GRANDI MANOVRE UNICREDIT (LA CRISI SI PORTA VIA LA PRIMA BANCA ITALIANA) - “FT”: GHIZZONI SI SBRIGA A SFRUTTARE LA RIPRESA DEL TITOLO E PUNTA A RACCOGLIERE FINO A 25 MLD € CON I ‘COVERED BOND’ - NELLA NOTTE ANNUNCIATO IL RIACQUISTO DI OBBLIGAZIONI PER 3 MLD € - RAMPL HA INCONTRATO I SOCI: MENO FONDAZIONI, PIÙ STRANIERI. GLI ARABI DI AABAR AL 6,5%, CAPITAL RESEARCH A 5,4% (CON BLACKROCK, AMERICANI ALL’8%) - DEL VECCHIO È PIENO DI SOLDI E VUOLE AUMENTARE LA SUA QUOTA, DELLA VALLE AVREBBE GIÀ COMPRATO UN PACCHETTO SOTTO IL 2%. MALACALZA CI PENSA…

1- UNICREDIT PUNTA A RACCOGLIERE FINO A 25 MLD CON COVERED BOND- FT
(Reuters) - Unicredit punta a raccogliere fino a 25 miliardi di euro attraverso l'emissione dei cosiddetti covered bond, aprendosi a una nuova fonte di finanziamento.

Lo scrive l'edizione odierna del Financial Times. Il quotidiano cita una persona vicina alla banca, secondo cui Unicredit, la più grande banca italiana per asset, ha l'opportunità di accelerare l'emissione di covered bond per avvantaggiarsi dall'attuale domanda degli investitori.

Il Financial Times sottolinea che i documenti depositati dall'istituto presso il Luxembourg Stock Exchange evidenziano che i proventi delle emissioni di covered bond "verranno usati per scopi di general funding, inclusi il finanziamento delle attività legate ai mutui ipotecari del gruppo". I covered bond sono obbligazioni garantite da un portafoglio di mutui o altri attivi che restano in bilancio all'emittente. Unicredit, che è attiva in 22 Paesi, ha attualmente in corso un aumento di capitale di 7,5 miliardi di euro.

2- UNICREDIT: LANCIA RIACQUISTO BOND FINO A 3 MLD...
(ASCA) - Unicredit lancia oggi il riacquisto di bond emessi fino a un massimo di 3 miliardi di euro. In un comunicato diffuso in nottata Unicredit elenca i titoli oggetto del piano di riacquisto che in totale presentano un valore nominale di 5,3 miliardi di euro. Il periodo di offerta scade il 13 febbraio.

3- UNICREDIT, SOCI A CONSULTO CON RAMPL...
Marigia Mangano per "Il Sole 24 Ore"

In vista della chiusura dell'aumento di capitale da 7,5 miliardi, in UniCredit si apre il tema della governance mentre la banca sta per annunciare il buy back di alcune emissioni obbligazionarie fino a 3 miliardi di euro per rafforzare il Core tier 1 e mettere in condizioni l'istituto di erogare più credito. Ieri il presidente di piazza Cordusio, Dieter Rampl, ha incontrato alcuni importanti azionisti della banca, tra cui esponenti delle Fondazioni e alcuni soci stranieri.

Alla riunione, secondo quanto si apprende, era presente il vicepresidente di UniCredit, su designazione di Fondazione Crt, Fabrizio Palenzona, e tra gli esponenti delle maggiori fondazioni figuravano Paolo Biasi (presidente di Fondazione Cariverona) e Marco Cammelli, presidente della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, mentre per i soci esteri Allianz era rappresentata da Helga Jung che dopo l'uscita di Enrico Cucchiani, nuovo amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, ha la responsabilità delle partecipazioni strategiche. Inoltre sarebbe stato presente anche un rappresentante dei soci industriali italiani presenti in cda (Luigi Maramotti).

Nel corso della riunione si sarebbe affrontata come prima questione la ricapitalizzazione da 7,5 miliardi in via di definizione, con una informativa aggiornata sull'operazione. Ma soprattutto si sarebbe cominciato a discutere della futura governance della banca, da costruire per garantire una maggiore competitività ed efficienza all'istituto di piazza Cordusio in uno scenario sempre più internazionale. In primavera, scade infatti il consiglio di amministrazione di UniCredit (da questo punto di vista la banca dovrà anche adeguarsi alla nuova normativa sulle quote rosa) e sono in scadenza anche il presidente e l'a.d Federico Ghizzoni.

Un appuntamento che peraltro arriva dopo che l'azionariato della banca sarà ridisegnato, con la possibilità dunque che alcuni investitori esteri che hanno costruito posizioni importanti nel capitale della banca possano chiedere qualche rappresentante in consiglio. Si vedrà nelle prossime settimane come evolveranno le discussioni.

Nell'attesa prosegue il recupero in Borsa del titolo UniCredit con gli acquisti che ieri hanno portato le azioni a chiudere a 3,75 euro con un progresso del 2,51%. Un segnale del crescente interesse da parte del mercato dove iniziano a definirsi le posizioni costruite dai singoli investitori.

Ieri si è appreso dalle comunicazioni Consob, Capital Research and Management Company è salita ancora nel capitale Unicredit. La società di gestione è passata dal 2,547% al 5,406%. Sulla carta così Capital Research rappresenta il secondo socio di UniCredit dietro gli arabi di Aabar che saliranno, come preannunciato, fino al 6,5% del capitale della banca.

In proposito - si è appreso sempre dalle comunicazioni Consob - il fondo sovrano di Abu Dhabi ha tutt'oggi una partecipazione potenziale in Unicredit del 6,05% che scenderà al 5% post aumento. Tale partecipazione deriva dalla sottoscrizione di un contratto di opzione call, esercitabile tra il 16 febbraio e il 16 marzo 2012, per una percentuale pari al 5.966%.

Aabar ha tuttavia precisato che, assumendo l'integrale sottoscrizione della ricapitalizzazione attualmente in corso, in conseguenza della relativa variazione del capitale medesimo, tale partecipazione potenziale non sarà più rilevante in quanto si diluirà al di sotto della soglia del 5 per cento.

Al di là delle singole posizioni, ad ogni modo, il nuovo rafforzamento di Capital Research porta la quota in mano a investitori americani all'8,5% considerando anche il pacchetto del 3% nelle mani di Blackrock. La nuova mossa conferma così l'interesse da parte dei fondi Oltreoceano, come circolato nelle scorse settimane. L'impressione - comunicata nel corso dell'incontro di ieri - è che l'operazioni abbia ottenuto una buona accoglienza da parte del mercato e che le adesioni attese siano alte, vicino al 98%. Nell'attesa di un quadro definitivo, vanno pian piano delineandosi anche le posizioni dei soci privati della banca.

Tra questi il gruppo De Agostini - si apprende - che nel 2009 aveva investito nei cashes Unicredit circa 100 milioni, ha esercitato tutti i diritti sull'aumento di capitale di Unicredit legati ai cashes sottoscritti nel 2009. L'investimento è stato di 12,5 milioni per 6,5 milioni di azioni Unicredit, che rappresentano una partecipazione dello 0,11% nel capitale totale della banca post aumento e lo 0,17% delle nuove azioni emesse. In caso di conversione dei cashes, il gruppo De Agostini potrebbe arrivare a detenere lo 0,17% del capitale Unicredit.

Starebbe invece decidendo un aumento dell'investimento in piazza Cordusio Leonardo del Vecchio, patron di Luxottica, socio con lo 0,5%, che lo ha esplicitamente preannunciato ieri («lo sto valutando»). Per il resto i contatti per ampliare la platea dei soci privati italiani hanno raccolto l'interesse di Diego Della Valle, patron di Tod's, che secondo indiscrezioni avrebbe sottoscritto un pacchetto importante di titoli UniCredit, sotto la soglia del 2%. Non ha invece accolto l'invito il numero uno di Geox Mario Moretti Polegato che ha deciso di non entrare nel capitale dell'istituto. Mentre la famiglia Malacalza starebbe ancora decidendo.

 

Sede Unicredit piazza Cordusio Federico Ghizzoni ROBERTO NICASTRO DIETER RAMPL UNICREDIT Fabrizio Palenzona Paolo Biasi VITTORIO MALACALZADELLA VALLELOGO blackrockDeAGOSTINIMARIO MORETTI POLEGATO

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