
“L’OPERAZIONE MPS HA IL SAPORE DI UNA POLITICA INDUSTRIALE TRAVESTITA DA ATTIVITÀ DI MERCATO DEI CAPITALI” – IL “FINANCIAL TIMES”, CHE HA RIVELATO L’INDAGINE UE SULLA VENDITA DEL 15% DI MPS AL QUARTETTO CALTAGIRONE-DELFIN-BPM-ANIMA, DUBITA DELLA CORRETTEZZA DELL’OPERAZIONE: “I GOVERNI, IN GENERE, UTILIZZANO PIÙ LEAD BANK INDIPENDENTI PER EVITARE OGNI PERCEZIONE DI CONFLITTO D’INTERESSI. L’ITALIA NON L’HA FATTO” (AKROS, CHE HA GESTITO LA VENDITA, È CONTROLLATA DA BPM) – L’ORDINE DI UNICREDIT RIFIUTATO E IL COMMENTO DELL’ESPERTO CRAIG COBEN: “L’ITALIA HA OTTENUTO CIÒ CHE VOLEVA: UN PREZZO DI VENDITA CON PREMIO, ACQUIRENTI ALLINEATI E NESSUN INTRUSO SGRADITO. MA IL MODO IN CUI L’HA FATTO DIMOSTRA CHE ALCUNE PRIVATIZZAZIONI SONO PIÙ “PRIVATE” DI ALTRE...
Traduzione di un estratto dell'articolo di Craig Coben per il “Financial Times”
A volte un’operazione di mercato […] mette in luce i meccanismi del potere politico. La vendita da parte del governo italiano delle azioni di Monte dei Paschi di Siena, avvenuta a novembre e che ha fruttato 1,1 miliardi di euro, dimostra che se da un lato i governi europei vogliono ridurre la propria partecipazione nelle grandi banche, dall’altro sono molto meno propensi a rinunciare al controllo.
Il Financial Times ha riportato che la Commissione Europea sta indagando su alcune accuse (fermamente smentite dal lead manager Banca Akros) secondo cui importanti investitori istituzionali — tra cui UniCredit, BlackRock e il fondo sovrano norvegese Norges Bank Investment Management — sarebbero stati esclusi dall’offerta di MPS.
Giuseppe Castagna - PRIMA DELLA SCALA 2024
Quando hanno provato a inoltrare ordini, sarebbero stati informati che il libro ordini era già chiuso.
Qualunque sia la verità, l’intera tranche di azioni è stata allocata a quattro investitori italiani che, pur non agendo in concerto, sarebbero legati […] alla visione del governo di costruire un “terzo polo” nel sistema bancario nazionale, accanto a UniCredit e Intesa Sanpaolo.
Inizialmente, l’operazione ha seguito la procedura abituale. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze italiano ha invitato le banche a presentare offerte per vendere una partecipazione del 7%.
LUIGI LOVAGLIO MONTE DEI PASCHI DI SIENA
So di diverse banche che, intuendo un interesse strategico più ampio, hanno risposto con proposte molto aggressive, offrendo di collocare le azioni con sconti inferiori all’1% rispetto al mercato, un margine insolitamente ridotto per un’operazione di queste dimensioni.
Ma il governo ha nominato Akros, una piccola banca italiana controllata da Banco BPM, come unico bookrunner.
FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE MILLERI
Quella è stata la prima sorpresa. Le precedenti operazioni su MPS avevano coinvolto più lead bank, spesso internazionali; Akros non è una banca con cui, per quanto ne so, gli investitori internazionali lavorano regolarmente.
Un importante gestore di un fondo globale mi ha detto che all’epoca la sua istituzione non era neanche strutturata per operare con Akros.
La seconda sorpresa è arrivata con l’esecuzione. Invece di distribuire le azioni in modo ampio tra investitori istituzionali, Akros ha collocato l’intera offerta presso soli quattro gruppi italiani: la sua controllante Banco BPM, Anima Holding (allora posseduta al 22% da BPM, ora quasi al 90%), il costruttore Francesco Gaetano Caltagirone, e Delfin, la holding del defunto fondatore di Luxottica, Leonardo Del Vecchio.
giancarlo giorgetti giorgia meloni foto lapresse.
L’offerta è più che raddoppiata, passando dal 7 al 15%, e ha avuto un prezzo con un premio del 5% rispetto al mercato.
Il giorno dopo, il titolo è salito di oltre il 12%, tra speculazioni su un interesse strategico, il che suggerisce che […] un certo valore potrebbe essere stato lasciato sul tavolo.
Ho lavorato su centinaia di operazioni azionarie in Europa per oltre 25 anni, e operazioni di questo tipo seguono sempre uno schema preciso.
Le banche lead informano il mercato tramite agenzie stampa su eventuali aumenti di dimensione dell’offerta, forniscono nuove indicazioni di prezzo, concedono agli investitori del tempo (di solito almeno 30 minuti) per modificare i propri ordini, e avvisano in anticipo della chiusura del libro ordini.
Qualsiasi indagine dovrà stabilire se questi passaggi esecutivi siano stati rispettati e, in caso contrario, perché. Secondo quanto riportato, UniCredit avrebbe offerto di acquistare il 10% di MPS — un ordine di ancoraggio che probabilmente avrebbe incluso anche un premio strategico.
A differenza di gestori tradizionali come BlackRock o NBIM, l’interesse manifestato da UniCredit, se fosse stato comunicato ad Akros, avrebbe potuto influenzare sia la dinamica di prezzo che la logica strategica dell’operazione.
Akros nega categoricamente di aver mai ricevuto tale ordine. Il risultato del collocamento ha lasciato una base di investitori fortemente ristretta.
In un’operazione normale, questo ucciderebbe la tensione competitiva e deprimerebbe il prezzo. Ma questa non era un’operazione normale. […] Akros sostiene che il collocamento sia stato condotto in modo corretto e trasparente, in conformità con le regole e le prassi previste per operazioni di questo tipo.
Eppure c’è qualcosa di inquietante nel fatto che un bookrunner assegni così tante azioni alla propria casa madre. I governi, in genere, utilizzano più lead bank indipendenti nelle privatizzazioni, proprio per evitare ogni percezione di conflitto d’interessi. L’Italia non l’ha fatto, anche se lo aveva fatto nelle due precedenti vendite di azioni MPS.
Quando i governi europei cedono partecipazioni in banche, non cercano solo di massimizzare il ricavato della vendita.
Gestiscono anche la stabilità finanziaria, sostengono campioni nazionali e orientano settori strategici, spesso scavalcando i principi del libero mercato.
L’operazione MPS ha il sapore di una politica industriale travestita da attività di mercato dei capitali.
L’Italia ha ottenuto ciò che voleva: un prezzo di vendita con premio, acquirenti allineati e nessun intruso sgradito. Ma il modo in cui l’ha fatto dimostra che alcune privatizzazioni sono più “private” di altre.
Craig Coben è ex responsabile globale dei mercati azionari di Bank of America e ora managing director presso Seda Experts.
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