francesco gaetano caltagirone alberto nagel francesco milleri

I PROXY SI SCHIERANO CON NAGEL: MA BASTERÀ? – ANCHE GLASS LEWIS SI ESPRIME A FAVORE DELL’OPS DI MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI (DOPO ISS E PIRC): I FONDI SEGUIRANNO LE INDICAZIONI DEI CONSULENTI, MA RAGGIUNGERANNO IL 25% DELL’ASSEMBLEA DELLA PROSSIMA SETTIMANA. SOMMATO AL 7,8% DEL PATTO MEDIOBANCA, NON SI ARRIVEREBBE AL QUORUM (38-39% DI SÌ) – IL FRONTE DEI CONTRARI GUIDATO DA DELFIN E CALTAGIRONE SFIORA IL 40%: GLI ENTI PREVIDENZIALI SENTONO LE PRESSIONI DEL GOVERNO, COSÌ COME I BENETTON (CON AEROPORTI DI ROMA, RICEVONO DALL’ESECUTIVO LE CONCESSIONI) – LA REPLICA DI NAGEL A CALTAGIRONE: “CONOSCE GLI ACCORDI, AVENDOLI APPROVATI IL CDA DI BANCA GENERALI…”

NAGEL SFIDA CALTAGIRONE “CONOSCE L’ACCORDO PER BANCA GENERALI”

Estratto dell’articolo di Giuliano Balestreri per “la Stampa”

 

Alberto Nagel

Botta e risposta. L'ad di Mediobanca Alberto Nagel ha bisogno del via libera dei soci per lanciare l'offerta pubblica di scambio su Banca Generali solo perché, essendo bersaglio di Mps, il cda ha uno spazio di manovra limitato. Anche se Piazzetta Cuccia ritiene «opportuno che siano gli azionisti a esprimersi sulle differenti opzioni strategiche».

 

Da un lato l'aggregazione con Mps voluta dall'ad di Siena e sostenuta dagli azionisti Delfin e Caltagirone oltre che dal governo - primo socio attraverso il Mef - dall'altro il matrimonio con la controllata di Generali per crescere nel Wealth management.

 

FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE

Anche per questo Mediobanca ribatte al gruppo Caltagirone che «parlare di "delega in bianco" non ha alcun senso giuridico» perché l'assemblea del 21 agosto è solo «chiamata a confermare al Cda i poteri che la passivity rule temporaneamente sospende» ma «non può sostituirsi al Cda» nella gestione della società.

 

Piazzetta Cuccia respinge anche le accuse di carenze informative e ricorda «di aver formalmente proposto la conferma degli accordi esistenti tra Assicurazioni Generali e Banca Generali, consolidandone la durata temporale e l'allargamento al più ampio perimetro dell'operatore specializzato nel Wealth Management che nascerebbe dall'integrazione di Banca Generali con il gruppo Mediobanca.

 

BANCA GENERALI

Il cuore degli accordi da stipulare con Assicurazioni Generali riflette quelli attualmente in vigore che il gruppo Caltagirone, azionista di Assicurazioni Generali, sicuramente conosce avendoli approvati il Cda di Banca Generali, ove risiedono i suoi rappresentanti» e che sono stati comunicati al mercato.

 

La questione, tuttavia, è più complessa. Intanto perché la stipula di aprile riguarda un'aggiunta all'accordo firmato nel 2018: un'intesa, quella tra Banca Generali e Generali, che prevede un tacito rinnovo per altri 10 anni alla scadenza del 2028.

 

ALBERTO NAGEL

Il nodo riguarda le clausole contenute nel contratto originario: con un cambio di controllo, Banca Generali oltre al marchio - che diventerebbe Mediobanca Premier - perderebbe tutti i prodotti distribuiti perché l'intesa cesserebbe immediatamente. Motivo per cui la rinegoziazione dell'accordo è fondamentale, con la consapevolezza che difficilmente un rinnovo potrebbe essere identico.

 

Basti pensare che, riguardo ai vincoli di esclusiva, Generali Italia ha assunto l'obbligo di non stipulare accordi di distribuzione assicurativa con alcuni gruppi concorrenti della Banca: con il cambio di controllo il divieto cade.

 

GLI AZIONISTI DI MEDIOBANCA ALL 11 AGOSTO 2025

E lo stesso accordo prevede una revisione periodica di quali siano i concorrenti. Generali, quindi, dovrebbe continuare a negoziare periodicamente con Mediobanca per aggiornare i divieti.

 

In uno scenario di rottura, quindi, Banca Generali dovrebbe trovare un nuovo partner assicurativo o sviluppare un'offerta in house, mentre gli addetti ai lavori continuano a sottolineare il rischio di perdere parte della clientela fidelizzata al brand "Generali", soprattutto sul mercato retail.

 

Il Leone, però, non ha fretta di stipulare un nuovo accordo e nel cda dello scorso 6 agosto si è limitata a non escludere una trattativa.

 

Nella replica a Caltagirone, Mediobanca precisa che «non sussiste alcun rischio di esecuzione». Il 21 agosto, quindi, ai soci verrà chiesto di approvare l'offerta pubblica di scambio volontaria sulla totalità delle azioni ordinarie di Banca Generali in cambio del 13,1% di Generali in pancia a Piazzetta Cuccia.

 

L'assemblea dovrà anche dare il via libera al cda per poter rinunciare in tutto o in parte a una o più delle condizioni di efficacia apposte nell'offerta - ad esclusione dell'accettazione da parte di Generali che detiene il 50,1% di Banca. […]

FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE MILLERI

 

GLASS LEWIS, SÌ A MEDIOBANCA NAGEL: "NON È DELEGA IN BIANCO"

Estratto dell’articolo di Andrea Greco per “la Repubblica”

 

Glass Lewis, il terzo advisor ad esprimersi per consigliare i fondi del mercato, raccomanda agli azionisti di Mediobanca di votare per l'acquisizione di Banca Generali. «Mediobanca ha adottato misure per agevolare le trattative con Generali e contribuire a completare l'Ops, compresi gli sforzi per siglare una partnership strategica con Generali e Banca Generali», si legge nella sua nota, in vista dell'assemblea del 21.

 

CORRIERE DELLA SERA - PUBBLICITA DELL OPS DI MPS SU MEDIOBANCA

Glass Lewis dà credito al negoziato estivo fra Piazzetta Cuccia, il cda del Leone (socio di Banca Generali al 50,1% e da cui dipende l'offerta) e la rete di promotori che entrando in Mediobanca distribuirebbe polizze Generali per 10 anni.

 

L'accordo rafforzerebbe il polo delle gestioni da 200 miliardi che l'ad Alberto Nagel oppone alla scalata ostile di Mps. Già prima dell'assemblea del 16 giugno - poi rinviata - Glass Lewis si espresse a favore dell'Ops su Banca Generali: «l'azione Mediobanca - aggiunge - continua a quotare in Borsa a valori superiori al valore implicito dell'offerta Mps».

 

A una settimana dall'assemblea, dunque, il quadro dei proxy advisor è completo: tutti e tre a favore dell'Ops. Giorni fa s'erano schierati Iss («Malgrado rilevanti incertezze la proposta continua a meritare sostegno e l'operazione è solida») e Pirc: («L'Ops incorpora un premio sul titolo Banca Generali, e offre ai soci Mediobanca accesso a una piattaforma più ampia e diversificata»).

francesco gaetano caltagirone l urlo di munch - fotomontaggio lettera43

 

Ma l'en plein tra gli advisor del mercato non mette Nagel al sicuro. Il quorum è la maggioranza dei presenti, e nell'ipotesi di affluenza al 75-80% serve il 38-39% di "sì" per far vivere l'Ops.

 

Fonti vicine al dossier stimano che l'assise a porte chiuse registrerà il voto di un centinaio di soci, il 90% dei quali fondi che, diligentemente, seguiranno le indicazioni dei tre consulenti. Ma il peso del "mercato" non dovrebbe superare il 25%, e anche sommato al 7,8% del patto Mediobanca, che sostiene i manager, non si arriva al quorum. Sull'altro fronte c'è invece una decina di soggetti che, tra contrari e astenuti, sfiora il 40% (come a giugno) e può affossare l'Ops spianando la strada, parallela, all'offerta di scambio Mps che in Borsa termina l'8 settembre.

Tra questi Delfin (19,9%), Caltagirone (9,9%), gli enti Enpam, Enasarco e Cassa Forense (5,5%), Benetton (2,3%), i fondi Amundi (1%) e Anima (0,7%).

 

MEDIOBANCA

Otto soci guidati da interessi diversi. Quelli di Delfin e Caltagirone sono chiari: da anni provano a cambiare la governance di Mediobanca, e quella di Generali di cui la banca è perno. […] gli enti previdenziali forse sentono le pressioni del governo, socio di Mps via Tesoro; mentre i fondi Amundi e Anima fanno capo a due banche (Crédit Agricole e Banco Bpm) che hanno altre strategie e oggi soppesano il "terzo polo" Mps-Banco Bpm, caro all'esecutivo.

 

Anche i Benetton, proprietari di Aeroporti di Roma, ricevono dal governo le concessioni: come per la richiesta di sbloccare il piano da 5 miliardi per la quarta pista a Fiumicino. […]

FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE - FRANCESCO MILLERI

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)