
LO STREAMING IN SOCCORSO DELL’INDUSTRIA MUSICALE IN CRISI – LA FEDERAZIONE INDUSTRIA MUSICALE ITALIANA HA INTRODOTTO I NUOVI PARAMETRI PER IL CONTEGGIO DELLE VENDITE DI BRANI E ALBUM, INSERENDO ANCHE IL CONTEGGIO DEGLI STREAM PER CERTIFICARNE IL SUCCESSO – “UNA VENDITA DI ALBUM EQUIVALE A 130 ASCOLTI IN STREAMING DELLO STESSO, MENTRE PER I SINGOLI LA CONVERSIONE È UN DOWNLOAD UGUALE A 1.300. PARLIAMO ESCLUSIVAMENTE DI STREAMING PREMIUM, NON FREE” – CAMBIANO ANCHE LE REGOLE PER I SINGOLI: IL DISCO D'ORO PASSA DA 35.000 A 70.000 COPIE VENDUTE, MENTRE PER…
Paolo Ferrari per "la Stampa"
Si vendono ogni anno meno dischi ma la musica circola sempre di più. È come se il supporto ufficiale rimbalzasse contro un muro in cui, al contrario, la musica liquida penetra grazie allo streaming, infiltrandosi con agilità dentro i nostri telefoni, tablet, pc. Nelle nostre vite. Per quantificare la popolarità di un artista e la diffusione dei suoi brani e dei suoi ellepì occorrono dunque strumenti aggiornati.
Lo sa bene la F.I.M.I., Federazione Industria Musicale Italiana, che dal 1° gennaio ha varato nuovi parametri di conteggio inerenti ai singoli, proseguendo nel percorso inaugurato nel 2010, quando prese atto della necessità di diradare la nebbia che avvolgeva in passato il computo delle vendite effettive.
Enzo Mazza è l'amministratore delegato di F.I.M.I.: «In passato - spiega - le case discografiche attribuivano le certificazioni sulla base dei propri dati di vendita, senza regole precise. Dal 1° gennaio 2010 il nostro sistema di certificazione ufficiale, condiviso con l'agenzia Gfk, si basa sulle vendite effettive di brani e album al consumatore finale, garantendo trasparenza e uniformità al sistema di attribuzione degli award».
Da quel momento in poi sono ricomparsi in classifica anche successi senza età firmati, tra i tanti, da Queen, Lucio Battisti, Fabrizio De André o Bob Dylan. F.I.M.I. ha elaborato un meccanismo molto preciso per rendere omogenei gli ascolti in streaming, il download e l'acquisto del supporto fisico: «Sostanzialmente una vendita di album equivale a 130 ascolti in streaming dello stesso, mentre per i singoli la conversione è un download uguale a 1.300. Parliamo esclusivamente di streaming premium, non free».
Sanificata la foresta delle autocertificazioni, è tempo di andare oltre: «Dal 2022 cambiano i parametri per i singoli, proprio perché il mercato, grazie allo streaming, è in forte crescita. In pratica le soglie sono tornate ad aumentare, mentre in passato si erano abbassate per la contrazione delle vendite». In sintesi, si raddoppia: il disco d'oro per i singoli passa da 35.000 a 70.000 copie, quello di platino da 50.000 a 100.000.
Album e compilation restano invece a 25.000 e 50.000 copie. Dati significativi dell'egemonia del formato singolo nell'era dello zapping. In questo vortice di ascolti liquidi da ricondurre alla concretezza di copie vendute continua l'eroica battaglia del vinile, combattivo quanto il minuscolo villaggio di Asterix.
Il cd sembra ormai chiuso nella morsa formata da musica liquida e solchi sempre più curati per grammatura, confezione dell'oggetto, contributi extra spesso affidati alla grafica che, nel formato 7" o 12", senza contare la misura cult del 10", si esalta: «Il vinile continua la sua corsa. Nel solo primo semestre del 2021 ha generato ricavi per oltre 12,5 milioni di euro, con una crescita del 189% rispetto al 2020. A questo supporto è dedicata una classifica esclusiva, ma non è in previsione una certificazione su misura per il formato».
Intanto, le nuove soglie in vigore dal 1° gennaio promettono altri testacoda, come tanti ne abbiamo visti negli ultimi mesi, quando tra quelli attualissimi di Blanco, Achille Lauro, Rkomi o Massimo Pericolo hanno fatto capolino i dischi d'oro e di platino riconosciuti, tra gli altri, a Fabio Concato (Fiore di maggio, 1984), Loredana Bertè (Non sono una signora, 1982), Gianna Nannini (Bello e impossibile, 1986) o Eduardo De Crescenzo (Ancora, 1981).