fattura elettronica

FINCHE’ DURA FA FATTURA – I PRIMI TEST SONO UN FLOP: IL NUOVO OBBLIGO DI FATTURAZIONE ELETTRONICA HA GIÀ MESSO IN CROCE NEGOZIANTI E AZIENDE. E DA GIUGNO SCATTERANNO LE SANZIONI - DAL PRIMO GENNAIO IL FORMATO DIGITALE È OBBLIGATORIO PER CINQUE MILIONI DI PARTITE IVA, DA CUI SONO ESCLUSI I REGIMI AGEVOLATI E FORFETTARI

FATTURAZIONE ELETTRONICA

Michelangelo Bonessa per www.ilgiornale.it

 

La fatturazione elettronica è legge, ma per ora crea più problemi che soluzioni. Negozianti in grande difficoltà, imprese che hanno problemi ad accedere al loro magazzino, un diffuso panico tra professionisti e un'infrastruttura tecnologica che già fatica nonostante sia appena agli inizi.

 

 

L'unico dato positivo è che nei primi giorni del 2019 solo il 6 per cento delle fatture elettroniche è stato scartato perché non regolare, ma si tratta comunque di un momento di scarso afflusso: i primi test, partiti per alcune categorie come i benzinai già da luglio 2018, ancora non decollano.

 

Era quasi prevedibile dunque che i problemi si moltiplicassero ampliando la platea degli interessati: secondo l'Osservatorio Fatturazione Elettronica & eCommerce B2b del Politecnico di Milano, dal primo gennaio il formato digitale è obbligatorio per cinque milioni di partite Iva, da cui sono esclusi i regimi agevolati e forfettari che ogni all'anno emettono 1,47 miliardi di fatture tra privati. Di queste solo 50 milioni sono già in formato elettronico, si tratta dunque di una rivoluzione e il governo lo sa: fino a giugno, infatti, non sono comunque previste sanzioni.

 

FATTURA ELETTRONICA SIRI

I motivi che hanno portato all'adozione di questo sistema sono diversi, ma convergenti: da una parte la necessità di adeguarsi alle normative comunitaria che ne prevedono un utilizzo di massa per tutta l'Unione europea entro il 2020, dall'altra la necessità di evitare un ulteriore inasprimento dell'Iva.

 

Il governo

FATTURAZIONE ELETTRONICA

Come ha spiegato Massimo Garavaglia, sottosegretario a Economia e Finanze intervistato da Alessandro Galimberti, firma del Sole24Ore e presidente dell'Ordine dei giornalisti della Lombardia, la misura era inderogabile: «Costava due miliardi non mettere la fatturazione elettronica, perché i governi precedenti avevano messo a bilancio due miliardi di evasione recuperata grazie a quesat misura. Aveva senso aumentare l'Iva di mezzo punto per non avviare la fatturazione elettronica? - si domandava Garavaglia, pur ammettendo poi i limiti della riforma - Che l'Italia abbia un sacco di complicazioni lo sappiamo, ad esempio per i ristoranti c'è il tema della mancia che alla fine devi continuare a dare in nero perché se ci paghi le tasse non è più mancia, ma confidiamo che quando il sistema sarà a regime se ne percepiranno solo i vantaggi e non soltanto le difficoltà inziali».

 

Il commercialista

Che i problemi si verifichino a inizio anno è quasi un bene: «Siamo alle noccioline - spiega Guido Beltrame, consigliere dell'Ordine dei commercialisti di Milano - ma abbiamo già avuto problemi con le noccioline, vedremo quando arriveremo agli appuntamenti importanti in primavera». Quando cioè ci saranno milioni di dichiarazioni dei redditi che intaseranno il sistema.

 

Le imprese

Già adesso alcune aziende lavorano con fatica a causa del cambiamento di sistema: una nota catena di retail ha grande difficoltà a gestire il suo magazzino, perché il nuovo sistema appena introdotto ha reso quasi impossibile scaricare le merci dal deposito. E in tanti non si sono preparati per tempo, contando, come spesso succede in Italia, su una proroga. E quindi ora iniziano la corsa per adeguarsi a un sistema da cui non si tornerà indietro.

FATTURAZIONE ELETTRONICA

 

Associazioni di categoria

C'è anche chi è ottimista come Andrea Painini, presidente di Confesercenti di Milano, Lodi, Monza e Brianza: «C'è tanta gente che è ancora in alto mare e il sito dell'Agenzia delle Entrate ha subìto dei rallentamenti - spiega - Inoltre in Italia c'è sempre una certa resistenza al cambiamento, ma non registriamo particolari problemi».

 

L'imprenditore digitale

FATTURA ELETTRONICA

«Così, in questi primi giorni del 2019 - racconta Jacopo Paoletti che tra i tanti titoli ha quello di Co-Founder della prima startup italiana sull'Intelligenza Artificiale Userbot -, sono state tante le imprese (obbligate per Legge ad adeguarsi) che hanno lamentato disagi e problemi nell'emettere e/o ricevere le nuove e-fatture fra privati: fra malfunzionamenti, problemi di connessione, down del sistema di interscambio, ricevute di conferma mai arrivate e fatture del fornitore mai ricevute: insomma, sicuramente per gli imprenditori italiani non è stata una delle migliori partenze che ci si potesse aspettare per questo 2019, ma nemmeno il disastro che molti annunciavano. Certo, ci vorrà ancora tempo prima che tutte le Pmi italiane considerino l'e-fattura un'altra abitudine burocratica (anche se digitale) a cui far fronte, ma la strada è ormai segnata.

 

una fattura perfetta

L'e-fattura si aggiungerà così all'ecosistema digitale messo in piedi in questi anni dalla nostra Pubblica amministrazione, insieme alle già mal digerite Pec (la Posta elettronica certificata, anomalia tutta italiana che voleva creare una sorta di raccomandata digitale), allo Spid (il sistema di autenticazione e accesso universale ai servizi della pubblica amministrazione che ancora universale purtroppo non è), alla Cie (la famosa carta d'identità elettronica partorita dal bravo Bassanini fin dal 1997 e che ancora oggi stenta a decollare), tutti strumenti che hanno richiesto la creazione di ancora altre nuove pratiche amministrative e burocratiche (e spesso poco digitali) per ottenerli. E che spesso finiscono solo per mutuare in bit vecchie e farraginose logiche della nostra da tempo stanca e lenta macchina amministrativa. Ma magari con l'e-fattura stavolta andrà meglio».

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....