deprivazione alimentare poverta poveri piatto vuoto

ALLA FACCIA DEI PRESUNTI MIRACOLI DI CUI PARLA GIORGIA MELONI, GLI ITALIANI STANNO SEMPRE PEGGIO – IL RAPPORTO CHOC DEL CENTRO STUDI DI UNIMPRESA: 8 MILIONI E MEZZO DI PERSONE (IL 15% DELLA POPOLAZIONE) SONO A RISCHIO POVERTÀ. I DATI SULL’OCCUPAZIONE, DI CUI LA DUCETTA SI VANTA, VANNO “PESATI”: 6,6 MILIONI DI PERSONE SONO “WORKING POOR”, OVVERO LAVORATORI PRECARI E SOTTOPAGATI…

giorgia meloni alla conferenza programmatica di fdi a pescara 4

MELONI, SPREAD SCESO DI 100 PUNTI, CONTRO SOGNI DEI DETRATTORI

(ANSA) - "Anche gli osservatori più severi sono costretti a prendere atto della solidità della nostra economia, della serietà con la quale il governo sta gestendo i conti pubblici. Dall'insediamento del nostro governo a oggi lo spread che tanto piaceva a molti osservatori, a molti commentatori è sceso di oltre 100 punti base da 236 punti a 131 di ieri tanto perché doveva schizzare a 600 punti nei sogni diciamo così interessati e un po' antinazionali dei nostri detrattori…".Così Giorgia Meloni dal palco di Fdi a Pescara.

 

UNIMPRESA: IL 15% DELLA POPOLAZIONE A RISCHIO POVERTA', 8 MLN ITALIANI IN DISAGIO SOCIALE

poverta'

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Una fetta della popolazione vicina al 15% è a rischio povertà: sono, infatti, oltre 8 milioni e mezzo gli italiani che rientrano nell’area di disagio sociale e quindi vivono in una condizione economica fortemente precaria.

 

L’aumento del dato relativo al mercato del lavoro negli ultimi mesi non cancella le zone ad altissimo rischio, con quasi 2 milioni di disoccupati a cui vanno sommati 6,6 milioni di cosiddetti “working poor”. Senza dimenticare gli oltre 5 milioni di soggetti in povertà assoluta che portano il totale degli italiani in difficoltà parziale o estrema a quasi 14 milioni.

 

Emerge da un rapporto del Centro studi di UNIMPRESA, secondo il quale è comunque leggermente calata, l'anno scorso, la fetta di persone a rischio povertà, pari a 8 milioni e 440 mila in discesa di circa 28mila unità rispetto al 2022. «Ci concentriamo su questo fenomeno da quasi 10 anni.

 

GIANCARLO GIORGETTI E GIORGIA MELONI - DEF - VIGNETTA DI ELLEKAPPA

La vera sfida del governo, che comunque sta operando in maniera positiva, ancorché non pienamente soddisfacente, sta nell’arrivare a fine anno con questo numero, quello dell’area di disagio sociale, più contenuto rispetto all’attuale 8,5 milioni: serve una traiettoria nuova, un cambio di passo verso un orizzonte diverso.

 

È un obiettivo ambizioso, ma a nostro avviso raggiungibile. Si tratta di creare le condizioni affinché le imprese possano crescere, investire e creare nuova occupazione. La ricetta è semplice: meno burocrazia e meno tasse, con una quota consistente di incentivi per chi crea nuova, stabile occupazione. Il consiglio dei ministri in programma martedì è una occasione formidabile anche da questo punto di vista» commenta il presidente onorario di UNIMPRESA, Paolo Longobardi.

deprivazione alimentare 4

 

Secondo il rapporto del Centro studi di UNIMPRESA, che ha elaborato dati Istat, l’area di disagio sociale corrisponde al 14,4% della popolazione: si tratta di 8,5 milioni di persone sul totale di 59,1 milioni di cittadini italiani. Il fenomeno osservato da UNIMPRESA riguarda principalmente i disoccupati e i working poor ovvero lavoratori precari o sottopagati: in particolare, questo bacino, negli ultimi anni, ha alimentato la fetta di poveri assoluti: infatti, se i poveri, a partire dal 2005, sono più che raddoppiati, salendo da 2,4 milioni a 5,6 milioni, i "working poor" sono passati, negli ultimi anni, da 10,4 milioni a 8,5 milioni: un "saldo" negativo di 2,2 milioni che va letto come un passaggio da un'area a rischio alla povertà assoluta.

 

povertà

 «Mentre vanno definiti sostegni, misure emergenziali e misure per il reinserimento a livello occupazionale per i poveri, è dunque indispensabile evitare che la situazione degli occupati in difficoltà peggiori ancora di più» spiega Longobardi. I lavoratori a rischio povertà, a fine 2023, erano 8,5 milioni, in leggero calo 28mila unità rispetto all’anno precedente (-0,3%). I disoccupati, tra il 2022 e il 2023, sono rimasti sostanzialmente stabili, con una lieve variazione negativa: sono passati da 2 milioni e 27 mila a 1 milione e 947mila, in diminuzione di circa 80mila unità (-3,9%).

 

povertà

Tra i disoccupati, gli ex occupati sono passati da 1 milione e 129mila a 1milione e 55mila, in calo di circa 74mila unità (-6,6%); gli ex inattivi sono arrivati a quota 390mila in discesa di circa 3mila unità (-0,8%); coloro che sono senza esperienza di lavoro, infine, sono calati di 3mila unità (-0,6%), passando da 505mila a 502mila. Quanto ai “working poor” (precari e sottopagati), questa categoria è passata da 6 milioni e 551mila soggetti a 6 milioni e 603mila soggetti, con una crescita di 52mila unità (+0,8%).

 

poveri

 Tra gli occupati instabili o a basso reddito, i lavoratori con contratto a termine part time sono passati da 867mila a 920mila, in aumento di 53mila unità (+6,1%); gli addetti con contratto a termine e a tempo pieno sono calati, invece di 93mila (-4,4%) da 2 milioni e 114mila a 2 milioni e 21mila; i lavoratori con contratto a tempo indeterminato part time involontario rappresentano un’altra fascia cresciuta, con un aumento di 17mila unità (+0,6%) da 2 milioni e 638mila a 2 milioni e 655mila; i lavoratori con contratti di collaborazione sono aumentati di circa 2mila unità (+0,8%) da 248mila a 250mila; gli autonomi part time, infine, sono cresciuti di 73mila unità (+10,7%) da 684mila a 757mila.

 

poveri 2

«Quello dei poveri è un vero e proprio dramma e chi, come me, ogni giorno trascorre del tempo tra le persone, nei negozi e nei mercati si rende conto delle difficoltà delle persone. Chi ha impresa e dà lavoro: crea dignità ed è proprio questo aspetto che sta venendo a mancare. La perdita di lavoro o una retribuzione da fame rappresentano un elemento di vergogna per molti, in tanti hanno timore di chiedere un aiuto economico. Dobbiamo combattere proprio questo e il governo, se davvero vuole mantenere le promesse fatte fin qui, deve creare le condizioni per far lavorare al meglio le imprese. Noi non crediamo nei sussidi a tempo indeterminato e siamo convinti che i posti di lavoro possano nascere solo dalle imprese, adeguatamente sostenute in termini normativi e in termini fiscali» aggiunge il presidente onorario di Unimpresa.

iperopiapoveri 1

Ultimi Dagoreport

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…

giorgia meloni incontra george simion e mateusz morawiecki nella sede di fratelli d italia sergio mattarella frank walter steinmeier friedrich merz

DAGOREPORT –LA CAMALEONTE MELONI NON SI SMENTISCE MAI E CONTINUA A METTERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE: IERI HA INCONTRATO NELLA SEDE DI FDI IN VIA DELLA SCROFA L’EURO-SCETTICO E FILO-PUTINIANO, GEORGE SIMION, CHE DOMENICA POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO PRESIDENTE ROMENO. UN VERTICE CHE IN MOLTE CANCELLERIE EUROPEE È STATO VISTO COME UN’INGERENZA – SABATO, INVECE, LA DUCETTA DEI DUE MONDI INDOSSERÀ LA GRISAGLIA PER PROVARE A INTORTARE IL TEDESCO FRIEDRICH MERZ, A ROMA PER LA MESSA DI INIZIO DEL PONTIFICATO DI PAPA LEONE XIV, CHE E' GIÀ IRRITATO CON L’ITALIA PER LA POSIZIONE INCERTA SUL RIARMO EUROPEO E SULL’AZIONE DEI "VOLENTEROSI" A DIFESA DELL'UCRAINA - MENO MALE CHE A CURARE I RAPPORTI PER TENERE AGGANCIATA L'ITALIA A BRUXELLES E A BERLINO CI PENSANO MATTARELLA E IL SUO OMOLOGO STEINMEIER NELLA SPERANZA CHE LA MELONI COMPRENDA CHE IL SUO CAMALEONTICO EQUILIBRISMO E' ORMAI GIUNTO AL CAPOLINEA (TRUMP SE NE FOTTE DEL GOVERNO DI ROMA...)