antonio tajani matteo salvini giorgia meloni andrea orcel unicredit

SUL GOLDEN POWER ALL’OPERAZIONE UNICREDIT-BPM SI CONSUMA L’ENNESIMO SCAZZO NEL GOVERNO – L’ESECUTIVO DÀ IL VIA LIBERA ALL’OPERAZIONE MA IMPONE DEI PALETTI RIGIDI A ORCEL. E FORZA ITALIA (DI “PROPRIETÀ” DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI, AZIONISTA DI BANCA MEDIOLANUM) FA METTERE A VERBALE “LE GROSSE RISERVE SULLA BASE GIURIDICA DEL GOLDEN POWER” – IL PUNTO PIÙ CRITICO È L’USCITA DALLA RUSSIA: UNICREDIT HA RIDOTTO QUASI A ZERO L’ATTIVITÀ A MOSCA, MA NON HA ANCORA VENDUTO LA SUA BANCA LOCALE, CHE È ISCRITTA A BILANCIO PER 2,8 MILIARDI DI EURO. UNA PERDITA INSOSTENIBILE E CHE POTREBBE INDURRE ANCHE A UN PASSO INDIETRO DALL’OPS SUL BANCO BPM

1. GOLDEN POWER DEL GOVERNO SU UNICREDIT PER BANCO BPM "DOVETE USCIRE DALLA RUSSIA"

Estratto dell’articolo di Fabrizio Goria per “La Stampa”

 

ANDREA ORCEL - FOTO LAPRESSE

C'è il via libera del governo all'operazione promossa da unicredit per conquistare il banco bpm. Ma ad alcune condizioni. A essere oggetto del Golden power sono le sedi, la cessione di sportelli e i livelli occupazionali.

 

Ma anche l'esposizione di Piazza Gae Aulenti in Russia, già ridotta del 94% e con l'intenzione di essere cancellata in toto entro fine anno, secondo il piano industriale della banca guidata da Andrea Orcel. […]

 

Il Consiglio dei ministri non ha posto il veto all'offerta di Unicredit su Bpm, ma ha posto paletti per delimitarne i confini. Prescrizioni, spiega una nota di Palazzo Chigi, «a tutela di interessi strategici per la sicurezza nazionale». Fra questi, la chiusura di ogni rapporto con la Federazione Russa.

 

antonio tajani, giorgia meloni e matteo salvini in senato foto lapresse

Non è stata positiva la reazione di Forza Italia. Secondo fonti del partito, la delegazione di FI ha fatto mettere «a verbale le grosse riserve sulla base giuridica del Golden power per l'ops di Unicredit su Bpm». In ogni caso, non cambia la data di partenza dell'operazione, che sarà varata il 28 aprile e si concluderà il 23 giugno.

 

La triplice partita che Unicredit sta giocando nel riassetto del sistema bancario italiano entra in una nuova fase. Con l'ok del governo all'offerta pubblica di scambio, del valore di 14 miliardi di euro, Unicredit spinge su Bpm. Fra dieci giorni ci sarà il via all'operazione, l'istituto di Orcel ha già reso noto di riservarsi il diritto di attendere fino al 30 giugno per decidere se rinunciare alle condizioni che a oggi le consentirebbero di ritirarsi.

 

unicredit 1

Il primo fronte è il consolidamento con la banca guidata da Giuseppe Castagna. Le prescrizioni dettate dalla disciplina del Golden power, secondo indiscrezioni, sono poche ma significative. Oltre alla protezione delle maestranze e dei presidi territoriali, c'è la questione Russia. […]  il governo, secondo quanto filtra, ha chiesto la chiusura di ogni rapporto con Mosca. Un processo che, tuttavia, era già previsto dal piano industriale di Orcel per la fine dell'anno in corso.

 

Quello che è certo è che il livello di complicazioni, dopo l'imposizione del Golden power, aumenta. Orcel deve fare i conti con la posizione, non certo amichevole, di Crédit Agricole, salita al 19,8% di Bpm con la conversione dei suoi derivati. Solo la mediazione diplomatica di Orcel potrà sciogliere i nodi più ostici.

 

UNICREDIT IN RUSSIA

Ma poi c'è il secondo versante per Orcel. Vale a dire, la mossa sulla tedesca Commerzbank. La banca con sede in Piazza Gae Aulenti a Milano ha una quota del 28%, di cui il 18,5% in strumenti derivati, e ha ottenuto l'autorizzazione da parte della Banca centrale europea (Bce) a salire fino al 29,9% del capitale della realtà condotta da Bettina Orlopp.

 

Il tema di Commerzbank è stato affrontato a livello governativo per il timore che, in caso di una futura aggregazione transfrontaliera, il nucleo operativo del gruppo possa spostarsi verso Berlino.

 

giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

Se è vero che la Bce è propensa a spingere per le operazioni di fusione e acquisizione in grado di rafforzare gli istituti europei in modo da competere con i colossi statunitensi e asiatici, è altrettanto vero che nel caso di Commerzbank e Unicredit si tratterebbe di un'operazione da portare a compimento con HypoVereinsbank, acquisita dall'italiana nel 2005.

 

[…]

 

2. TAJANI E GIORGETTI DIVISI SULLE ATTIVITÀ IN RUSSIA L’INTERVENTO DI MELONI

Estratto dell’articolo di Mario Sensini per il “Corriere della Sera”

 

SEDE DI BANCO BPM A PIAZZA MEDA - MILANO

[…] Tajani ha posto un problema politico non irrilevante. «Forza Italia è a favore del libero mercato e contro il dirigismo» ha detto il vicepremier, riferiscono i suoi, nel corso del confronto con la presidente del Consiglio e il ministro dell’Economia. Ed ha preteso che a verbale della decisone assunta ieri dal governo fosse comunque evidenziata una riserva della delegazione di Forza Italia nell’esecutivo. «I poteri speciali, il Golden power, entrano in gioco quando ci sono interessi strategici nazionali da difendere, che qui non sono evidenti», spiegano fonti del partito.

 

unicredit 2

Il provedimento viene dunque approvato, ma sulla politica del governo riguardo le banche, di fatto, c’è una nuova secca presa di distanza di Forza Italia. Lo stesso era accaduto con la tassa sugli extraprofitti degli istituti di credito di due anni fa, poi rientrata proprio per le pressioni di FI. La paternità della tassa extra sugli utili delle banche, allora, la prese direttamente Giorgia Meloni, cogliendo un po’ in contropiede anche l’Economia. Questa volta l’iniziativa parte da via XX settembre, ma ha trovato il consenso sostanziale di Palazzo Chigi, anche se Meloni nel pomeriggio di ieri avrebbe provato a tentare una mediazione. Agli atti resta, comunque, la «riserva formale sulla base giuridica» di Forza Italia.

 

3. UNICREDIT-BPM, GOVERNO SPACCATO FORZA ITALIA CRITICA IL GOLDEN POWER

Estratto dell’articolo di Giovanni Pons e Giuseppe Colombo per “la Repubblica”

 

ANDREA ORCEL - FOTO LAPRESSE

[…]  Quando il documento finisce nelle mani di Antonio Tajani, la contrarietà del leader di Forza Italia è netta. «Così non va», è il giudizio che consegna a Giorgia Meloni e Matteo Salvini durante un vertice a tre che precede il Cdm. Ma il leader della Lega tiene il punto: l’obiettivo, spiega, è tutelare i lavoratori delle filiali del Banco presenti in Lombardia e Veneto, territori prioritari per il Carroccio, oltre che in Piemonte.

 

La premier è in affanno. «Oggi abbiamo una bella grana», confida a un ministro. La palla passa al Consiglio dei ministri. Tajani parla a nome dei colleghi di FI: «Andiamo avanti — dice — ma a nome della delegazione di Forza Italia metto a verbale la nostra contrarietà ». I toni si accendono. Alcuni presenti alla riunione riferiscono che il vicepremier azzurro è arrivato a minacciare le dimissioni, ma le voci non trovano conferma nel partito, dove però si mettono in evidenza «grosse riserve sulla base giuridica del golden power».

 

UNICREDIT COMMERZBANK

In ogni caso, le divisioni nel governo impattano sulla decisione finale. Il testo viene ammorbidito nella parte dedicata alla Russia: la richiesta di lasciare il Paese «al più presto», come indicato nelle carte dei tecnici, lascia spazio a un termine di 9 mesi, entro gennaio dell’anno prossimo. Non cambiano, invece, le prescrizioni sulle filiali. I vincoli, spiegano fonti dell’esecutivo, riguarderebbero aggregazioni e chiusure: Unicredit verrebbe obbligata a non modificare il numero complessivo degli sportelli. In caso di eccessiva concentrazione, invece, toccherebbe all’Antitrust intervenire.

 

banco bpm

[…] Il team di legali di Unicredit analizzerà nei dettagli il dispositivo nel weekend. Il punto più critico sembra essere l’uscita dalla Russia dove Unicredit ha ridotto quasi a zero l’attività ma non ha ancora venduto la banca che è iscritta a bilancio per 2,8 miliardi di euro. Una perdita insostenibile e che potrebbe indurre anche a un passo indietro dall’Ops sul Banco Bpm.

GLI INTRECCI DELLA FINANZA ITALIANA

 

 

Ultimi Dagoreport

francesco gaetano caltagirone alberto nagel francesco milleri

DAGOREPORT - GONG! ALLE ORE 10 DI LUNEDÌ 16 GIUGNO SI APRE L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA; ALL’ORA DI PRANZO SAPREMO L’ESITO DELLA GUERRA DICHIARATA DAL GOVERNO MELONI PER ESPUGNARE IL POTERE ECONOMICO-FINANZIARIO DI MILANO - LO SCONTRO SI DECIDERÀ SUL FILO DI UNO ZERO VIRGOLA - I SUDORI FREDDI DI CALTARICCONE DI FINIRE CON IL CULO A TERRA NON TROVANDO PIÙ A SOSTENERLO LA SEDIA DI MILLERI SAREBBERO FINITI – L’ATTIVISMO GIORGETTI, DALL’ALTO DELL’11% CHE IL MEF POSSIEDE DI MPS – L’INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO SU UNA PRESUNTA CONVERGENZA DI INTERESSI TRA MILLERI E CALTAGIRONE, SOCI DI MEDIOBANCA, MPS E DI GENERALI - ALTRO GIALLO SUL PACCHETTO DI AZIONI MEDIOBANCA (2%?) CHE AVREBBE IN TASCA UNICREDIT: NEL CASO CHE SIA VERO, ORCEL FARÀ FELICE LA MILANO DI MEDIOBANCA O LA ROMA DI CALTA-MELONI? AH, SAPERLO….

iran israele attacco netanyahu trump khamenei

DAGOREPORT - STANOTTE L'IRAN ATTACCHERÀ ISRAELE: RISCHIO DI GUERRA TOTALE - È ATTESO UN VIOLENTISSIMO ATTACCO MISSILISTICO CON DRONI, RISPOSTA DI TEHERAN ALL'"OPERAZIONE LEONE NASCENTE" DI NETANYAHU, CHE QUESTA MATTINA HA COLPITO IL PRINCIPALE IMPIANTO DI ARRICCHIMENTO IRANIANO, UCCIDENDO L'INTERO COMANDO DELL'ESERCITO E DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE. LA MAGGIOR PARTE DI LORO È STATA FATTA FUORI NELLE PROPRIE CASE GRAZIE AI DRONI DECOLLATI DALLE QUATTRO BASI SOTTO COPERTURA DEL MOSSAD A TEHERAN - ISRAELE HA DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA: GLI OSPEDALI SPOSTANO LE OPERAZIONI IN STRUTTURE SOTTERRANEE FORTIFICATE - TRUMP HA AVVERTITO OGGI L'IRAN DI ACCETTARE UN ACCORDO SUL NUCLEARE "PRIMA CHE NON RIMANGA NULLA", SUGGERENDO CHE I PROSSIMI ATTACCHI DI ISRAELE CONTRO IL PAESE POTREBBERO ESSERE "ANCORA PIÙ BRUTALI" - VIDEO

lauren sanchez jeff bezos venezia

FLASH! – I VENEZIANI HANNO LA DIGA DEL MOSE PURE NEL CERVELLO? IL MATRIMONIO DI JEFF BEZOS È UNA FESTICCIOLA PER 250 INVITATI DISTRIBUITI TRA QUATTRO HOTEL: GRITTI, AMAN, CIPRIANI E DANIELI - NIENTE CHE LA SERENISSIMA NON POSSA SERENAMENTE SOSTENERE, E NULLA A CHE VEDERE CON LE NOZZE MONSTRE DELL'INDIANO AMBANI, CHE BLOCCARONO MEZZA ITALIA SOLO PER IL PRE-TOUR MATRIMONIALE – DITE AI MANIFESTANTI IN CORTEO "VENEZIA NON E' IN VENDITA" CHE I 10 MILIONI DI EURO SPESI DA MR.AMAZON SI RIVERSERANNO A CASCATA SU RISTORATORI, COMMERCIANTI, ALBERGATORI, GONDOLIERI E PUSHER DELLA CITTÀ…

tajani urso vattani peronaci azzoni antonio adolfo mario marco alessandro

DAGOREPORT - MAI SUCCESSO CHE LA LISTA DEI NUOVI AMBASCIATORI, SCODELLATA DA TAJANI, VENISSE SOSPESA PER L’OPPOSIZIONE DI UN MINISTRO (URSO) IRATO PERCHÉ IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO È FINITO A NAIROBI ANZICHÉ A BUCAREST - DAL CDM SONO USCITI SOLO GLI AMBASCIATORI STRETTAMENTE URGENTI. ALLA NATO SBARCA AZZONI, MENTRE PERONACI VOLA A WASHINGTON. E’ LA PRIMA VOLTA CHE LA PIÙ IMPORTANTE SEDE DIPLOMATICA VIENE OCCUPATA DA UN MINISTRO PLENIPOTENZIARIO ANZICHÉ DA UN AMBASCIATORE DI GRADO (FRA DUE ANNI È GIA’ PRONTO IL FIDO CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI LADY GIORGIA, FABRIZIO SAGGIO) – IL MALDESTRO MARIO VATTANI IN GIAPPONE, ANCHE SE ERA WASHINGTON LA SCELTA IDEALE DELLA FIAMMA MAGICA (MATTARELLA AVREBBE SBARRATO IL PASSO) – LA LISTA DI TUTTI GLI AMBASCIATORI SOSPESI….

giorgia meloni antonio tajani matteo salvini giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - A SINISTRA SI LITIGA MA A DESTRA VOLANO GLI STRACCI! - LA MAGGIORANZA SI SPACCA SU ROTTAMAZIONE E TAGLIO ALL'IRPEF - GIORGIA MELONI DAVANTI AI COMMERCIALISTI PARLA DI SFORBICIATA AL CUNEO E LODA MAURIZIO LEO, "DIMENTICANDOSI" DI GIORGETTI. CHE ALZA I TACCHI E SE NE VA SENZA PARLARE - LA LEGA PRETENDE UN'ALTRA ROTTAMAZIONE, FORZA ITALIA E FDI CHIEDONO PRIMA DI TAGLIARE LE TASSE AL CETO MEDIO - PECCATO CHE I SOLDI PER ENTRAMBI I PROVVEDIMENTI, NON CI SIANO - LA LISTA DEGLI SCAZZI SI ALLUNGA: RISIKO BANCARIO, CITTADINANZA, POLITICA ESTERA, FISCO E TERZO MANDATO - VANNACCI METTE NEL MIRINO I GOVERNATORI LEGHISTI ZAIA E FEDRIGA CON UNA SPARATA, A TREVISO, CONTRO IL TERZO MANDATO: IL GENERALE, NOMINATO VICESEGRETARIO DA SALVINI, È LA MINA CHE PUÒ FAR SALTARE IN ARIA LA FRAGILE TREGUA NEL CARROCCIO (E DUNQUE NEL CENTRODESTRA)

ignazio la russa giorgia meloin zaia fedriga salvini fontana

DAGOREPORT - MEGLIO UN VENETO OGGI O UNA LOMBARDIA DOMANI? È IL DILEMMA SPECULARE DI GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI – L’APERTURA SUL TERZO MANDATO DEL NASUTO DONZELLI È UN RAMOSCELLO D’ULIVO LANCIATO VERSO IL CARROCCIO (ANCHE PER DESTABILIZZARE IL CAMPO LARGO IN CAMPANIA) - MA ALLA PROPOSTA S’È SUBITO OPPOSTO IL GENERALE VANNACCI – L’EX TRUCE DEL PAPEETE, CHE HA CAPITO DI NON POTER GOVERNARE TUTTO IL NORD CON L'8%, È DISPOSTO A CEDERE IL PIRELLONE A FRATELLI D'ITALIA (SI VOTA TRA TRE ANNI), MA LA SORA GIORGIA RIFLETTE: SOTTO LA MADUNINA COMANDA LA RUSSA, E SAREBBE DIFFICILE SCALZARE LA SUA PERVASIVA RETE DI RELAZIONI – I MALIGNI MORMORANO: VANNACCI AGISCE COME GUASTATORE PER CONTO DI SALVINI, PER SABOTARE IL TERZO MANDATO, O PARLA PER SE'?