etruria

ALMENO IMPARATE A FARE I CONTI - GRAVE ERRORE NELLA SVALUTAZIONE DEI CREDITI INESIGIBILI DELLE QUATTRO BANCHE FALLITE: SVALUTATI A 17,5 CENT PER EURO, MENTRE VALGONO ALMENO 5 CENT IN PIU’ - UNA “SVISTA” CHE HA PENALIZZATO L’INTERO SISTEMA BANCARIO ITALIANO A VANTAGGIO DEI SOLITI FONDI

Federico Fubini per il “Corriere della Sera

protesta dei risparmiatori davanti banca etruria  9protesta dei risparmiatori davanti banca etruria 9

 

Quando nel novembre scorso scattò il fallimento pilotato di quattro piccole banche italiane, gli investitori in tutta Europa notarono un dettaglio letale per il Paese: il valore dei crediti inesigibili era stato abbattuto a meno di un quinto.

 

Le quattro banche avevano già svalutato ogni euro di prestiti in default a 40 centesimi effettivi, ma questa procedura - coordinata con Bruxelles - aveva portato la stima nei bilanci ancora più giù. Molto più giù. Ora ogni euro di prestati a una famiglia o un' azienda insolvente valeva in media 17,5 cent.

 

protesta dei risparmiatori davanti banca etruria  8protesta dei risparmiatori davanti banca etruria 8

Da allora sono passati cinque mesi e solo adesso sta emergendo che quella decisione fu un errore. Qualcuno, per qualche motivo, esagerò. Le sofferenze di quelle quattro banche fallite, i loro crediti inesigibili, valgono in realtà circa 5 centesimi di più per ogni euro di prestiti anche se si stimano con rigore dei prezzi da pura e semplice liquidazione.

 

E quella che suona come una questione di spiccioli per piccoli istituti di provincia come Popolare dell' Etruria, Banca Marche, Carife e CariChieti, rischia assumere un significato speciale per l' intero sistema bancario italiano. Già all' epoca la sorte delle quattro banche lo aveva avuto.

 

CARICHIETICARICHIETI

A novembre quella drastica svalutazione era stata il segnale che, verosimilmente, andava abbattuto in misura simile anche il valore dei circa 200 miliardi di crediti inesigibili del complesso delle banche italiane. Se questo era vero, negli istituti si nascondevano più perdite e meno capitale di quanto non si fosse immaginato fino ad allora.

 

Da subito questo dettaglio ha contribuito ad esacerbare la tensione sull' intero settore del credito e a innescare crolli di Borsa che, da inizio anno alla prima parte di aprile, sono arrivati a superare il 40%.

 

cassa di risparmio di ferrara carifecassa di risparmio di ferrara carife

Ora i primi dati ufficiali delle nuove banche sorte dalle ceneri di Etruria, Marche, Carife e CariChieti raccontano un' altra storia. In queste ore la gestione guidata da Roberto Nicastro sta pubblicando gli "info-meno", una presentazione sul bilancio delle quattro nuove banche in vista della cessione.

 

E le sofferenze, già scisse in una società separata, valgono in media fra 20 e 25 centesimi sull' euro: non molto, ma non così disastrosamente poco come era parso in quel dato di novembre capace di trasmettere uno choc all' intero sistema.

 

banca marche banca marche

Per la stessa proprietà transitiva applicata dal mercato allora, anche il valore dei 196 miliardi di sofferenze del settore in Italia è dunque forse più alto di circa il 5%. In altri termini, nelle banche italiane potrebbero esserci dieci miliardi di perdite in meno (o capitale in più) di quanto non si temesse.

 

La nuova stima è frutto di quattro revisioni: c' è quella dei valutatori indipendenti prescritta dalla procedura europea, quella dei revisori esterni, quella della gestione commissariale di Banca d' Italia e quella dei collegi sindacali.

GIUSEPPE CASTAGNA GIUSEPPE CASTAGNA

 

Ma proprio una svolta del genere pone nuove domande su come si sia arrivati alla prima decisione, quella eccessiva. All' epoca era stata richiesta dal direttore per gli aiuti di Stato della Commissione Ue, Gert Jan Koopman, per permettere la continuità operativa dei quattro istituti con i fondi del resto del sistema bancario (dopo la scissione delle sofferenze).

 

La vicenda è rimbalzata ieri a Londra in un incontro organizzato dall' ambasciata d' Italia e dallo studio Legance sulle prospettive del credito in Italia. C' erano manager di primo piano come Giuseppe Castagna di Bpm, Marcello Sala di Intesa Sanpaolo e italiani della City fra i quali Vittorio Grilli di JpMorgan, Domenico Siniscalco di Morgan Stanley, Massimo Della Ragione di Goldman Sachs e Luigi de Vecchi di Citi.

gianni de gennaro vittorio grilli gianni de gennaro vittorio grilli

 

Molti fra loro prevedono nuove fusioni fra banche in Italia, ma non imminenti. Quando ad Atlante, il nuovo fondo privato salva-banche voluto dal Tesoro, è diffusa la percezione che il suo successo nell' alleggerire le sofferenze di Montepaschi si misurerà in primo luogo su un fattore: quante risorse gli resteranno dopo aver garantito le ricapitalizzazioni di Popolare Vicenza e Veneto Banca.

 

MASSIMO DELLA RAGIONEMASSIMO DELLA RAGIONE

Ieri a Londra alcuni fondi esteri hanno avvertito che potrebbero ritirarsi dall' Italia, se il nuovo fondo salva-banca distorcerà il mercato comprando sofferenze a prezzi gonfiati.

Se è una prospettiva reale o il bluff di un concorrente spiazzato, si capirà molto presto.

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....