dario scannapieco pietro labriola mario rossetti fibra rete unica

HABEMUS FIBRA! – I CDA DI CASSA DEPOSITI E PRESTITI, TIM E OPEN FIBER, HANNO DATO IL VIA LIBERA ALLA CREAZIONE DI UNA SOCIETÀ DELLA RETE UNICA - PER ORA È STATO DEFINITO SOLTANTO IL PERCORSO DI INTEGRAZIONE DELLA RETE DI TIM CON QUELLA DI OPEN FIBER. LA NUOVA SOCIETÀ SARÀ PARTECIPATA DA CDP E DAI FONDI KKR E MACQUARIE, GIÀ AZIONISTI DI FIBERCOP E OPEN FIBER – IL NODO DA SCIOGLIERE È QUELLO DEL VALORE DELLA RETE DOPO LO SCORPORO (E ANCHE QUELLO DEL DEBITO)

open fiber 3

Jacopo Orsini per “il Messaggero”

 

Nasce la società della rete unica. Via libera dei consigli di amministrazione di Cassa depositi e prestiti, Tim e Open Fiber, riuniti ieri fino a tarda sera, al progetto che darà vita a una nuova infrastruttura strategica per l'Italia.

 

Il piano, di cui per ora è stato definito solo il percorso, prevede l'integrazione della rete di Tim, dalla dorsale fino all'ultimo miglio che arriva nelle case, con quella di Open Fiber in un unico operatore che consentirà di ottimizzare gli investimenti, risparmiare sui costi e accelerare i tempi di posa della fibra ottica per le connessioni veloci. Riportando la rete telefonica sotto il controllo pubblico 25 anni dopo la privatizzazione.

dario scannapieco

 

GLI AZIONISTI

Nel dettaglio Cdp Equity (Cdpe), società interamente partecipata dalla Cassa, l'americana Kkr, l'australiana Macquarie, Open Fiber e Tim, hanno sottoscritto un protocollo di intesa non vincolante relativo al progetto di integrazione tra le due reti. La nuova società avrà la Cdp, attualmente azionista di controllo di Open Fiber con una quota del 60% e di Tim con quasi il 10%, come socio di maggioranza.

 

PIETRO LABRIOLA

Ad affiancare la Cassa nel capitale ci saranno anche Kkr, già azionista di minoranza Fibercoop, la società dove è stata conferita la rete secondaria dell'ex monopolista, quella in rame che dalle centraline arriva nelle case, e Macquarie, che possiede il 40% di Open Fiber. Il momerandum of understanding approvato ieri dai cda delle società coinvolte fissa come obiettivo di negoziare entro il 31 ottobre prossimo un accordo vincolante che dovrà poi avere il via libera delle autorità di controllo nazionali ed europee.

 

open fiber fibra ottica

L'ASSEMBLEA

Inoltre, a prescindere da come si deciderà di fare l'integrazione, l'operazione sarà sottoposta all'approvazione dell'assemblea degli azionisti di Tim, dove determinante è il ruolo dei francesi di Vivendi, primo socio del gruppo con il 23,7%.

 

mario rossetti

Ancora da stabilire tuttavia il perimetro preciso e i valori delle attività che verranno conferite nella nuova società e la governance. L'obiettivo dell'intesa preliminare, spiega un comunicato, «è avviare un processo volto alla creazione di un solo operatore delle reti di telecomunicazioni, non verticalmente integrato, controllato da Cdpe e partecipato da Macquarie e Kkr, che consenta di accelerare la diffusione della fibra ottica» sull'intero territorio nazionale, permettendo così l'accesso «ai servizi più innovativi ed efficienti offerti dal mercato» alle famiglie, agli enti pubblici e alle imprese.

Alberto Signori - Kkr

 

Il valore della rete di Tim che verrà ceduta e integrata con quella di Open Fiber viene stimato dagli analisti fra i 17 e i 21 miliardi, mentre si ipotizzano fino a 4-5 miliardi di sinergie dall'unione delle due infrastrutture. Cruciale sarà comunque anche la definizione delle quantità di debito che verrà trasferita alla nuova società.

 

Nella nota diffusa ieri si afferma soltanto che l'integrazione degli asset dell'ex monopolista con Oper Fiber si potrà articolare attraverso «la separazione delle attività infrastrutturali di rete fissa da quelle commerciali di Tim, mediante un'operazione societaria o combinazione di operazioni societarie da definirsi». Al termine del processo Tim, «sul mercato italiano, potrà focalizzare in via prioritaria le proprie attività nei servizi di telecomunicazione e trasmissione di dati».

FONDO MACQUARIE

 

I DIPENDENTI

L'attenzione del governo sulla nascita della nuova società - che fra l'altro sarà soggetta al Golden power, i poteri speciali dell'esecutivo per evitare che gli asset strategici del Paese finiscano in mani straniere - è alta. Ma Palazzo Chigi non è interessato solo a mettere al sicuro l'infrastruttura.

 

Un rilievo particolare viene dato anche alle garanzie occupazionali. Fra i tanti nodi da sciogliere del progetto c'è infatti quello che riguarda il numero di dipendenti di Tim che verranno trasferiti nella nuova azienda.

fibra otticapietro labriola sul tetto della sede milanese di tim a via negri kkr pietro labriola

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....