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I CONDONI LEGHISTI? LI PAGANO I PENSIONATI – LE ULTIME TRE EDIZIONI DEL “SALDO E STRALCIO” DELLE CARTELLE ESATTORIALI, VOLUTE DAL CARROCCIO, CAUSERÀ UN “BUCO” DI 6,6 MILIARDI NELLE PENSIONI DI QUEI LAVORATORI ALLE DIPENDENZE DI IMPRESE GRAZIATE PER I CONTRIBUTI PREVIDENZIALI NON VERSATI. E A RIPIANARE IL BUCO DOVRÀ PENSARCI LO STATO – IN TOTALE, L’INPS DOVRÀ CANCELLARE DAL PROSSIMO BILANCIO 15,4 MILIARDI DOVUTI AI TRE CONDONI TOMBALI DEL 2018, 2021 E 2022...

Estratto dell’articolo di Valentina Conte per www.repubblica.it

 

https://www.repubblica.it/economia/2025/04/15/news/l_eredita_dei_condoni_leghisti_un_buco_da_66_miliardi_nelle_pensioni_dei_lavoratori_beffati-424128941/

 

 

CARTELLE ESATTORIALI

Il “saldo&stralcio” delle cartelle, spinto dalla Lega di Salvini, causerà nei prossimi anni un “buco” di 6,6 miliardi nelle pensioni di quei lavoratori alle dipendenze di imprese graziate dal condono dei contributi previdenziali non versati. Buco che deve ripianare lo Stato.

 

In totale, l’Inps dovrà cancellare dal suo prossimo bilancio ben 16 miliardi di cui 15,4 miliardi dovuti proprio a tre edizioni di condono tombale. La quasi totalità di questi 15,4 miliardi proviene dall’evasione di tre categorie: 6,6 miliardi dalle imprese, 3,6 miliardi dagli artigiani, 5 miliardi dai commercianti. Nel triennio 2022-2024 l’ammontare stralciato da Inps arriva a 18,2 miliardi.

 

matteo salvini giancarlo giorgetti voto di fiducia sulla manovra 2024 foto lapresse

Numeri eclatanti, diffusi dal Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inps che oggi approva “il riaccertamento dei residui attivi e passivi al 31 dicembre 2023”. Un passaggio consueto e necessario prima dell’approvazione a giugno del bilancio 2024 dell’Inps. [...]

 

La cancellazione dei residui attivi, le entrate non incassate, vale 16,4 miliardi di cui solo 1 per cancellazione “ordinaria” (per lo più crediti insussistenti). Il resto dal “saldo&stralcio” delle cartelle, 15,4 miliardi, come detto. La cancellazione dei residui passivi, le spese non pagate, vale 2,7 miliardi. La differenza – pari a 13,7 miliardi – rappresenta l’impatto negativo sul bilancio Inps che però non riduce il patrimonio in quanto coperto dal “Fondo svalutazione crediti”.

 

Quali condoni sono coinvolti

rottamazione cartelle esattoriali - la stampa

Nel documento del Civ si fa riferimento a tre edizioni del condono tombale – tutti e tre adottati da governi con la Lega in maggioranza – che riguarda ovviamente sia tasse che contributi evasi sia da imprese che lavoratori. Ma Inps tiene conto solo dei contributi previdenziali.

 

Il primo condono, quello del decreto legge 199 del 2018 (governo Conte I) pesa per 400 milioni: stralcio delle cartelle fino a 1.000 euro maturate dal 2000 al 2010.

 

Il secondo condono, quello del decreto legge 41 del 2021 (governo Draghi) pesa per 5,4 miliardi: stralcio delle cartelle fino a 5.000 euro maturate dal 2000 al 2010, ma solo per i redditi bassi. Nel 2022 questo stesso condono ha gravato sui conti Inps per 2,8 miliardi. In totale, nel biennio 2022-2023, siamo dunque a 8,2 miliardi.

 

PENSIONI

Il terzo condono, il più pesante, quello previsto dalla seconda legge di bilancio del governo Meloni, la 197 del 2022, vale 10 miliardi: stralcio delle cartelle fino a 1.000 euro, maturate dal 2000 al 2015.

 

Ma eccoci al punto. Cosa succede ai lavoratori e alle loro pensioni? Come incidono questi condoni sul loro futuro? Gli autonomi, soprattutto artigiani e commercianti, perdono un pezzo secco di pensione. [...]

 

Parliamo, solo per l’anno 2023, di 3,6 miliardi di contributi degli artigiani andati in fumo. E 5 miliardi dei commercianti. Nel triennio 2022-2024 si arriva a 4,5 miliardi di contributi non versati dagli artigiani e ben 6 miliardi dagli artigiani.

 

Il discorso cambia per i lavoratori dipendenti. Nel 2023 le aziende dove molti di loro lavoravano non hanno versato 6,6 miliardi di contributi previdenziali che ora l’Inps è costretta (dalla legge) a stralciare dal suo bilancio. Ma questi lavoratori hanno comunque «diritto all’automaticità della prestazione». Cioè alla pensione. Qualcuno dovrà colmare quel buco da 6,6 miliardi.

 

L’eredità della Lega

rottamazione cartelle esattoriali

Quel qualcuno è lo Stato. Un altro regalo della Lega di Salvini alle generazioni future. Regalo che si aggiunge alle infinite rottamazioni (in corso la quarta, ma si parla già della quinta) che però almeno non stralciano il debito, ma solo interessi e sanzioni. Ecco perché il Civ chiede di «garantire specifici interventi compensativi nei confronti dell’Istituto a carico della fiscalità generale». Chiede cioè allo Stato di ripianare.

PENSIONI

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