gentiloni bollore tim

GENTILONI COMMISSARIA BOLLORE’ – IL GOVERNO INVOCA IL “GOLDEN POWER” ANCHE SULLA RETE TIM, DOPO AVERLO GIA’ FATTO SU SPARKLE, CHE GESTISCE IL TRAFFICO DI DATI SENSIBILI – OBIETTIVO: CONVICERE I FRANCESI DI VIVENDI A SCORPORARE I TRALICCI E METTERLI SOTTO L’OMBRELLO DI CASSA DEPOSITI

 

Rosario Dimito per ‘Il Messaggero’

 

RETE TIM

Il governo blinda la rete di Tim esercitando i poteri speciali ex art 2 del decreto varato ad hoc. Come anticipato dal Messaggero di ieri, dopo il golden power su Sparkle e Telsy, il consiglio dei ministri ha anticipato i tempi con l'imposizione di prescrizioni che, assieme alle iniziative di Consob, Antitrust, Agcom, servono ad esercitare una moral suasion a favore dello scorporo dell'infrastruttura. Telecom in una nota spiega che le misure sono «in linea con la strategia di Tim e rispetto ad esse la società manifesta la propria condivisione ed il proprio impegno a conferma della volontà di continuare ad avere un dialogo franco e costruttivo con il Governo e le Autorità che permetta di coniugare gli interessi del Paese con quelli della libera attività d'impresa».

 

LA LETTERA A STRETTO GIRO

La notizia arriva come un fulmine a ciel sereno all'Argentario dove l'ad Amos Genish ha convocato tutta la prima linea e alcune seconde linee per definire il prossimo piano industriale. C'è un particolare, finora rimasto riservato, che è prodromico al blitz di ieri. Venerdì 27 ottobre, secondo quanto risulta al Messaggero, Palazzo Chigi ha chiesto all'Agcom elementi informativi sensibili sulla rete, da fornire a stretto giro di posta.

Ripetitore Tim

 

Questo nonostante una richiesta analoga fosse già stata inoltrata a metà ottobre da Carlo Calenda che aveva dato tempo un mese. La risposta dell'Authority a palazzo Chigi è arrivata martedì 31: il documento di una decina di pagine, molto tecnico spiegava il funzionamento della rete, le varie componenti sempre nella prospettiva della sicurezza e dell'integrità della stessa.

 

Il provvedimento governativo è, a una prima lettura molto generico, ma da quanto trapela dal governo, vuole mettere in sicurezza la rete dalle possibili differenti vedute strategiche di Vivendi che, operando in un settore diverso da quello delle tlc, potrebbe penalizzare lo sviluppo e la gestione della rete «con conseguente minaccia di grave pregiudizio degli interessi pubblici».

 

macron gentiloni

A seguito della istruttoria effettuata in base all'articolo 2 decreto sul golden power, che disciplina per l'appunto le reti, il Governo ha «valutato sussistente una minaccia di grave pregiudizio per gli interessi pubblici relativi alla sicurezza e al funzionamento delle reti e degli impianti e alla continuità degli approvvigionamenti» e ha quindi disposto l'esercizio dei poteri speciali mediante l'imposizione di specifiche prescrizioni e condizioni.

 

In particolare, sono previste prescrizioni e condizioni destinate all'adozione di adeguati piani di sviluppo, investimento e manutenzione sulle reti e sugli impianti, necessari ad assicurarne il funzionamento e l'integrità, a garantire la continuità della fornitura del servizio universale e a soddisfare i bisogni e le necessità di interesse generale nel medio e lungo termine.

bollore2

 

Proprio quest'ultima frase è quella che lascia più margini di azione al governo in quanto sarà necessario verificare sul campo come Palazzo Chigi intenderà declinare l'interesse generale: sicuramente, nella sua visione, una rete societarizzata spontaneamente da Tim, come auspicato da Calenda e corroborato dal parere dell'Agcom e dell'Antitrust, aiuterebbe ad avere interpretazioni più benevole anche nella definizione della multa che l'ex incumbent dovrebbe pagare per la ritardata notifica ai sensi del golden power e che potrebbe toccare i 300 milioni.

 

CARLO CALENDA1

La società della rete potrebbe poi garantire gli adeguati piani di investimento per il rispetto degli obiettivi dell'agenda digitale europea senza dover sottostare alla volontà di un azionista che potrebbe invece voler investire diversamente. Nel suo comunicato, Palazzo Chigi chiude con l'obbligo in capo a Tim di «comunicare preventivamente qualsiasi variazione e riorganizzazione degli assetti societari»: considerato che, a seguito dell'esercizio del golden power in base all'articolo 1 del decreto, il Governo ha imposto un funzionario indicato dai servizi segreti, questa ulteriore prescrizione riduce lo spazio di manovra all'ex incumbent. 

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO