua, insomma, è passata sotto ai ponti da quel 25 settembre del 2013 in cui Guido Barilla, ai microfoni di Radio 24, spiegava: «Non faremo pubblicità con omosessuali perché a noi piace la famiglia tradizionale. Se i gay non sono d' accordo, possono sempre mangiare la pasta di un'altra marca».

coppia lesbo sul sito di barilla america

 

L'attacco concentrico e le minacce di boicottaggio causarono però una ritirata rovinosa e una resa totale al pensiero unico, secondo stilemi vagamente maoisti, come la pubblica umiliazione a cui Guido Barilla si dovette sottoporre, con un videomessaggio internazionale, diffuso sui canali social del marchio, sul sito e su Youtube, in cui il manager affermava: «È chiaro che ho molto da imparare sull' evoluzione della famiglia».

 

Guido Barilla

Una settimana dopo, Barilla incontrava i responsabili nazionali delle associazioni lgbt italiane per scusarsi e prender appunti sui percorsi di redenzione. A novembre 2013, neanche due mesi dopo lo scandalo, Barilla annunciava di voler cambiare la sua policy: «Diversità, inclusione e uguaglianza sono da tempo parte integrante della cultura, dei valori e del codice etico di Barilla», annunciava l'azienda.

 

Nasceva quindi il Diversity & Inclusion Board interno, i dipendenti venivano mandati a corsi sulla «diversità», la copertura sanitaria veniva estesa anche alle famiglie e ai parenti dei dipendenti transgender, fioccavano le donazioni a organizzazioni contro il «bullismo» e per le famiglie degli studenti gay.

barilla

 

Infine, veniva ingaggiato come consulente David Mixner, scrittore e attivista lgbt, che al Washington Post dichiarava: «È lo sforzo più completo per rimediare a una gaffe al quale abbia mai preso parte». Guido Barilla, dal canto suo, è tornato sulla vicenda praticamente in ogni sua intervista dal 2013 a oggi, a dimostrazione del fatto che il pentimento non finisce mai.

 

Nel frattempo, l'azienda ha ottenuto lusinghieri riscontri fra le Ong del ramo. Ha messo in bacheca, per esempio, un punteggio perfetto ottenuto dalla Human right campaign, un'importante associazione per i diritti degli omosessuali che stila ogni anno il Corporate equality index, una graduatoria basata sulle politiche di inclusione. Ma guai ad abbassare la guardia, l'ur-omofobia è come l'ur-fascismo di Umberto Eco: eterna.

BARILLA FAMIGLIA NORMALE Pietro Barilla e Figli

 

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