1- SUCCULENTE PROVVIGIONI PER LA GOLDMAN SACHS, ADVISOR DELLA CASSA DEPOSITI E PRESTITI CHE PER 3,5 MILIARDI RILEVERÀ LA QUOTA DI SNAM DALLE MANI DELL’ENI. È SOLO UN PRIMO PASSO ED È UNA PICCOLA COSA RISPETTO ALL’EPOCA AUREA DELLE PRIVATIZZAZIONI CHE FURONO DECISE NEL ’92 NEL FAMOSO INCONTRO SUL PANFILO BRITANNIA TRA DRAGHI, GRILLI E I GRANDI BANCHIERI AMERICANI. MA È QUANTO BASTA PER DARE A MONTI, CHE ARRIVA SABATO A WASHINGTON, UN CALOROSO BENVENUTO 2- ABRAMO-BAZOLI VUOLE DIMOSTRARE CHE ALMENO PER QUANTO RIGUARDA L’ABI (MUSSARI) E RCS (IL MANAGER CHE SOSTITUIRA’ PERRICONE) HA ANCORA QUALCOSA DA DIRE 3- SEMBRA CHE SIA PRIMA CHE DOPO L’ASSEMBLEA FINMECCANICA ORSI E PANSA SI SIANO SCAMBIATI COLPI E GINOCCHIATE SOTTO LA CINTOLA DA LASCIARE TRAMORTITI 4- DOPO LE PRIME SETTIMANE DI ATTIVITA’, COME VANNO I TRENINI DI MONTEZEMOLO?

1- GOLDMAN MONTI
Oltre alla valigia con l'abito scuro e un paio di cravatte azzurre, Monti si sta preparando per il volo di domani che lo porterà a Washington per la riunione del G8 che si apre sabato.

L'incontro dei capi di Stato avverrà a Camp David, una delle residenze dei presidenti americani che fu costruita nel 1942 da Roosevelt e battezzata con questo nome nel 1953 da Eisenhower in onore del nipote.

La trasferta si preannuncia molto delicata per lo scenario che tormenta l'economia Usa e quella del Vecchio Continente, ma il Professore di Varese si è molto ringalluzzito dopo la telefonata di ieri di Obama che gli ha chiesto di aprire i lavori della prima sessione con un intervento sul tema "Economic Global & Issues". A renderlo fiducioso sono le voci degli analisti politici che dopo aver buttato nel cestino l'idea di un asse Roma-Berlino stanno caricando sulle spalle di Monti l'immagine di un grande mediatore tra i due continenti.

Come al solito si tratta di ipotesi esagerate, ma è indubbio che gli ambienti americani sembrano aver messo da parte quell'astio che si era manifestato a marzo sul "Wall Street Journal" quando il rigorismo di SuperMario fu paragonato a quello della Thatcher. In quell'occasione il premier si sentì piccato e a stretto giro di ore rispose che le sue riforme erano efficaci.

Il clima quindi sembra più sereno e a dare conforto è la pagella della delegazione del Fondo Monetario che ieri è venuta a Roma e ha sottolineato "i rimarchevoli progressi del Governo". In realtà nel documento dei rappresentanti del Fondo tra i quali spiccava per la capigliatura cotonata Arrigo Sadun, uno dei direttori esecutivi della Lagarde, ci sono anche rimproveri abbastanza espliciti sull'eccesso di tassazione e un richiamo a imboccare in maniera più decisa la strada delle riforme sul lavoro, le professioni e le privatizzazioni.

Su quest'ultimo tema, le privatizzazioni, in America c'è chi aspetta al varco Monti e la delegazione italiana perché nei circoli d'Oltreoceano si ritiene che sia giunto il momento per il "Tecnico" di Palazzo Chigi di dimostrare la sua riconoscenza verso gli ambienti che lo hanno appoggiato sia prima che dopo la sua nomina a premier.

In qualsiasi parte del globo la politica è fatta di ideali, trame e baratti. Questi ultimi sono un ingrediente fondamentale nella logica del potere, soprattutto di quei poteri forti che non danno niente per niente e al momento buono presentano le cambiali da pagare. Tra gli ambienti che si aspettano da Monti qualche gesto concreto di buona volontà c'è sicuramente Goldman Sachs, la potente merchant bank americana nella quale il Professore ha lavorato a partire dal 2005, e che ha ingaggiato personaggi come Mario Draghi, Romano Prodi, Massimo Tononi e per ultimo il Maggiordomo di Sua Santità, Gianni Letta.

Anche nei confronti di Goldman Sachs Monti non arriva a mani vuote ed è pronto a mettere sul tavolo il valore di un'operazione che è maturata nelle ultime 24 ore. Sembra infatti che la merchant bank americana avrà un ruolo protagonista nella vicenda che riguarda l'acquisizione del 30% di Snam da parte della Cassa Depositi e Prestiti. A rivelarlo è un articolo che appare oggi sul "Messaggero" a firma di Rosario Dimito nel quale si legge che la Goldman Sachs sarà l'advisor al quale toccherà il compito di pilotare l'intervento della Cassa che per 3,5 miliardi rileverà la quota di Snam dalle mani dell'Eni.

La decisione è stata presa ieri tra i banchieri di Goldman Sachs e i vertici della Cassa e stamane è in programma un nuovo incontro per approfondire le modalità di acquisizione.

Sul significato di questa operazione ci sono pareri contrastanti; da una parte esulta Franco Bassanini, il politico milanese (membro della Fondazione Italia Usa) che dal 2008 presiede la Cassa, formidabile polmone che raccoglie 260 miliardi attraverso Poste Italiane. E accanto a lui esprime grande entusiasmo Giovanni Gorno Tempini, l'ex-ufficiale dei Carabinieri che dal maggio di due anni fa è amministratore delegato della Cassa Depositi e Prestiti.

In un'intervista al "Corriere della Sera" Gorno Tempini che ha iniziato la sua carriera in JP Morgan nel 1987, smonta l'obiezione formulata dal giornalista-guru Mucchetti che forse i 3,5 miliardi di euro per diventare azionista di Snam sarebbe stato meglio destinarli alle imprese, e gira alla larga quando l'intervistatore insinua che queste operazioni servono alle banche in caccia di commissioni.

Resta il fatto che dopo mesi di attesa e di proclami inconcludenti Goldman Sachs trova finalmente il modo di infilarsi in un'operazione da 3,5 miliardi che le porterà succulente provvigioni. È solo un primo passo ed è una piccola cosa rispetto all'epoca aurea delle privatizzazioni che furono decise nel '92 nel famoso incontro sul panfilo Britannia tra Draghi, Grilli e i grandi banchieri americani.

È quanto basta per dare a Monti, che arriva sabato a Washington, un caloroso benvenuto.


2- ABRAMO-BAZOLI VUOLE DIMOSTRARE CHE ALMENO PER QUANTO RIGUARDA L'ABI E RCS HA ANCORA QUALCOSA DA DIRE
Se incontrate Peppiniello Mussari, l'ex-presidente di MontePaschi abbiate il buongusto di non fargli domande sulla riunione che si è tenuta ieri all'Abi per riconfermarlo nella carica di presidente dei banchieri italiani.

Il Comitato esecutivo nel quale sono rappresentati i più grandi istituti ha deciso di rinviare la riconferma dell'avvocato calabrese al 20 giugno, data entro la quale si potrà saperne di più sulle vicende giudiziarie che ruotano intorno alla banca di Siena.

Finora Mussari non risulta tra gli indagati, ma la perquisizione dentro la sua casa e il suo ufficio devono aver impressionato i cinque saggi che avevano il compito di portare sul tavolo del Comitato esecutivo la proposta di rinnovare l'incarico al vertice dell'Abi.

Tra i saggi c'era anche Abramo-Bazoli, l'80enne presidente di IntesaSanPaolo che quando sente parlare di etica vibra come le corde di un violino. Al termine della riunione il banchiere bresciano ha subito smentito che la fumata nera sia stata provocata dalle vicende del MontePaschi, ma da una vecchia volpe democristiana come Bazoli non poteva arrivare una risposta diversa.

In realtà sulla testa di Peppiniello, sfoltita da un recente taglio di capelli, pende il polverone che ha destabilizzato la banca dove ha dovuto lasciare la poltrona ad Alessandro Profumo, e fino a quando la magistratura non avrà portato a termine le sue indagini, l'avvocato di Catanzaro dovrà mettersi l'anima in pace. Per dimostrare che comunque sa fare la sua parte a difesa delle banche ieri Mussari ha attaccato di petto le agenzie di rating che hanno bocciato i maggiori istituti e con una serie di interviste radiofoniche e televisive è intervenuto sulla crisi della Grecia per dire che non bisogna avere nessun timore per l'euro se il Partenone dovesse crollare.

Questo zelo impetuoso dimostra quanto Peppiniello tenga alla carica al vertice dell'Abi, e l'intera vicenda fa venire alla luce l'attivismo dell'anziano Bazoli e dopo aver metabolizzato l'arrivo dell'assicuratore tedesco Cucchiani al posto di Corradino Passera, non sembra mollare la presa sui dossier politicamente interessanti.

In questo senso va interpretata anche la sua uscita a proposito della nomina del manager che dovrà sostituire Antonello Perricone al vertice del Gruppo editoriale Rcs. Anche qui si assiste a una sceneggiata penosa con i cacciatori di teste che non sono riusciti finora a trovare nella foresta delle competenze un uomo in grado di sostituire in Rcs l'amico di Luchino di Montezemolo.

Insomma: che si tratti di Confindustria, piuttosto che di Abi oppure di Rcs, c'è una ritualità che si ripete in maniera quasi grottesca nei tentativi di trovare gli uomini giusti per il posto giusto. È una sceneggiata napoletana perché tutti sanno che alla fine la scelta avviene dietro le quinte dove ancora si agitano i brandelli dei cosiddetti poteri forti.

E Abramo-Bazoli vuole dimostrare che almeno per quanto riguarda l'Abi e Rcs ha ancora qualcosa da dire.


3- TRA ORSI E PANSA COLPI E GINOCCHIATE SOTTO LA CINTOLA
Gli uscieri di piazza Monte Grappa sono pronti a confermare che quella di ieri per Finmeccanica non è stata un'Assemblea, ma un incontro di pugilato.

E poiché sono persone oneste che dalle porte a vetri hanno visto passare tanti disonesti, ammettono con franchezza che il primo round è stato vinto da Giuseppe Orsi. Alla vigilia erano corse voci insistenti su un drastico ridimensionamento delle deleghe del manager piacentino in favore del direttore generale Alessandro Pansa. Così non è stato, ma al di là della versione entusiasta che ieri sera hanno dato ai giornali gli uomini della comunicazione guidati da Carlo Maria Fenu e dal mite Marco Forlani, lo spettacolo visto dagli azionisti nel corso dell'Assemblea è una rappresentazione parziale di ciò che è avvenuto dietro le quinte.

Sembra infatti che sia prima che dopo lo svolgimento dei lavori i due manager Orsi e Pansa si siano scambiati colpi e ginocchiate sotto la cintola da lasciare tramortiti. Non a caso l'Assemblea è iniziata con 20 minuti di ritardo e il comunicato stampa è uscito intorno alle 21,30 appena in tempo per finire nelle mani dei giornalisti ai quali ieri è stata negata la tradizionale conferenza stampa.

C'è poi da notare che il documento allegato al bilancio e distribuito agli azionisti presenti, dedica 15 pagine alle vicende dell'epoca Guarguaglini, poche righe al "caso" del consigliere Bonferroni indagato per una tangente all'Udc, e rapidi cenni al polverone che ha chiamato in causa Orsi. Dall'insieme di queste notizie si capisce che per il momento il Tesoro ha preferito non affondare il coltello nella pancia di Finmeccanica lasciando che i due contendenti incrociassero i guanti nella limatura delle deleghe che, come recitava ieri sera una nota dell'agenzia Radiocor, "Orsi potrà autonomamente decidere per affidare ulteriori compiti a Pansa".

Non c'è da pensare tuttavia che il Tesoro guidato dal pallido Vittorio Grilli sia rimasto ai bordi del ring. A questo proposito basta leggere ciò che ha detto il suo rappresentante nel corso dell'Assemblea quando ha sottolineato "l'opportunità che il management prenda tutte le azioni per la ristrutturazione dei settori in crisi, la riduzione dell'indebitamento e il recupero della redditività". Sono parole pesanti che riportano lo scontro tra le due anime di Finmeccanica sul terreno della politica industriale. Ed è qui che si giocherà il futuro di Orsi, vincitore del primo round.

Il gong per chiudere il match potrà suonare soltanto quando le procure di Napoli, Roma e Milano avranno concluso il loro lavoro.


4- DOPO LE PRIME SETTIMANE DI ATTIVITA', COME VANNO I TRENINI DI MONTEZEMOLO?
Avviso ai naviganti: "Si avvisano i signori naviganti che dal quartier generale di Ntv, la società di Luchino di Montezemolo per l'alta velocità, non escono notizie precise sulle prime settimane di attività.

Secondo alcune indiscrezioni il fattore di riempimento (load factor) dei treni "Italo" si aggira intorno al 40%, ma ciò che crea più inquietudine tra l'amministratore delegato Sciarrone e il direttore generale Cannatelli è la presenza ancora troppo modesta dei passeggeri del segmento business. Dentro la società si stanno studiando le formule per attirare la clientela più facoltosa anche se non si rinuncia alla politica dei biglietti a basso costo per le famiglie".

 

 

MARIO MONTI E BARACK OBAMA LA SEDE DI GOLDMAN SACHS A NEW YORK jpegMARIO DRAGHI ALLA BCE ROMANO PRODI gianniletta MASSIMO TONONIGORNO TEMPINI BAZOLIGIUSEPPE MUSSARI Enrico Cucchiani Antonello Perricone ORSIAlessandro PansaFRANCO BONFERRONIVITTORIO GRILLI MONTEZEMOLO DENTRO AL TRENO ITALO

Ultimi Dagoreport

pippo baudo senato

SI E' SPENTO A 89 ANNI IL MITOLOGICO PIPPO BAUDO - L’UOMO CHE HA SCOPERTO TUTTI (PER PRIMO SE STESSO), DEMOCRISTIANO DI FERRO, HA ATTRAVERSATO CRISI DI GOVERNO E CAMBIAMENTI IN RAI E VANTA IL RECORD DEI FESTIVAL DI SANREMO CONDOTTI (13) – QUANDO SFIORÒ LA CRISI INTERNAZIONALE, NEL 1986, PER LO SKETCH DEL TRIO SOLENGHI-MARCHESINI-LOPEZ SULL'AYATOLLAH KHOMEINI. E QUANDO LANCIÒ BEPPE GRILLO CHE PRONUNCIÒ LA CELEBRE BATTUTA SU BETTINO CRAXI: "SE IN CINA SONO TUTTI SOCIALISTI, A CHI RUBANO?" (VIDEO) - "LO SHOWMAN DELLA TRADIZIONE, IL SUPERCONDUTTORE, L’ORGANIZZATORE DI UN INTRATTENIMENTO SEMPRE SINTONIZZATO SUL PENULTIMO PARADIGMA DEL CONSENSO POPOLARE, SENZA SQUILLI REAZIONARI E SENZA STRILLI AVANGUARDISTICI: CLASSI MEDIE, PUBBLICO MEDIO, SENSIBILITÀ MEDIA. PERCHÉ BAUDO È IL CENTRO. CULTURALE, POLITICO, SOCIALE" (EDMONDO BERSELLI)

putin trump

DAGOREPORT - IL FATTO CHE PUTIN SIA RITORNATO A MOSCA CON L’ALLORO DEL VINCITORE, LA DICE LUNGA DI COME SIA ANDATO L’INCONTRO CON TRUMP. DEL RESTO, COME PUOI CONFRONTARTI CON GLI ESPERTI DIPLOMATICI RUSSI (SERGEI LAVROV E YURI USHAKOV), AFFIANCATO DA UN SEGRETARIO DI STATO COME MARCO RUBIO, NOTORIAMENTE A DIGIUNO DI GEOPOLITICA, E DA UN VENDITORE DI APPARTAMENTI COME STEVE WITKOFF? – PUTIN, SORNIONE, HA CERCATO DI CONVINCERE TRUMP DI TAGLIARE I LACCI E LACCIUOLI CON I LEADER EUROPEI - MISSIONE NON OSTICA VISTO I “VAFFA” ALLA UE, ULTIMO DEI QUALI LA GUERRA DEI DAZI - TRA VARI MOTIVI CHE MANTENGONO ACCESO UN INTERESSE DI TRUMP CON L’EUROPA, FA CAPOLINO L’EGO-SMANIA DI ESSERE INCORONATO, COME OBAMA, CON IL NOBEL DELLA PACE. ONORIFICENZA CHE VIENE PRESA A STOCCOLMA E NON A MAR-A-LAGO - E ADESSO COSA POTRÀ SUCCEDERE LUNEDÌ PROSSIMO NELLA SALA OVALE DOVE È ATTESO L’INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY? LA PAURA CHE IL LEADER UCRAINO SI PRENDA UN’ALTRA DOSE DI SCHIAFFI E SBERLEFFI DAL TROMBONE A STELLE E STRISCE INCOLPANDOLO DI ESSERE IL RESPONSABILE DEL FALLIMENTO DELLA SUA TRATTATIVA CON MOSCA, HA SPINTO MACRON A CONVOCARE I ''VOLENTEROSI'' -OBIETTIVO: PREPARARE ZELENSKY AL SECONDO ROUND CON IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA...

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....