ACEA CORRE IN BORSA MARINO INCASSA - BERLUSCONI METTE A DIETA IL CDA FININVEST

1 - NASCE IL GIORNALE «INPIÙ» LA SCOMMESSA DI ABETE
Dal "Corriere della Sera" - Il Gruppo Abete lancia «InPiù», un nuovo giornale online di commenti economico-politici diretto da Giancarlo Santalmassi. «InPiù» si pone l'obiettivo di dare, come suggerisce lo stesso nome, un qualcosa in più al lettore interessato non soltanto ai fatti, ma anche alla loro interpretazione e contestualizzazione.

Santalmassi, insieme ai giornalisti Pierpaolo Cinti e Giorgio Caroli, saranno coadiuvati da un Comitato scientifico di persone specializzate, presieduto da Innocenzo Cipolletta, per fornire commenti, analisi e approfondimenti sui principali fatti del giorno. Le opinioni degli esperti saranno inviate in forma sintetica (200 parole circa) via mail e disponibili direttamente su smartphone, tablet e pc.

2 - POP ECONOMY, VA IN SCENA LA CRISI DA LEHMAN A OGGI
G.Str. per il "Corriere della Sera" - La crisi economica ha anche una sua versione pop. Va in scena a teatro così come al Salone del risparmio, dopodomani a Milano. E' lo spettacolo Pop Economy: una narrazione teatrale che vuole raccontare la crisi di questi ultimi cinque anni, dal fallimento (tutto finanziario) di Lehman Brothers nel 2008 fino ai problemi (molto economici) dell'Italia di oggi.

L'idea è quella di spiegare la crisi in modo popolare e leggero, per arrivare a tutti, in qualsiasi contesto sociale e culturale. Così, accanto ai meccanismi della finanza e del mercato, vanno in scena i racconti delle piccole storie di chi ha visto cambiare la propria vita radicalmente.

Come Jack, l'americano medio che ha creduto nel sogno del mutuo per tutti fino al punto di trasformare la sua casa in un bancomat: una storia che si incrocia con quella dell'allora amministratore delegato di Lehman, Richard Fuld, e con quella del professor Rossi, che per guadagnare quello che Fuld ha incamerato alla guida della banca d'affari avrebbe dovuto iniziare a lavorare tanti, tanti anni fa.

Lo spettacolo ha già girato per circa 80 città con oltre 100 repliche, in teatri stabili, scuole, università, fabbriche e piazze. E dal 7 maggio debutterà la versione aggiornata (Pop Economix live show) che ripercorrerà la storia della crisi a partire da più lontano - dalla bolla dei titoli tecnologici - per arrivare alle turbolenze europee ed italiane. Pop Economy - in scena Alberto Pagliarino - nasce da un'idea dello stesso Pagliarino, di Nadia Lambiase e Paolo Piacenza e ha la regia di Alessandra Rossi Ghiglione.

3 - IL COLOSSO DEL SOLARE SUNTECH DICE ADDIO (FORSE) ALL'ITALIA
Fr. Bas. per il "Corriere della Sera" - Suntech Power Holdings potrebbe lasciare il fotovoltaico in Italia. Obiettivo ridurre i debiti che superano i 2 miliardi di dollari. Suntech era il primo produttore di pannelli solari al mondo e una delle più promettenti società cinesi quotate a Wall Street. Era arrivata a capitalizzare 16 miliardi di dollari ma il mese scorso ha dichiarato default su un bond per 541 milioni di dollari.

Ora la società è a caccia di liquidità e starebbe valutando la vendita della quota dell'88,15% in Global Solar Fund Sicar (Gsf Sicar), un fondo lussemburghese specializzato nello sviluppo di progetti fotovoltaici specie in Italia. Gsf Sicar in estate era stata vittima di una truffa da oltre mezzo miliardo di euro legata a un maxi investimento in Puglia. In seguito la Procura di Bari ha anche acceso un faro per un frazionamento illecito di una serie di impianti in Puglia, che secondo l'accusa invece avrebbero costituito un unico grande parco fotovoltaico.

Un portavoce di Suntech, rispondendo a un'email di Reuters, ha spiegato che il gruppo intende «gestire Gsf per ora, e valuteremo tutte le opzioni per massimizzare il valore per i nostri azionisti». Rispondendo poi a una domanda su come intenda utilizzare i proventi di una vendita, il portavoce ha detto che Suntech aggiornerà gli investitori «nei prossimi mesi». È la prima volta che Suntech ammette la possibilità di vendere la quota di Gsf Sicar da quando ha annunciato che la controllata, Wuxi Suntech, è fallita.

4 - SEAT E LA CAUSA DEI PICCOLI AZIONISTI
Fr. Bas. per il "Corriere della Sera" - Prima hanno chiesto il sequestro dell'azienda, poi quello dei documenti. Nel frattempo Seat Pagine Gialle ha ottenuto il concordato preventivo. I sette piccoli azionisti di Seat Pg, che ci hanno rimesso circa un milione di euro, hanno perso il primo match. Il giudice ha rigettato il ricorso con il quale i rappresentanti legali Ugo e Nicola Scuro chiedevano il sequestro dei documenti utili a dimostrare il danno subito dalle decisioni della vecchia gestione.

Secondo il tribunale non è «ammissibile un'istanza di esibizione genericamente riferita a scritture e minute relative all'operazione di leveraged buy out del 2003-2004 e all'operazione di ristrutturazione del debito approvata dall'assemblea della Seat Pg senza individuare in modo specifico i singoli atti».

«Il prossimo passo - spiega Ugo Scuro - sarà presentare comunicazione formale alla procedura di concordato preventivo descrivendo le ragioni dei piccoli azionisti che reclamano il danno patito. Chiederemo poi di reintegrare il patrimonio sociale e poi procederemo con la causa di merito nei confronti di Seat e dei soggetti che hanno contribuito a creare il disastro, ovvero Rbs e i fondi che hanno partecipato alla fusione».

5 - BERLUSCONI METTE A DIETA IL CDA FININVEST
S.i. per il "Sole 24 Ore" - Silvio Berlusconi mette a dieta la Fininvest. Il consiglio di amministrazione della holding del «Biscione», che controlla l'impero media dell'ex premier (da Mediaset a Mondadori), scende da 10 a 9 membri. La "spending review" arriva anche a Via Paleocapa, dove quest'anno dovrà essere rinnovato tutto il board. L'anno passato, a luglio, dal cda si era dimesso Bruno Ermolli, uno degli storici e più fidati consiglieri di Berlusconi. Fino a ora il consigliere non era stato sostituito, ma il 20 marzo scorso un cda Fininvest appositamente convocato ha preso una decisione opposta.

Nessun reintegro, ma la riduzione del board. La proposta è arrivata direttamente da Silvio Berlusconi stesso che non era fisicamente presente (non siede nel cda) ma si è fatto rappresentare dall'uomo di fiducia Giuseppe Spinelli (storico contabile della Fininvest tempo fa oggetto di un rapimento-lampo). In tempi di crisi, la sobrietà arriva anche ai board, che si vogliono più snelli e meno costosi.

D'altronde quest'anno Fininvest molto probabilmente non pagherà cedole alla famiglia Berlusconi (oltre al fondatore Silvio, i cinque figli avuti da due matrimoni: Marina e Piersilvio, più la seconda generazione di Eleonora, Barbara e Luigi). Sarà il terzo anno consecutivo che il sistema di casseforti a monte (sette holding) rimane a dieta. Le due principali società, Mediaset e Mondadori, hanno chiuso in perdita e non pagheranno dividendi.

6 - ACEA CORRE IN BORSA MARINO INCASSA
R.Fi. per il "Sole 24 Ore" - Chi disprezza compra. Mai detto fu così calzante come nel caso delle critiche sollevate dal candidato a Sindaco di Roma, Ignazio Marino, all'assemblea di Acea di lunedì scorso. Il senatore ha polemizzato contro i risultati ottenuti dal management, gli stipendi dei vertici e l'andamento, a suo dire, traballante in Borsa, ma soprattutto ha provato a bloccare il rinnovo del cda: «È l'ennesimo atto di Alemanno - ha attaccato Marino - finalizzato a distribuire posizioni», e sulla nomina del nuovo ad, ha affermato che si tratta di una scelta «espressione dei privati».

Il senatore, il 19 marzo, ha annunciato l'acquisto di azioni per partecipare all'assemblea ed opporsi all'affidamento «ai privati del completo controllo». Marino ha acquistato titoli Acea entro il 4 aprile (record date per partecipare all'assemblea). L'ammontare è stato pari a 20mila euro, quando bastava un'azione per partecipare all'assise.

Ieri il titolo Acea ha chiuso in rialzo del 4,4% a 5,03 euro (prezzo mai segnato negli ultimi undici mesi) e ha anche ricevuto la raccomandazione "buy" da parte degli analisti di Equita Sim. Non si conosce la data precisa del "trading" di Marino, ma se avesse operato intorno al 21/22, ad oggi guadagnerebbe il 16/17%. Qualora avesse invece acquistato tra il 2 e il 3 aprile (titolo intorno a 4,2) il rialzo sarebbe all'incirca del 19/20%. Un bella plusvalenza quindi, fatta in pochi giorni, per chi scommette su società di cui disprezza il management.

 

 

Nuovo Logo AceaFininvestSeat Pagine GialleQUOTIDIANO ONLINE INPIU

Ultimi Dagoreport

giovambattista giovanbattista fazzolari vitti

FLASH – ROMA VINCE SEMPRE: IL SOTTOSEGRETARIO FAZZOLARI, DA SEMPRE RISERVATISSIMO E RESTÌO A FREQUENTARE I SALOTTI, ORA VIENE PIZZICATO DA DAGOSPIA NEL “SALOTTO” DI PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA, SPAPARANZATO AI TAVOLI DI “VITTI”, DOVE POLITICI, GIORNALISTI E POTENTONI AMANO ATTOVAGLIARSI (DENIS VERDINI FACEVA LE RIUNIONI LI' E CLAUDIO LOTITO AMA GOZZOVIGLIARE DA QUELLE PARTI, SPILUCCANDO NEI PIATTI ALTRUI) – ANCHE “FAZZO” È ENTRATO NELLA ROMANELLA POLITICA DE “FAMOSE DU’ SPAGHI”: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO CHIACCHIERA CON UN CANUTO SIGNORE DI CUI VORREMMO TANTO CONOSCERE L’IDENTITÀ. I DAGO-LETTORI POSSONO SBIZZARIRSI: HANNO QUALCHE SUGGERIMENTO PER NOI?

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – RAI DELLE MIE BRAME: CHIAMATO A RAPPORTO L'AD GIAMPAOLO ROSSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DOVE SI E' TROVATO DAVANTI, COL DITO ACCUSATORIO, I PLENIPOTENZIARI RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI) CHE, IN CORO, GLI HANNO COMANDATO DI TELE-RAFFORZARE LA LINEA DEL GOVERNO - IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOPANZA DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI DI LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO - ROSSI, DELLE LORO LAMENTELE, SE NE FOTTE: QUANDO VUOLE, IL FILOSOFO CHE SPIEGAVA TOLKIEN A GIORGIA NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO, PRENDE IL TELEFONINO E PARLA DIRETTAMENTE CON LA PREMIER MELONI... - VIDEO

giorgia meloni daria perrotta giancarlo giorgetti

FLASH – GIORGIA MELONI HA DETTO A BRUTTO MUSO AL RAGIONERE GENERALE DELLO STATO, DARIA PERROTTA: “QUESTO È UN ESECUTIVO POLITICO E NON TECNICO”. IL CENTRODESTRA HA GIÀ SILURATO IL DG DEL TESORO, ALESSANDRO RIVERA, HA LIQUIDATO L’EX RAGIONIERE BIAGIO MAZZOTTA E HA ACCOMPAGNATO ALL’USCITA IL DIRETTORE DELLE PARTECIPATE, MARCELLO SALA. ORA SE LA PRENDE ANCHE CON LA FEDELISSIMA DI GIANCARLO GIORGETTI, CHE NON È CERTO UNA PERICOLOSA COMUNISTA, NÉ UNA OSTILE “MANDARINA” IN QUOTA “DEEP STATE”. A DESTRA COSA PRETENDONO DA MEF E RAGIONERIA? CHE SIANO USI A OBBEDIR TACENDO? DAVANTI AI TRISTI NUMERI, NON CI SONO IDEOLOGIE O OPINIONI…

donald trump volodymyr zelensky donald trump nobel pace

DAGOREPORT – DONALD TRUMP È OSSESSIONATO DAL NOBEL PER LA PACE: LE BOMBE DI NETANYAHU SU GAZA E I MISSILI DI PUTIN SULL’UCRAINA SONO GLI UNICI OSTACOLI CHE HA DI FRONTE – CON “BIBI” È STATO CHIARO: LA PAZIENZA STA FINENDO, LA TREGUA NON SI PUÒ ROMPERE E NON CI SONO PIANI B, COME HA RICORDATO AL PREMIER ISRAELIANO MARCO RUBIO (IN GRANDE ASCESA ALLA CASA BIANCA A DANNO DI VANCE) – DOMANI L’ACCORDO CON XI JINPING SU DAZI, TIKTOK, SOIA E NVIDIA (E STI CAZZI DI TAIWAN). IL PRESIDENTE CINESE SI CONVINCERÀ ANCHE A FARE PRESSIONE SUL SUO BURATTINO PUTIN? SE NON LO FARÀ LUI, CI PENSERÀ L’ECONOMIA RUSSA AL COLLASSO…

sangiuliano gasdia venezi giuli

SULLA SPOLITICA CULTURALE DELLA “DESTRA MALDESTRA” – ALBERTO MATTIOLI: “CI RENDEMMO SUBITO CONTO CHE DA SANGIULIANO C’ERA NULLA DA ASPETTARSI, A PARTE QUALCHE RISATA: E COSÌ È STATO. GIULI AVEVA COMINCIATO BENE, MOSTRANDO UNA CERTA APERTURA E RIVENDICANDO UN PO’ DI AUTONOMIA, MA MI SEMBRA SIA STATO RAPIDAMENTE RICHIAMATO ALL’ORDINE - CHE LA DESTRA ABBIA PIÙ POLTRONE DA DISTRIBUIRE CHE SEDERI PRESENTABILI DA METTERCI SOPRA, È PERÒ UN FATTO, E PER LA VERITÀ NON LIMITATO AL MONDO CULTURALE - IL PROBLEMA NON È TANTO DI DESTRA O SINISTRA, MA DI COMPETENZA. CHE BEATRICE VENEZI NON ABBIA IL CURRICULUM PER POTER FARE IL DIRETTORE MUSICALE DELLA FENICE È PALESE A CHIUNQUE SIA ENTRATO IN QUALSIASI TEATRO D’OPERA - (PERCHE' SULL’ARENA DI VERONA SOVRINTENDE - BENISSIMO - CECILIA GASDIA, DONNA E DI DESTRA, SENZA CHE NESSUNO FACCIA UN PLISSÉ?)’’

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA")