adolfo urso giorgia meloni emmanuel macron piazza affari milano

IL GOVERNO DUCIONI VUOLE APPROFITTARE DELLA PROTESTA DEI LAVORATORI DI PIAZZA AFFARI PER RIFILARE UN BEL DITO MEDIO A MACRON – I DIPENDENTI ITALIANI DI “EURONEXT”, CHE DAL 2020 POSSIEDE LA BORSA ITALIANA, PROTESTANO CONTRO STRAORDINARI E AUMENTI MAI ARRIVATI. E IL GOVERNO PIÙ ANTI-FRANCESE A MEMORIA D’UOMO SUBITO SI INFILA NELLA POLEMICA: IL MINISTRO ADOLFO URSO LI HA CONVOCATI COME SI TRATTASSE DI UNA CRISI INDUSTRIALE QUALUNQUE (INVECE, IL GRUPPO HA RICAVI E UTILI IN CRESCITA)

Estratto dell’articolo di Andrea Greco per “la Repubblica – Affari & Finanza”

 

piazza affari 10

Il primo sciopero nella storia bicentenaria della Borsa italiana va letto come un conio a due facce. La più vistosa è quella “politica”, che ammanta di nazionalismo il dossier, e si preparava dall’ottobre 2020 – quando la City di Londra cedette per 4,3 miliardi Piazza Affari alla francese Euronext – e ora si consuma.

 

I rapporti di cuginanza dei due Paesi fra le Alpi, alterni nei secoli, sono sui minimi da quando Giorgia Meloni formò due anni fa il governo di destra. Ma le critiche del ministro per le imprese e il made in Italy Adolfo Urso erano agli atti dal 2020, quando l’esponente di FdI che guidava il Copasir convocò l’allora ministro dell’Economia – Roberto Gualtieri del Pd – il quale, dice oggi Urso a Sky, «non giustificò […] perché aveva preferito vendere Borsa italiana ai cugini francesi, a fronte di un’offerta più vantaggiosa sul piano industriale della Germania e di un’opzione svizzera che sembrava garantirne meglio la crescita».

 

La ricostruzione di Urso è soggettiva, almeno quanto la sua scelta di convocare il 18 giugno (a poche ore dalla nota dei tre sindacati Fabi, First Cisl e Fisac Cgil sulle due ore di sciopero del 27), le parti sociali. Come fosse una delle tante crisi industriali nostrane, anziché la legittima richiesta di considerazione degli addetti di un colosso in ottima forma, che nel 2023 ha visto salire i ricavi a 1,5 miliardi e gli utili a 584 milioni (+5,3%).

GLI AZIONISTI DI RIFERIMENTO DEL GRUPPO EURONEXT

 

Il conio ha però un’altra faccia, in ombra pur sonante. La incarnano i sindacati dei 700 lavoratori del gruppo Borsa Spa, e reclamano un nuovo protocollo di relazioni industriali all’altezza di una società che ha alcune eccellenze operative, oltre a essere strategica per il Paese.

 

È qui che le richieste sindacali e le istanze “protettive” del governo si cementano, dalla sicurezza dei dati gestiti al funzionamento di un’infrastruttura chiamata a far convergere più e meglio il primo risparmio privato d’Europa sulle Pmi quotate.

 

Farebbe ridere se il governo, appena varato il Ddl capitali e con la riforma in atto del Tuf ‘98, guardasse andare a rotoli le relazioni dentro Borsa Spa. E non è un caso che il ministro Giancarlo Giorgetti abbia inviato il suo vice Federico Freni ai tavoli della “vertenza”, che riguardano anche i vertici di Borsa e di Cdp.

 

piazza affari 4

Non va infatti scordato che la Cassa depositi, entrata nel capitale Euronext nel 2021 a chiusura dell’acquisizione, ne è il primo socio con il 7,82%, appaiata alla Caisse des Depots francese; e in asse con l’1,5% di Intesa Sanpaolo gli “italiani” sono il primo gruppo di soci per provenienza. Detto che i 700 “italiani” di Euronext sono gli unici ad avere un contratto bancario, e che per più fonti hanno compensi nella fascia alta del gruppo, i problemi come sempre nascono da rapporti e aspettative.

 

Proprio il ghiotto rinnovo dei bancari, con aumenti a regime di 435 euro al mese da novembre, è stato il casus belli. Le maggiori banche italiane, volendo riconoscere ai 300 mila bancari l’inflazione e a fronte della forte redditività del settore, non hanno assorbito nei superminimi gli aumenti, lasciati per intero ai lavoratori.

EURONEXT

 

Non così ha fatto Borsa Spa, applicando una prassi storica, centrata sulla contrattazione di “ad personam” e singoli incentivi. Ne è venuto, in certi casi segnalati, un beneficio minimo o nullo dal nuovo contratto: non solo con assorbimento degli aumenti nel superminimo, ma anche con decurtazioni dei bonus incentivanti 2023.  Un gesto ruvido, che un sindacalista chiama «frugare nelle tasche dei lavoratori minando il rapporto fiduciario con l’azienda».

 

piazza affari 8

A tal proposito, ed è il secondo nodo, il personale qualificato di Borsa è reduce da tre migrazioni tecnologiche: la prima traslocando tutti i dati del gruppo Euronext nel centro Aruba di Bergamo, dove l’azienda italiana li custodisce (con due soli addetti pare, perché l’amministrazione è in Portogallo); la seconda per spostare sulla piattaforma di trading interna Optiq l’operatività del “Millennium” di Lse; l’ultima, in corso, riguarda derivati e materie prime. Un grosso sforzo per gli addetti italiani, costretti a lavorare di notte e nei weekend per garantire la continuità degli scambi. Così gli orari sono lievitati: i sindacati citano per il 2023, 168 ore straordinarie medie per i dipendenti di Cassa compensazione e garanzia, 102 ore dentro Borsa italiana e 56 ore in Monte titoli.

 

euronext

Secondo le tre sigle le migrazioni hanno solo fatto deflagrare una pianta organica già inadeguata. Non bastano, per loro, i 100 assunti in Italia nel triennio rimarcate dall’ad Stéphane Boujnah […]. Il management, in privato, ha trovato spiacevole il fatto di ridurre alla querelle italo-francese le vicende di una public company quotata ad Amsterdam e che davvero si pensa europea […].

 

[…] Il governo, comunque, non può andare oltre la moral suasion. E il rimpianto, comune a molti operatori, per un finale che poteva essere diverso. Se solo, nel 2012, le grandi banche italiane non avessero svenduto le quote di controllo nella Borsa a Lse, per creare un attore protagonista del suo destino. Quella visione, che oggi è l’embrione del mercato unico europeo, l’hanno avuta i francesi. E costruita con la paziente fusione dei listini di Amsterdam, Bruxelles, Dublino, Lisbona, Oslo, infine Milano.

Ultimi Dagoreport

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)

benjamin netanyahu giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – CORRI A CASA IN TUTTA FRETTA, C’È UN CAMALEONTE CHE TI ASPETTA: QUELLA SIGNORINA ALLA FIAMMA CHE VUOLE MANTENERE UN RAPPORTO CON L’EUROPA MA NELLO STESSO TEMPO, TEMENDO DI ESSERE SCAVALCATA A DESTRA DA SALVINI, SBATTE GLI OCCHIONI A TRUMP. LA STESSA CHE IMPLORA LA FINE DELLA TRAGEDIA DI GAZA MA L’ITALIA CONTINUA A FORNIRE ARMI A ISRAELE (SECONDO PAESE DOPO GLI USA DOPO LA DECISIONE DI MERZ DI FERMARE L’INVIO DI ARMI A NETANYAHU) - A UNA DOMANDA SULL'EXPORT MILITARE ITALIANO VERSO ISRAELE, CROSETTO IN PARLAMENTO HA DETTO: "ABBIAMO ADOTTATO UN APPROCCIO CAUTO, EQUILIBRATO E PARTICOLARMENTE RESTRITTIVO". RISULTATO? NESSUNO È PIÙ IN GRADO DI SAPERE CON ESATTEZZA COSA L’ITALIA VENDE O ACQUISTA DA ISRAELE – TRA LA DISCORDANZA DELLE DICHIARAZIONI UFFICIALI E LA TRACCIABILITÀ REALE DELLE FORNITURE BELLICHE A NETANYAHU, C’È DI MEZZO LO SPORT PREFERITO DEL GOVERNO MELONI: IL SALTO TRIPLO DELLA VERITÀ… - VIDEO