LA GUERRA CRUCIALE PER IL FUTURO EUROPEO È QUELLA PER LE TERRE RARE – L’UE S’È SVEGLIATA IN RITARDO E CORRE AI RIPARI PER RIDURRE LA DIPENDENZA DA PECHINO SULLE MATERIE PRIME CRITICHE PER LO SVILUPPO TECNOLOGICO: LA COMMISSIONE EUROPEA VUOLE REALIZZARE UN PIANO DI ACQUISTI CONGIUNTI, STOCCAGGIO E PRODUZIONE INTERNA – OGGI LA CINA CONTROLLA IL 60% DELL'ESTRAZIONE GLOBALE DELLE TERRE RARE E IL 90% DELLA LORO LAVORAZIONE. E, CON LE RETRIZIONI IMPOSTE DA XI, SARANNO CAZZI AMARI PER INTERI SETTORI ECONOMICI EUROPEI...
Estratto dell’articolo di Marco Bresolin per “La Stampa”
xi jinping e ursula von der leyen
Acquisti congiunti, un sistema di stoccaggio centralizzato sul modello giapponese, nuove partnership con potenziali fornitori e la messa in modo di un sistema per spingere la produzione domestica e il riciclo di materie prime critiche.
In Europa è scattato l'allarme "terre rare", soprattutto dopo le restrizioni all'export decise dalla Cina come ritorsione alle politiche commerciali di Trump. Alcune industrie strategiche Ue - in particolare nei settori della difesa, dell'automotive, dell'elettronica e dell'aerospaziale - temono di subire gli effetti collaterali dello scontro tra Washington e Pechino.
terre rare - cosa sono e dove si trovano
E anche se ora il clima sembra essere più sereno sulle due sponde del Pacifico, l'Ue vuole mettersi al riparo da una possibile ripresa del fuoco incrociato.
La Commissione ha riaperto i canali con Pechino per cercare di attenuare le conseguenze della recente decisione cinese, che nelle scorse settimane ha portato da sette a dodici (su un totale di 17) il numero delle terre rare sulle quali sono state introdotte restrizioni all'esportazione, fissando una serie di adempimenti troppo onerosi per le aziende che intendono acquistarle.
Ieri pomeriggio c'è stata una videoconferenza tra i funzionari dell'amministrazione cinese e quelli di Palazzo Berlaymont, dove giovedì arriverà una delegazione tecnica "di alto livello" dalla Cina proprio per discutere della questione faccia a faccia.
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Al Consiglio europeo della scorsa settimana, Emmanuel Macron aveva chiesto alla Commissione di fare la voce grossa e anche la Germania ha molto a cuore il problema: il ministro degli Esteri, Johann Wadephul, ieri è arrivato a Bruxelles per discuterne con von der Leyen, anche alla luce della recente cancellazione del suo viaggio in Cina (per mancanza di interesse da parte di Pechino).
Il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, ha colto l'occasione del bilaterale con il premier Li Qiang a margine del vertice Asean a Kuala Lumpur per mandare un messaggio chiaro a Pechino: «Ho espresso la mia profonda preoccupazione per l'aumento dei controlli sulle esportazioni di materie prime critiche - ha fatto sapere Costa - e ho esortato il premier a ripristinare al più presto catene di approvvigionamento fluide, affidabili e prevedibili».
La Cina controlla il 60% dell'estrazione globale delle terre rare e il 90% della loro lavorazione. Per questo il dialogo con Pechino è fondamentale, ma non sufficiente. Ursula von der Leyen ha proposto di affrontare il problema delle terre rare e delle materie prime critiche in generale con un piano di medio-lungo periodo che dovrebbe essere pronto nelle prossime settimane.
I contenuti non sono stati ancora definiti nel dettaglio perché è in corso il confronto con i governi degli Stati membri e con le industrie coinvolte, ma la presidente della Commissione ha già battezzato la sua nuova creatura: si chiamerà "RESourceEU", con un nome che fa il verso al piano "REPowerEU", lanciato per superare la dipendenza da Mosca nel settore dei combustibili fossili.
«Abbiamo imparato a caro prezzo la lezione con l'energia - ha detto nel week-end la presidente della Commissione - e non vogliamo ripetere gli stessi errori con le materie prime critiche». [.]
La strategia di "de-risking", per la riduzione del rischio, passa innanzitutto da una diversificazione dei fornitori. Von der Leyen ha annunciato progetti con una serie di partner: l'Ucraina innanzitutto, ma anche l'Australia, il Canada, il Kazakistan, l'Uzbekistan, il Cile e la Groenlandia.
antonio costa - xi jinping - ursula von der leyen
Dopodiché verrà potenziata la produzione in Europa e soprattutto il riciclo delle materie prime contenute nei prodotti, come le batterie, che hanno terminato il loro ciclo di vita (il "Critical Raw Materials Act" aveva già definito una serie di obiettivi e nel marzo scorso erano stato certificati 47 progetti per l'estrazione, la raffinazione o il riciclaggio in Europa).
Ma la vera svolta potrebbe arrivare attraverso un piano di acquisti congiunti tra gli Stati membri e con un sistema di stoccaggio centralizzato delle materie prime simile a quello adottato dal Giappone che negli anni è riuscito a costituire delle riserve strategiche.
terre rare
LE TERRE RARE
miniera terre rare 5
miniera terre rare 4



