merkel

ECCOLO, IL RIGORE TEDESCO: LA GERMANIA SALVA LE SUE BANCHE, L'ITALIA DEVE AMMAZZARE I RISPARMIATORI - BERLINO HA INVESTITO 197 MILIARDI DI DENARO PUBBLICO PER PUNTELLARE GLI ISTITUTI DEL PAESE, IL 7% DEL PIL. MA SE ROMA FA LA BAD BANK È UN AIUTO DI STATO

merkel schaeublemerkel schaeuble

Fabio Pavesi per ''Il Sole 24 Ore''

 

È uno dei paradossi più eclatanti della Germania Uber Alles. All’economia strutturalmente più forte dell’eurozona corrisponde uno dei sistemi bancari tra i più fragili , puntellato costantemente dalla mano pubblica che ha sorretto le proprie banche, dall’avvio della crisi nel 2008, con la bellezza di 197 miliardi di denaro pubblico, tra aumenti di capitale e titoli tossici rilevati dallo Stato federale o dai vari Land.

 

Una cifra che (sono dati della Commissione Ue) vale oltre il 7% del Pil tedesco. Se poi alle iniezioni di denaro pubblico si aggiungono le garanzie statali e le linee di liquidità offerte la cifra balza addirittura a 465 miliardi il 17% della ricchezza annua prodotta. Un’enormità che disvela la particolare struttura del sistema creditizio teutonico.

merkel schaeuble germania merkel schaeuble germania

 

Si pensi solo all’ultimo salvataggio in ordine di tempo. Quello che ha riguardato pochi mesi fa la Hsh Nordbank. L’istituto controllato dal Land dello Schleswig-Holstein e dal Comune di Amburgo ha avuto l’ennesimo aiutino pubblico sotto forma di 3 miliardi di nuove garanzie statali .

 

Tra la moltitudine frammentata delle centinaia di piccole, piccolissime Sparkasse, le casse di risparmio municipali e le grandi Landesbank, oltre un terzo del sistema del credito della più grande economia dell'Eurozona è di fatto in mano pubblica. E per buona parte è sottratto alla Vigilanza di Francoforte. Questo ha permesso una gestione della crisi bancaria, che in Germania è stata più acuta di quanto ci si poteva aspettare, sotto il segno della massima discrezionalità e spesso con tratti di grande opacità.

 

schaeuble merkel nel 1999schaeuble merkel nel 1999

Hsh non è un nome nuovo nel panorama delle banche pericolanti di Germania. L’istituto di Amburgo che è piombato in crisi già nel 2008 e ha avuto a disposizione linee di credito garantite per decine di miliardi, ha accumulato lo stesso, dall’inizio della crisi, 1,9 miliardi di perdite, pur avendo quasi dimezzato l’attivo. Il dimagrimento non è bastato a uscite dal baratro e ora il nuovo salvagente propedeutico a una vendita o una liquidazione. Una banca zombie tenuta in vita artificialmente. Hsh non è affatto un caso isolato. È l’epifenomeno, neanche il più macroscopico, della pesante gracilità del sistema del credito. Buona parte delle grandi Landesbank tedesche vive sorretto costantemente dalle casse regionali.

 

DRAGHI MERKELDRAGHI MERKEL

Come evidenzia con dovizia di particolari l’ultimo rapporto di R&S Mediobanca, le sei principali banche dei Land tedeschi hanno ricevuto dai soci (pubblici) nei lunghi anni post-crisi 25,3 miliardi tra aumenti di capitale e altre contribuzioni, una somma che vale il 65% dei patrimoni che le banche avevano all’inizio della Grande crisi. Non solo. Ma per fronteggiare la crisi di liquidità hanno beneficiato di garanzie sia statali che dei Land per 98 miliardi di euro. Un vero cordone sanitario steso attorno alle grandi banche regionali che non ha (altro paradosso) risolto definitivamente il nodo della solidità patrimoniale.

 

Nonostante le ricapitalizzazioni, infatti, il sistema delle Landesbank resta tuttora poco capitalizzato. Il capitale netto aggregato nel 2013, spiega ancora R&S Mediobanca, rappresentava il 4,5% dell'attivo di bilancio, rispetto al 5,4% medio delle principali banche europee, con una “leva” di 23, superiore di un' unità al moltiplicatore europeo, già di per sé il più elevato nel confronto internazionale. C’è stato, è vero, un miglioramento rispetto al 2007 quando il capitale era solo il 2,7% dei bilanci, ma ottenuto più con la riduzione degli attivi, scesi di oltre 400 miliardi che con le ricapitalizzazioni.

 

MERKEL RENZI ALL'EXPOMERKEL RENZI ALL'EXPO

Iniezioni di denaro (pubblico) necessarie a fronteggiare le perdite che solo nel biennio 2008-2009 sono ammontate a 14 miliardi di euro per le banche regionali. Se per le grandi Landesbank il panorama mostra tuttora gli antichi vizi pre-crisi, con bassi livelli di capitale nonostante le iniezioni pubbliche, crediti a rischio non contrastati e livelli di titoli tossici in portafoglio ancora ingenti, il quadro è ancora più preoccupante e sfuggente per le piccole Sparkasse.

 

La competenza della vigilanza sulle Sparkasse è in mano alla Bafin, la Consob tedesca, ed è sottratta completamente allo sguardo più occhiuto e meno compiacente della Bce. Non c'è di fatto un obbligo di contabilizzazione ufficiale dei crediti dubbi. Stando ad alcune stime le Sparkasse erogano prestiti per circa 1.700 miliardi di euro, quanto di fatto l'intero sistema bancario italiano. Se solo le Sparkasse avessero in pancia il livello medio di sofferenze dell'intero sistema bancario teutonico saremmo a circa 85 miliardi di euro di crediti malati.

 

RENZI PADOANRENZI PADOAN

Ma gli osservatori internazionali dall’Fmi (che chiede trasparenza nella contabilità delle banche municipali di Berlino) ad altri, temono che siano molti di più. Il fatto che non siano sottoposti alla Vigilanza bancaria europea permette classificazione dei prestiti malati a maglie assai larghe. Un sistema dove la trasparenza non è certo di casa. Ma se il sistema creditizio pubblico non brilla per solidità, che dire dei due colossi di Germania? Deutsche Bank è reduce da una perdita di 6 miliardi nel terzo trimestre: pesano oneri per i contenziosi giudiziari e avviamenti svalutati.

 

padoan dijsselbloem noonan sapinpadoan dijsselbloem noonan sapin

Sta di fatto che il gigante bancario è da tempo in forte frenata sul piano della redditività, ha sì aumentato il capitale ma ha tuttora in pancia titoli illiquidi valutati dalla stessa banca in 31miliardi, poco meno della metà dell'intero capitale. Un fardello che è stato limato dall’avvio della crisi ben poco e che resta un vulnus possibile per il futuro. Per non dire di Commerzbank. La banca si prepara solo ora al ritorno al dividendo, per la prima volta dal 2007, e dopo che, a partire dal 2008, ha avuto bisogno di due salvataggi con soldi pubblici per circa 18 miliardi e ha visto l’ingresso salvifico nel capitale del Governo tedesco. Verrebbe da dire: Che fortuna per le banche tedesche, essere tedesche.

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…