guzzetti

GUZZETTI LASCIA MA RADDOPPIA, ANZI TRIPLICA: IL GRANDE VECCHIO DELLA FINANZA BIANCA VUOLE PIAZZARE LE SUE PEDINE IN CARIPLO, ACRI E ANCHE ALLA PRESIDENZA DI INTESA. ‘’IL NOSTRO PATRIMONIO CE L’HANNO AFFIDATO GLI AVI E LO GESTIAMO PRO TEMPORE, PER I POSTERI. COSÌ LE ALTRE FONDAZIONI, STRANI SOGGETTI INVENTATI PER CASO PER PRIVATIZZARE BANCHE CHE ERANO SENZA AZIONISTI’’

Andrea Greco per “la Repubblica – Affari e Finanza

 

Il triplice giro di nomine riguarda i nuovi vertici della fondazione, di Acri e di Intesa Sanpaolo. Un sistema consolidato che permette di governare un enorme flusso di risorse che va a decine di enti e istituzioni. Ma le scadenze, immerse nella discontinuità sociopolitica che frusta l' Europa, rendono fondamentale giocar bene la partita d' addio, lasciando in buone mani tre gangli vitali dei corpi intermedi, le «àncore della democrazia» (copyright presidente Sergio Mattarella) che tengono salda la barchetta nazionale.

GUZZETTI

 

Mentre per l' Acri la continuità dovrebbe vestire i panni di Francesco Profumo, alter ego che presiede la Compagnia di San Paolo, Guzzetti valuta dove pescare il suo successore in Cariplo, e prova a far convergere i soci forti di Intesa Sanpaolo su un nuovo presidente per la banca, con un nome che associ network internazionale e dinamismo così da facilitare il salto europeo a un gruppo che ha l' 85% dei ricavi in Italia.

 

Chi conosce Guzzetti sa che vive il momento con la tranquillità di chi conclude il percorso di una vita, a far la spola tra la casa nel verde Comasco, la sede milanese di Cariplo e il viaggio a Roma ogni mercoledì all' Acri. Il testamento del Guzzetti "fondatore" non è segreto, ne ha appena parlato ospite dell' Aiaf: «Il nostro patrimonio è stato ben salvaguardato e molto ingrandito dal 1997, quando vendemmo banca Cariplo.

 

GIUSEPPE GUZZETTI

Ce l' hanno affidato gli avi e lo gestiamo pro tempore, per i posteri. Così le altre Fondazioni, strani soggetti inventati per caso per privatizzare banche che erano senza azionisti: e che negli anni hanno sempre più interpretato il ruolo non solo facendo sussidiarietà, ma con funzioni di supplenza».

 

È proprio qui, in questa funzione di supplenza di uno Stato latitante, che si capisce l' importanza della partita. Che riguarda, certo, la fitta rete di partecipazioni, Intesa Sanpaolo, la Cdp, il fondo infrastrutturale F2i e tanto altro. Ma che muove soprattutto il sistema che Guzzetti ha costruito per tappare i buchi del welfare pubblico, garantendo risorse milionarie a una vasta gamma di istituzioni.

ANTONIO PATUELLI GIOVANNI TRIA GIUSEPPE GUZZETTI IGNAZIO VISCO

 

Le priorità strategiche sono tre. La prima è la povertà infantile, che affronta con un programma da 24 milioni arruolando varie aziende lombarde e, negli altre aree, le altre Fondazioni dell' Acri, che hanno raccolto fondi per 350 milioni nel triennio e tolto dalla povertà 400mila bambini. L' altra è la formazione, per aiutare i 160mila lombardi che non studiano né lavorano: notando che in molti istituti professionali c' è ancora il tornio a pedale, Cariplo ha chiesto al Politecnico di Milano di dotarli di macchinari adeguati.

 

La terza è l' assistenza agli anziani, che passa per la rete delle 16 Fondazioni di comunità con cui Cariplo fa sistema con gli enti locali. Su tutto, ancora tanta edilizia sociale, che Cariplo s' è "inventata" anni fa, per soddisfare la domanda di affitti con canone sui 500 euro con decine di migliaia di alloggi. Al successore in Cariplo serviranno competenze gestionali e autonomia dalla politica, che in più occasioni ha tentato l' assalto.

 

francesco profumo iren

Forse il leader, che pure ha costruito una squadra di giovani capaci negli anni, ha sbagliato a non coltivarsi il delfino giusto; così il nome oggi non c' è: Massimo Tononi è finito in Cdp, Giovanni Gorno Tempini ha altre mire, Paolo Grandi è inamovibile da Intesa. Ma qui la scelta resta in mano a Guzzetti e ai suoi, che non temono rovesci.

 

Molte altre Fondazioni sono state, stessi anni, investitori istituzionali supplenti in banche, talora con cattivi esiti (su tutti i drammi Mps e Carige), comunque senza alternative di mercato. E anche nel welfare la surroga allo "Stato", che Guzzetti vorrebbe chiamare "comunità", è in corso: con decine di migliaia di interventi del sistema Acri da 25 miliardi erogati ai territori nei quattro settori ricerca, servizi alla persona, arte & cultura, ambiente e sviluppo.

 

giovanni quaglia

Un meccanismo oliato, e la recente investitura di Profumo, presidente dei coinquilini torinesi di Intesa Sanpaolo, detto da Guzzetti «più che adeguato » per la carica Acri, sembra confermarlo, chiudendo la tenzone con Giovanni Quaglia, altro piemontese che guida la Crt ed è stato consolato due mesi fa con la presidenza del Comitato di supporto in Cdp.

 

La nuova Acri dovrà completare i dettami dell' accordo 2015 col Tesoro - specie nelle fusioni tra enti, come la recente tra Cuneo e Bra - e cercare agevolazioni su progetti comuni come la povertà infantile, che già in passato ebbe crediti d' imposta: ma il ministro Giovanni Tria, che il 31 ottobre ha promesso un rinnovo sul tema, latita. Altro fronte, vigilare sulla nuova Cdp, che a dicembre presenta il piano strategico e dove gli enti hanno il 16%: Guzzetti tuona da anni contro dossier "bidone", tipo Alitalia.

 

gian maria gros pietro

Il passaggio più delicato riguarda Intesa Sanpaolo, da cui Cariplo trae ossigeno in forma di cedole sul 4,6% delle quote. In aprile si rinnova il cda dell' istituto, e la lista principale spetta a un pugno di enti che detengono circa un quinto del capitale, mentre il resto è quasi tutto dei fondi esteri. Guzzetti è stato per anni il tessitore dei vertici della banca, in asse con Giovanni Bazoli e i presidenti delle Fondazioni di Torino, Padova, Firenze.

 

Finora il presidente è stato appannaggio dei torinesi (che hanno il 6,8%), e così è con Gian Maria Gros-Pietro, esperto economista in passato alla guida di Eni e Atlantia. Ma in questi giorni il leader di Cariplo sta cercando di sensibilizzare i soci e l' ad Carlo Messina sull' opportunità di cambiare, arruolando un presidente più giovane e dinamico con solide competenze nella finanza europea, per pilotare la trasformazione del gigante italiano (con una fetta di un quarto del mercato che vale l' 85% dei ricavi) in leader continentale.

 

È un percorso già insito nel piano 2021, che vorrebbe far investire un leader globale del risparmio in Eurizon, e comprare con la controllata un rivale europeo: anche se il tentativo con Blackrock non pare andato a buon fine. Il profilo alternativo potrebbe portare al vice presidente Paolo Andrea Colombo, già presidente di Enel e Saipem. O a banchieri tipo Domenico Siniscalco e Vittorio Grilli, tuttavia molto stimati e pagati a capo dei poli londinesi di Morgan Stanley e Jp Morgan. Oppure all' ex Cdp Claudio Costamagna, figura ingombrante. La partita è aperta: perché se Padova e Firenze paiono possibiliste, sotto la Mole il campanilismo non è sopito, e tifa per un Gros-Pietro bis.

CARIPLO

 

 

Ultimi Dagoreport

keir starmer emmanuel macron e friedrich merz sul treno verso kiev giorgia meloni mario draghi olaf scholz ucraina donald trump

DAGOREPORT - IL SABATO BESTIALE DI GIORGIA MELONI: IL SUO VELLEITARISMO GEOPOLITICO CON LA GIORNATA DI IERI FINISCE NEL GIRONE DELL'IRRILEVANZA. LA PREMIER ITALIANA OGGI CONTA QUANTO IL DUE DI PICCHE. NIENTE! SUL TRENO DIRETTO IN UCRAINA PER INCONTRARE ZELENSKY CI SONO MACRON, STARMER, MERZ. AD ATTENDERLI, IL PRIMO MINISTRO POLACCO TUSK. NON C'È PIÙ, COME TRE ANNI FA, L’ITALIA DI MARIO DRAGHI. DOVE È FINITA L’AUTOCELEBRATOSI “PONTIERA” TRA USA E UE QUANDO, INSIEME CON ZELENSKY, I QUATTRO CABALLEROS HANNO CHIAMATO DIRETTAMENTE IL ‘’SUO CARO AMICO” TRUMP? E COME HA INCASSATO L’ENNESIMA GIRAVOLTA DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA CHE SI È DICHIARATO D’ACCORDO CON I VOLENTEROSI CHE DA LUNEDÌ DOVRÀ INIZIARE UNA TREGUA DI UN MESE, FUNZIONALE AD AVVIARE NEGOZIATI DI PACE DIRETTI TRA UCRAINA E RUSSIA? IN QUALE INFOSFERA SARANNO FINITI I SUOI OTOLITI QUANDO HA RICEVUTO LA NOTIZIA CHE TRUMP FA SCOPA NON PIÙ CON IL “FENOMENO” MELONI MA CON...

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...